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Roma
Torri Eur: Caudo indagato va all'attacco: “Calunnie e errori ma ho fiducia”

Inchiesta Torri dell'Eur e palazzo Raggi: l'ex assessore all'Urbanistica della Giunta Marino, indagato, passa al contrattacco e sceglie i social per la sua requisitoria: “Prima o poi si farà giustizia di errori e calunnie”.

Scrive su Fb: “Le mie tangenti. Oggi i giornali si occupano di me, potrei dire repetita iuvant. Nel febbraio del 2016 fu lo stesso, gli stessi argomenti, Le torri ecc... e durò 11 giorni.Dall'apertura dell'indagine, maggio 2015, sono passati 4 anni e mezzo, ho chiesto fin da allora di essere sentito subito, sono stato ascoltato solo nel dicembre 2017 e nel gennaio 2018, da allora niente altro. Il PM non ha tratto nessuna conclusione (nè in positivo nè in negativo) e ha ripresentato gli stessi capi di accusa di 4 anni fa (tra l'altro si riporta che io sarei all'Università La Sapienza, mentre lavoro a Roma Tre). Ho fiducia nella giustizia e prima o poi si farà giustizia, degli errori, delle approssimazioni e delle calunnie. Voglio bene a questa città che mi ha accolto e dato tanto, ho lavorato solo nell'interesse di tutti”.

Nel pomeriggio di venerdì sono arrivate anche le parole dell'avvocato del presidente del Municipio III. "Atti di accusa non credibili e valutazioni errate - dichiara l'avvocato Fabrizio Merluzzi -. Abuso di ufficio perché non ha voluto dare corso al progetto di centro commerciale all’ex istituto geologico di Santa Susanna e ha invece lavorato per riportare gli uffici, la stessa cosa per le Torri dove un protocollo di intesa con l’Università la Sapienza per assicurare a Roma Capitale la qualità dell’intervento di restauro e risanamento conservativo delle ex Torri dell’architetto Ligini è scambiato per un sotterfugio ai fini di non far pagare gli oneri dovuti. Follie che si potevano chiarire in poco tempo, come abbiamo fatto durante l’interrogatorio, e poi ancora incredibile l’accusa di aver nascosto i documenti sull’esistenza del Fosso di tre Fontane la cui sparizione negli anni ’80 è stata decretata, in altro percorso giudiziario, anche da una relazione del genio militare. E infine, un semplice colloquio per un eventuale incarico all’Università su altri temi, fatto quando ormai non era più assessore, viene interpretato come fosse uno scambio, senza sapere che i regolamenti prevedono che quelle risorse vadano all’università, una istituzione pubblica, e non al professore, da usare per assegni di ricerca, dottorati ecc. Insomma illazioni che sembrano rispondere a un disegno precostituito, mentre è chiaro l’interesse generale perseguito dal mio cliente nelle sue funzioni pubbliche: come aver lavorato per restituire le Torri dell’Eur alla loro funzione originaria di uffici, portando il quartiere generale della Tim con 4.500 addetti, invece di farle scorticare e demolire per farci residenze di lusso”.

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