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Roma
Vendere all'estero: “Associazioni sono tutte autoreferenziali”. Cremonesi choc

Vendere all'estero i prodotti di Roma e del Lazio. Virginia Raggi ha lanciato su Fb “Roma Commerce”: una campagna per aiutare le imprese che non sono organizzate ad “internazionalizzare”. “Sarà una strada piena di ostacoli, anche per la mentalità dei suoi interlocutori” commenta sulla sua pagina facebook, Giancarlo Cremonesi, presidente della Camera di Commercio di Roma dal 2010 al 2015.

Senza troppi giri di parole, il manager si riferisce alle piccole associazioni di rappresentanza che definisce “autoreferenziali” e spesso più interessate a piccole iniziative piuttosto che ad avere un visione di più ampio respiro e aiutare i propri iscritti a internazionalizzare i prodotti.

“Quando sono stato alla guida della Camera di Commercio di Roma, insieme alla mia giunta – spiega Cremonesi - ho affrontato il problema dell'internazionalizzazione dei prodotti, partendo dalla costatazione che il Lazio, e Roma in particolare, è una della zone in Italia che riesce a internazionalizzare meno. Questo avviene per due generi di motivi: il tessuto economico di piccole medie imprese, su questo territorio è particolarmente condizionante: ci sono grandi gruppi che operano alcuni settori specifici che già vanno all'estero grazie ai loro prodotti adatti ad un mercato internazionale; tolte queste eccellenze del territorio, il resto della produzione è condizionata dall'abitudine di avere avuto sempre un grande mercato domestico a disposizione, che non ha stimolato l'esigenza di attrezzarsi per i mercati internazionali”.

 

Ma c'è anche un altro problema, spiega il manager: “In Camera di Commercio la facevano da padrone, e ancora la fanno da padroni, le piccole associazioni di rappresentanza spesso autoreferenziali. Mentre Confindustria e Confcommercio capivano l'importanza e volevano assistere i propri iscritti cercando di fare massa critica e internazionalizzare la produzione, Confartigianato, Cna, Coldiretti, Federlazio e Confesercenti erano più interessate a piccole iniziative da poter utilizzare anche ai fini autoreferenziali dell'associazione, piuttosto che ad avere un visione di più ampio respiro e aiutare i propri iscritti a internazionalizzare i prodotti. Dato che in Camera di Commercio queste associazioni rappresentano la maggioranza, la Camera di Commercio di Roma ha sempre avuto una visione abbastanza miope sul tema dell'internazionalizzazione”.

Dopo l'affondo, Cremonesi conclude: “Oggi che il sindaco di Roma vuole, insieme alla CCIIA, sviluppare questo settore, lo vedo abbastanza problematico anche per la mentalità dei suoi interlocutori. “Cosa fare? E' assolutamente necessario far riprendere il mercato locale, immettendo fiducia e liquidità, perché le aziende romane e laziali possano recuperare forza”.

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