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Roma
Via da Roma città “ostile”: trovano lavoro solo le badanti. Crisi infinita

Via da Roma, perché ormai qui si studia ma non si trova lavoro. E chi può fugge all'estero, tanto da regalare alla Capitale il numero maggiore di iscritti all'Aire, l'Anagrafe degli italiani residenti all'estero. A leggere e decodificare i numeri è Ermenegildo Rossi, segretario romano dell'Ugl.

Spiega Rossi: “Secondo i dati AIRE, che raccoglie gli iscritti per provincia di iscrizione al 31 dicembre 2021, risultano provenienti da Roma il 6,65% della popolazione attualmente iscritta all’Anagrafe dell’Italiani Residenti all’Estero. A paragone, la città di Milano ne produce solo il 2,78%; queste percentuali producono dei numeri notevoli, ovvero 385.965 residenti all’estero per la provincia di Roma, mentre a Milano consistono in 161.232. Gli stessi dati proiettano sull’intero Lazio un numero di residenti all’estero di 495.439 persone, rispetto ai quali il dato romano corrisponde al 77,9% dell’intera regione. Quindi le restanti province, insieme, cubano solo 109.474 residenti all’estero”.

La fuga inesorabile da Roma

Ancora Rossi: “E’ incontrovertibile, quindi, un dato di costante fuga dal territorio romano, che fa si che una percentuale così alta dei residenti all’estero provenga proprio dal territorio della Capitale. Un altro dato significativo riguarda la diminuzione della popolazione romana: la popolazione censita dall’Annuario Statistico di Roma Capitale, al 2012 era di 2.913.349 persone, mentre al 2021 risultano presenti 2.813.365 persone, quindi si registra un trend di costante diminuzione nel tempo, pari a 99.984 persone nel corso di quasi dieci anni”.

I numeri dei permessi di soggiorno

ermenegildo rossi ugl roma e lazio 04Ermenegildo Rossi Ugl Roma e Lazio
 

Secondo il sindacalista i dati presentati dal Ministero dell’Interno Ufficio Centrale Statistica, area Permessi di Soggiorno Roma e Provincia, sono 328.189 i permessi di soggiorno rilasciati nell’area romana nel 2021. “Assistiamo ad una spaventosa fuga dalla città di Roma: il numero del calo della popolazione romana rappresenta una volta e mezza l’intera città di Viterbo. Non basta: non solo aumentano i romani che decidono di vivere all’estero mentre diminuisce la popolazione romana, ma se non fossero stati presenti un numero elevato di permessi di soggiorno rilasciati nello stesso territorio, oggi la percentuale di presenze sarebbe ancora più bassa (pari ad un numero paragonabile a 7 volte la popolazione di Viterbo)”.

Milano attrae, Roma fa paura

Spiega Rossi: “Non serve e non basta ragionare su un trend nazionale, che preveda come fattori scatenanti solo il calo delle nascite ed una generale difficoltà di occupazione: Roma Capitale rappresenta evidentemente un caso emblematico. Se la paragoniamo a Milano, ad esempio, la percentuale di italiani all’estero di Roma è nettamente maggiore, viene certificata l’attrattività di una città che trattiene le persone, nel caso milanese, anche oltre il periodo formativo. I dati presentati dalla Banca d’Italia su Roma Capitale certificano, ad esempio, che la nostra città rimane altamente attrattiva per quel che riguarda l’istruzione superiore, ma terminati gli studi gli studenti partono alla ricerca di situazioni più soddisfacenti, lasciando il criterio dell’attrattività in aerea romana destinato in maniera quasi esclusiva a lavori con meno richiesta di specializzazione e formazione (colf e badanti). Non solo, in tema di occupabilità, tra inoccupati e inattivi, secondo lo stesso Annuario Statistico di Roma Capitale, un numero straordinario pari a 1.048.300 persone risiedono sul territorio romano”.

Il Giubileo da occasione a stress test da brivido

La conclusione è chiara: “Questa fotografia sconcertante, conclude Rossi, ci pone l’obbligo di una riflessione dovuta: nella nostra meravigliosa città tante cose non funzionano nel modo che dovrebbero, i rifiuti, il decoro, i servizi non sono all’altezza della Capitale d’Italia e ci preoccupano queste inefficienze anche alla luce del prossimo Giubileo, che dovrà registrare un 25% di presenze in più sul territorio romano. Ma alla luce di questi dati Roma appare secondo una prospettiva tetra: siamo di fronte ad una fuga generale e costante nel tempo di residenti da Roma, che rappresenta un problema ben più importante e radicato di quelli, pur gravi, esteriori e più visibili. A mettere in fila i numeri vediamo il profilarsi di una città fantasma, piena di lavoro meno qualificante, non attrattiva e dalla quale si fugge con velocità che non ha paragoni nel resto d’Italia: questo è un sintomo che non può essere sottovalutato e che rappresenta, purtroppo, un segnale di sfiducia e rinuncia che avvolge, è evidente, anche il livello più profondo delle radici della nostra città”.

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