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Roma
Umberto I da paura: a Chirurgia, Pediatria, Urologia e Ginecologia no ricoveri

Se non avete sintomi da Coronavirus, evitate di andare all'Umberto I. Qui l'ex Policlinico di Roma è ormai un ospedale Covid e in caso di “infarti e incidenti stradali importanti, un intervento non tempestivo può esser causa di decesso”. Tradotto: chi non ha il virus, all'Umberto I rischia grosso.

Si apre così la lettera che il sindacato “non allineato”, Cimo spedisce al presidente della Regione Lazio, Zingaretti e all'assessore Alessio D'amato per attirare l'attenzione sul periodo buio che attraversa il Policlinico della Facoltà di Medicina e Chirurgia de La Sapienza.

Scrive il dottor Vincenzo Bianco del Cimo: “Il personale sanitario è sicuramente stanco, ma resiste e resta in prima linea a sostegno dei malati, ma non può sopportare che le amministrazioni operino senza alcuna lungimiranza e che per trovare una soluzione alla emergenza ne inneschino altre”.

Ma cosa è accaduto all'Umberto I. Ancora il Cimo: “Zingaretti con l’ordinanza del 6 novembre ha creato posti letto per l’emergenza COVID di cui 470 posti alla AUO Policlinico Umberto I , con un discutibile gioco di trasferimenti, sottraendo le risorse temporali alle aree di emergenza cardio-chirurgica e traumatologica, ma i pazienti che si rivolgono a queste aree terapeutiche si trovano in situazione di emergenza (infarti,incidenti stradali importanti e via dicendo) e un intervento non tempestivo può essere causa di decesso. Ma non solo, per adeguarsi alla necessità di far fronte alla gestione dei pazienti Covid al Policlinico Umberto I sono stati bloccati i ricoveri ordinari in chirurgia, pediatria, urologia, ginecologia”.

Malati oncologici abbandonati

“Raccontra anora il Cimo: “Dopo la prima fase , tutti ricordano le criticità emerse in ambito oncologico presso l’ AUO Policlinico, purtroppo dopo 8 mesi non esiste un percorso protetto dei pazienti oncologici e l’oncologia A è ancora composta da un primario e un medico di ruolo nonostante ci sia disponibile una graduatoria presso IFO con 44 oncologi pronti ad entrare in servizio a questo si aggiunga che c è un medico oncologo co co co da 18 anni e l’azienda non si decide a stabilizzare nonostante che abbia tutti i requisiti”.

La conclusione dei medici è un'apertura alla massima collaborazione: “Non è il tempo di fare sterili polemiche o recriminazioni ma oggi si devono trovare soluzioni rapide efficaci e durature”.

SCARICA E LEGGI LA LETTERA DEI MEDICI CIMO

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