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Roma
Terremoto, Pirozzi indagato per omicidio colposo: “Vogliono distruggermi”

di Massimiliano Martinelli

 

Sergio Pirozzi finisce nella bufera: accusato di omicidio colposo per il crollo di una delle tre palazzine di Largo Sagnotti ad Amatrice, avvenuto durante il terremoto del 24 agosto 2016, il candidato alla Regione Lazio risponde a tono: “Vogliono distruggermi, ma non ci riusciranno”.

 

“Io sono colpevole solo di aver assistito alla devastazione della mia comunità. Mi sembra lampante che qualcuno vuole distruggere un uomo, ma non ci riusciranno. A buon intenditore, poche parole. Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono". Travolto dal ciclone mediatico, il sindaco di Amatrice ha convocato d'urgenza una conferenza stampa in via Cristoforo Colombo.

Pirozzi ha parlato solo pochi minuti ai giornalisti, attaccando quanti gli hanno attribuito parole mai dette e allontanandosi in fretta dal podio. Poi ci ha ripensato e si è avvicinato ai cronisti con una nuova calma: “Chiedo scusa se i toni si sono alzati troppo”, ha detto ai microfoni.

Lo “Scarpone” si dice sicuro di un attacco personale, all'”uomo” Pirozzi. Nega una “giustizia ad orologeria” di berlusconiana  memoria, ma non esclude un qualche tipo di legame tra le accuse e la corsa per la presidenza della Pisana. “Mi hanno negato la consegna della medaglia al valore civile di Amatrice il 26 gennaio, giorno del mio compleanno, per un fatto di campagna elettorale – rivela Pirozzi - Ed ora questo, a me sembrano due pesi e due misure”.

“La vera solidarietà è quella dei colleghi sindaci, solo loro possono capire - afferma Pirozzi - Saluto loro, spero spieghino la difficoltà che si trova nel fare del bene agli altri. Sono vicino a chi ha ricevuto del fango addosso. Nessuno è fesso, la gente sa capire e interpretare: questo è un Paese che ha bisogno di un capro espiatorio. Vogliono abbattere un simbolo – afferma sicuro Pirozzi - ma finché c'è il supporto della gente non accadrà mai”.

Quando si è diffusa la notizia, Pirozzi ha risposto con una nota stampa: "Alle ore 7:30 di questa mattina mi è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari dagli Agenti della polizia giudiziaria della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rieti. Risulto attualmente co-indagato in una vicenda, risalente al 2009, in merito alla quale evidenzio, sin d'ora, la mia totale estraneità rispetto ai fatti contestati e sulla quale sarà chiamato ad esprimersi il Tribunale di Rieti, nei confronti dei cui magistrati ripongo la massima fiducia", ha subito chiarito.

“Mi preme, al contempo osservare che tale atto mi è stato notificato casualmente a 22 giorni da una importante tornata elettorale che mi vede coinvolto in prima persona: le elezioni Regionali del Lazio del prossimo 4 marzo - ha proseguito Pirozzi - Non posso esimermi dall'evidenziare, altresì, che stesso trattamento non è stato riservato dalla medesima Procura di questa Repubblica ad altri candidati al consiglio regionale del Lazio, appartenenti ad altra coalizione, i quali, pur risultando indagati ormai da anni, sono ancora in attesa di una pronuncia da parte dell'Organo inquirente”, ha sottolineato.

Il sindaco scarpone, sempre vicino ai propri cittadini dopo il dramma del terremoto, ha precisato che lo “addolora profondamente essere coinvolto in un procedimento scaturito a seguito della morte di tanti cari amici, derivante da una ordinanza del Sindaco che mi aveva preceduto e della tempistica con cui la Procura ha inteso intervenire in questo caso”.

 

 

 

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