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Roma
Trionfo di scultura e ceramica: quarant'anni di Monachesi. Ecco “Addendi”

Trionfo di scultura e ceramica, Riccardo Monachesi in mostra con “Addendi”.

 

Una vera e propria antologie di sculture, partendo dagli Ottanta per arrivare ai giorni nostri. Un percorso artistico durato 40 anni e raccontato da Enrico Parlato, attraverso un testo critico.  Due sedi e due appuntamenti espositivi diversi – uno a Viterbo e uno a Civita Castellana (VT) – per la nuova mostra di Riccardo Monachesi, organizzata nell’anno in cui ricorre il quarantennale di attività dell’artista romano. L’esposizione, a cura di Francesco Paolo Del Re, si intitola “Riccardo Monachesi. Addendi”, ed è promossa e allestita dalla Società Cooperativa “Girolamo Fabrizio” con il patrocinio della CNA Associazione di Viterbo e Civitavecchia, in collaborazione con la Fondazione Carivit. Il primo dei due appuntamenti inaugura sabato 17 giugno alle ore 18:30, visitabile fino al 10 settembre, negli spazi di Palazzo Brugiotti, sede del Museo della Ceramica della Tuscia nel cuore del centro storico di Viterbo. Il secondo evento espositivo, invece, prederà il via sabato 23 settembre e resterò aperto al pubblico fino al 7 gennaio 2018 nel Museo della Ceramica “Casimiro Marcantoni”, all’interno della Chiesa di San Giorgio a Civita Castellana.
Il lavoro di Riccardo Monachesi segue due principi fondamentali: da una parte il primato della scultura, cioè l’affermazione di un modus operandi che precede la scelta del medium ceramico, dall’altra il rispetto assoluto della ceramica, che deriva da una vera e propria passione per la materia. Monachesi scolpisce la ceramica, la manipola, la osserva con le mani prima che con lo sguardo. Tenta di imbrigliarla con il giogo dei calchi lavorando sulla serialità e sulla modularità. La impreziosisce, liberandola dal manierismo attraverso l’esaltazione dell’incidente, dell’imprevisto, dell’indeterminato. Ma allo stesso tempo, in altri tipi di lavori, ne educa le potenzialità emotive ed espressive in virtù della sapiente duttilità nell’uso della tecnica del colombino, che asseconda plasticità sentimentali e traccia, come un vecchio giradischi, il solco di una melodia senza suoni.
Il cuore della mostra è costituito da alcune nuove sculture, come per esempio la serie “TerraeMota”, quasi completamente inedita. Accanto a queste sculture di impegno civile, tra le opere recenti si annoverano anche lavori di respiro più intimo e privato, come “Persino le briciole”, una grande installazione a parete del 2015 che scandisce accenti e pause del verso di una poesia. Ma non è tutto. In un ideale abbraccio che supera il tempo, dagli archivi dell’artista riemergono poi alcuni lavori degli anni Ottanta, come la serie “Tangram” del 1985, composta di sette pezzi, le “Lune” del 1988 e le variazioni sul tema del circolo, oltre ad alcuni grandi vasi del decennio successivo: queste opere vengono esposte al pubblico per la prima volta dopo moltissimo tempo, per raccontare otto lustri di impegno di Riccardo Monachesi al servizio della scultura. Dentro la forma e oltre la materia.

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