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Roma
Terremoto e rischio amianto: l'Ona a Rieti. “Il pericolo non è finito”
Continuano le scosse di terremoto in centro Italia

Terremoto e il rischio amianto: ad un mese e mezzo esatto dal terribile sisma che lo scorso 24 agosto ha colpito il centro Italia, il rischio di dispersione delle fibre di amianto e quindi di esposizione sui territori devastati è ancora molto alto.

Un rischio che riguarda in primis i soccorritori che per giorni hanno scavato con le mani per tentare di salvare vite umane e che, nella fase successiva, hanno lavorato e continuano a lavorare per la messa in sicurezza degli edifici; ma anche per gli abitanti rimasti nelle zone in cui sono presenti enormi cumuli di macerie.

Dopo aver lanciato l'allarme all'indomani del terremoto, l'Osservatorio Nazionale Amianto fa tappa a Rieti, per un incontro con cittadini e istituzioni per fare il punto della situazione, sabato 8 ottobre alle ore 17.30 presso l'aula Consiliare del Comune di Rieti.

Nel corso del convegno interverranno l'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto, Sabrina Melpignano, psicoterapeuta e membro del comitato scientifico dell'Ona, Antonio Brizzi, segretario generale sindacato autonomo Vigili del Fuoco Conapo. Modera la giornalista Valentina Renzopaoli.

“Abbiamo da subito lanciato un appello affinché i soccorritori fossero dotati di mascherine con il filtro di protezione per evitare l'inalazione delle fibre. Appello che è rimasto per lo più inascoltato”, ha dichiarato l'avvocato Ezio Bonanni. “I fenomeni sismici producono lesioni, vibrazioni e, nei casi peggiori, una vera e propria polverizzazione del cemento amianto. Nel momento del crollo la polvere si disperde nell'ambiente e anche nell'acqua. Poi successivamente, quando le macerie rimangono a terra, la polvere può essere dispersa a causa degli agenti atmosferici o anche semplicemente con il calpestamento”, aggiunge Bonanni.

L'Osservatorio Nazionale Amianto chiede di mettere in sicurezza i cumuli di macerie affinché non si continuino a disperdere nell'aria polveri contaminate: “E' necessario bagnare le macerie con getti d'acqua, affinché le polveri non si disperdano, e quando finiscono le operazioni di ricerca, coprire le macerie con teli di nylon che dovranno essere portati via con mezzi meccanici da personale protetto da tute adeguate”, spiega il presidente Bonanni.

Sulla stessa linea il Conapo,il sindacato autonomo dei vigili del fuoco che nei giorni scorsi ha chiesto di "attivare uno specifico screening sanitario per i vigili del fuoco intervenuti e dotare il personale delle dovute protezioni delle vie respiratorie".
Durante il convegno si parlerà anche del disturbo post traumatico da stress, con particolare riferimento proprio ai soccorritori che intervengono nelle emergenze. La dottoressa Sabrina Melpignano illustrerà cos'è il danno psicologico e psichico, dovuto a stress e trauma.

L'incontro sarà l'occasione anche per fare il quadro della situazione anche per quanto riguarda il territorio reatino, caratterizzato dalla presenza di molti siti industriali, tra cui l’Industria Italia Imballaggi e la Plastofer, nei quali vi è stata esposizione professionale a polveri e fibre di amianto.
Il Tribunale di Rieti, in alcuni casi, ha riconosciuto il diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto, con un coefficiente più basso, non utile per anticipare il diritto alla pensione, e soprattutto per un periodo limitato, mentre l’amianto è stato bonificato solo recentemente.
La Corte di Appello di Roma ha già accolto uno degli appelli proposto dall’avvocato Ezio Bonanni, riformando la sentenza del Tribunale di Rieti che aveva riconosciuto l’esposizione con il coefficiente 1,25 non utile per anticipare il diritto a pensione, mentre invece, con il riconoscimento con il coefficiente 1,5 utile ad anticipare il diritto a pensione, questo lavoratore reatino (B.R.) tra qualche giorno potrà accedere al meritato pensionamento.

L’avvocato Ezio Bonanni, presidente nazionale dell’associazione, dopo il convegno riceverà singolarmente tutti coloro che ne faranno richiesta, anche al fine di permettere la migliore tutela dei diritti dei lavoratori, sia quelli che hanno già contratto patologia asbesto correlata (rendita INAIL e prepensionamento), sia quelli che non si sono ancora ammalati (prepensionamento).

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