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Roma
Storace su Raggi: “Svegliate Alice nel paese delle meraviglie”

Il giorno dopo le dimissioni e la crisi della Giunta Raggi, l'opposizione si scatena.

Storace: “ Svegliate Alice, il Campidoglio non è il paese delle meraviglie”
“Quello che sta accadendo a Roma è il frutto di un'illusione collettiva in cui si è raccontato che bastasse essere onesti per governare la Capitale; ma se si è incapaci, i danni sono incommensurabili. E lo spettacolo è indubbiamente avvilente, emerge tutta intera l'inadeguatezza, anche internazionale, di Virginia Raggi e della classe dirigente grillina. Le opposizioni hanno chiesto il Sindaco in aula a spiegare. Dibattito vietato: con tanto di presidente dell'aula, Marcello De Vito - quello che scatena su Facebook la sorella contro la Raggi - ha dichiarato inammissibile la richiesta. La democrazia – aggiunge Storace – non è più di questo mondo. I cocci sono tutti di Roma, però, che ha già pagato in questi giorni il proprio tributo al maltempo e guarda con terrore a che cosa potrà succedere adesso tra rifiuti e trasporti, rimasti praticamente senza governo. Tra le rovine, infatti, c'è ancora Paola Muraro, l'assessore in confidenza con Salvatore Buzzi: quanto resisterà nel momento in cui dovesse essere messa sotto torchio dai magistrati di piazzale Clodio? Il Movimento cinque stelle è senza dubbio efficace nel fare opposizione ma è una tragedia nel ruolo di governo. Hanno illuso la capitale d'Italia e la pagheranno cara. Il movimento di Grillo forse potrà salvarsi in questa che è la sua prima, vera grave crisi; ma la sensazione è che la campana dell'ultimo giro suonerà assai prima di quanto capitò persino a Ignazio Marino. È la maledizione dell'antipolitica: i primi a morire di ghigliottina sono i figli della rivoluzione. Speriamo solo che non facciano troppi danni alla Capitale. Roma non merita di essere ulteriormente svillaneggiata da una banda di incompetenti che si trova nell'Olimpo della politica solo perché è stata benedetta da Beppe Grillo. Svegliate Alice, il Campidoglio non è il paese delle meraviglie”.

Monica Cirinnà: “Hanno lasciato i pezzi pregiati”
"Sono profondamente addolorata. Io sono stata consigliera comunale per oltre vent'anni a Roma,ho fatto cinque elezioni, sempre eletta e mai nominata. Mi sono sempre sporcata le scarpe, sempre in giro per la città a contatto con i cittadini. Quanto sta accadendo a Roma ce lo aspettavamo, io in Senato sono quella che ha pagato maggiormente le loro faide interne. Quello che sta accadendo al Movimento di Roma è il peggio del peggio dei metodi della prima repubblica, faide interne che hanno costretto a dimettersi gli unici cinque pezzi pregiati, due magistrati e tre super tecnici,che potevano garantire quel rinnovamento e quella trasparenza di cui il movimento tanto si vanta. Unioni civili? Roma è molto nell'applicazione della legge è molto al rallentatore. Tutte le altre grandi città sono all'avanguardia, Roma è a rilento ma per questioni politiche. M5S al Governo a Roma è fortemente caratterizzato a destra e risponde a un elettorato di centro destra. Anche sul terremoto delle cinque dimissioni il signor Marra non è al di fuori di questa tempesta".

Raffaele Ranucci: “Cosa altro deve accadere prima che il Movimento spieghi”?
"A Roma abbiamo avuto cinque dimissioni in un giorno, di cui tre esponenti della maggioranza in Campidoglio. Come è possibile che il direttorio del Movimento 5 Stelle taccia? Virginia Raggi non dice una parola, Luigi Di Maio visibilmente imbarazzato mormora un 'andremo avanti' e di Alessandro Di Battista neanche l'ombra, forse troppo impegnato nel suo giro in scooter per le spiagge. Cos'altro deve accadere perché il Movimento 5 Stelle dica una parola chiara su quello che è avvenuto ieri? Non dico a noi dell'opposizione ma quantomeno ai romani che assistono a tutto questo teatrino senza poter fare nulla. Dove è finita la trasparenza dei 5 Stelle?". Lo dichiara, in una nota, il senatore del Pd Raffaele Ranucci.

Francesco Giro: “I fenomeni Di Battista e Di Maio escono a pezzi”
"La disastrosa sindaca Raggi segna la disfatta della coppia DiBa-DiMa. Di Battista e Di Maio - i due pupilli del Beppe nazionale- escono a pezzi ma faranno di tutto per resistere, attaccati come sono alle loro belle e ricche poltrone. Oggi mi torna in mente quel video patetico con Di Maio , Di Battista e Fico (altro statista grillino) dopo il caso della sindaca di Quarto. Da quel video, con quelle tre facce nel panico, si capiva già tutto di quei tre incapaci. E questi tre vorrebbero governare l'Italia ? Ma per carità!". Lo dichiara, in una nota, il parlamentare di Forza Italia Francesco Giro.

Marco Marsilio: “Quel cazziatone per un cugino rimosso”
"La banda di dilettanti che è salita in Campidoglio sta per essere sbaragliata dalle contraddizioni schizofreniche che ha generato in queste settimane. Raggi aveva inizialmente assunto una linea "realista" e prudente, che poteva sembrare persino umile: sapendo di non avere una classe dirigente, si è rivolta a tecnici quotati e competenti per governare. Che saranno quotati e competenti, ma hanno il difetto di costare molto e avere un'altissima opinione di sé. Per cui, se non li paghi bene e non li difendi dai 'picchiatori da tastiera' di cui è pieno il Movimento 5 Stelle, ti mollano. E' quello che è successo con Raineri e Minenna, che potrebbero essere presto seguiti da Solidoro e Bina (che proprio loro hanno portato a Roma). Nel frattempo, mollano anche Rettighieri e Brandolese, il cui caso passa quasi inosservato per il peso delle dimissioni eccellenti in Giunta, ma che fa scoprire un'altra storiella imbarazzante: come definire - sennò - la scenetta dell'assessore Meleo che fa il cazziatone a Rettighieri perchè ha osato rimuovere il cugino dell'assessora pentastellata al municipio XV senza aver chiesto il loro permesso (alla faccia del "fuori la politica dalle aziende")? E ora, questi improvvisati statisti si preparano a seppellire il sogno olimpico della Capitale, senza nemmeno capire che una città che per due volte si ferma a metà corsa non verrà mai più presa sul serio da nessuno, e che non ci sarà quindi nessuno spazio per una prossima candidatura, se non (forse) tra 50 anni... Certo che se in un momento di lucidità e di umiltà, la Raggi tirasse le somme della sua inadeguatezza a governare il Campidoglio, potremmo evitare nuovi guai alla Città eterna".

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