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Roma
Tumore nel cuore, tabù sfatato: paziente del Sant'Andrea salvato da una mucca

Sfatato il tabù sulla non operabilità dei tumori nel cuore. All'ospedale Sant'Andrea di Roma è stato effettuato il primo intervento in Italia di ricostruzione completa dell'atrio sinistro del cuore infiltrato da un tumore polmonare. L'operazione è riuscita grazie all'utilizzo di una particolare membrana bovina.

 

Il delicato intervento è stata eseguita con successo lo scorso 16 gennaio su un paziente di 62 anni dall'equipe multidisciplinare composta da chirurghi toracici, cardiochirurghi e anestesisti guidata dal professor Erino Angelo Rendina. I dettagli dell'operazione sono stati resi noti lunedì mattina durante una conferenza stampa nell'ospedale di via di Grottarossa. Hanno partecipato all'incontro l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, il rettore della Sapienza Università, Eugenio Gaudio, oltre che il 'regista' dell'operazione assieme alla sua squadra.

Rendina, che è direttore della UOC Chirurgia Toracica, unità d'eccellenza dove vengono seguiti circa 3mila pazienti e ogni anno eseguiti circa 1.300 interventi, ha spiegato la complessa procedura: "È il primo intervento di questa estensione che sfata il tabù secondo cui se un tumore infiltra il cuore non è operabile. C'è da specificare - ha spiegato - che questo era un caso selezionato, il paziente non aveva metastasi, è giovane e in buone condizioni generali, e l'infiltrazione dell'atrio era l'unica infiltrazione, in quanto non interessava altri organi".

Il paziente, Augusto Stefanacci, era affetto da un tumore del polmone destro che aveva aggredito e invaso anche una porzione del cuore, rendendone apparentemente impossibile l'asportazione completa. A seguito di un'accurata pianificazione messa in atto nei giorni che lo hanno preceduto, l'intervento chirurgico è iniziato alle 15:15 del 16 gennaio e terminato 4 ore dopo. L'equipe cardiochirurgica ha istituito la circolazione extracorporea e ha, quindi, arrestato il cuore. Il tumore è stato poi rimosso asportando il polmone destro e la parte di cuore invasa dalla neoplasia, ossia la quasi totalità della camera atriale di sinistra. È successivamente iniziata la delicata fase di ricostruzione del cuore che ha previsto la sostituzione dell'atrio di sinistra con una protesi biologica perfettamente compatibile, integrata con il tessuto del cuore nativo.

"Abbiamo usato precario bovino ovvero un foglietto di materiale biologico - ha detto Rendina- una membrana che nel bovino riveste il cuore e che permette di evitare il ricorso agli aunticoagulanti". Il paziente ha trascorso le prime 4 giornate post-operatorie presso la terapia intensiva cardio-toracico-vascolare ed è stato quindi trasferito presso il reparto di chirurgia toracica per essere dimesso lo scorso 1 febbraio.

Grande la soddisfazione anche dell'assessore D'Amato: "In questi giorni tre sono state le punte d'eccellenza della sanità del Lazio di cui ha parlato il mondo - ha detto- prima il piccolo Alex, poi Sammy Basso e oggi il signor Stefanacci. È segno che anche in un momento di recessione, tornare a investire nella sanità in maniera adeguata è elemento di sviluppo e crescita nell'interesse dei cittadini".

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