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Roma
Villa Zeri finisce in vendita, il santuario dell'arte di Mentana “buttato via”

di Patrizio J. Macci

 

La villa di Federico Zeri a Mentana è in vendita, con base d'asta di 2,4 milioni di euro, sul sito web che si occupa di dismettere il Patrimonio dello Stato insieme a caserme vuote e spazi inutilizzati. Edifici con i quali nessuno vuole avere più nulla a che fare e per i quali non si vuole più spendere tempo e denaro.

 

L’immobile, noto come Villa Zeri, è situato nel Comune di Mentana, alle porte di Roma. La villa è circondata da terrazzi e giardini con vista sul Monte Gennaro e sul Terminillo e comprende terreni utilizzati per attività agricola. Così recita asetticamente l’annuncio nella descrizione analitica: “L’immobile, edificato nel 1968, è realizzato con strutture portanti in cemento armato e strutture orizzontali con solai misti (cemento armato e laterizi); le tamponature sono intonacate e tinteggiate color crema, oggi sbiadito dal tempo. La villa è stata utilizzata fino al 2010 dalla Fondazione Zeri per corsi di formazione specialistica in storia dell’arte e vi dimora ancora oggi il custode. Oltre all’edificio principale, la proprietà comprende la casa del custode, articolata su due piani fuori terra ed un interrato, un magazzino, una stalla, un pollaio e un pozzo; il compendio situato in posizione collinare, è circondato da verde di proprietà a destinazione bosco, seminativo e frutteto, in prossimità della Riserva Naturale di Nomentum”.

La dimora dello storico dell'arte scomparso venti anni fa sulle colline alle porte di Roma è stata inserita nel piano di dismissioni degli immobili dell'Università di Bologna, che ha ricevuto in eredità il suo patrimonio artistico e immobiliare.

Così raccontava Zeri la genesi della sua dimora: "Poco prima della morte di mia madre, nel 1959, avevo acquistato una decina di ettari a Mentana, nelle vicinanze, allora poco frequentate, di Roma, al fine di costruirvi un giorno la mia casa. Quattro anni più tardi incaricai un architetto di Roma, Andrea Busiri Vici, di disegnarmi un progetto. Busiri Vici inventò un edificio molto semplice che io semplificai ancor più, disposto attorno a un piccolo cortile interno destinato ad accogliere la mia collezione di iscrizioni e di frammenti antichi, che in seguito è diventata una delle più importanti collezioni private nel suo genere, dopo quella formata nel Settecento dal cardinale Alessandro Albani".

All'interno, gli spazi erano stati arredati da Zeri con oggetti e dipinti di epoche e culture molto diverse, raccolti seguendo la sua predilezione personale.

La collezione comprendeva dipinti, sculture e opere dell'antichità (mosaici di Antiochia, ritratti del Fayyum, sculture di Palmyra, marmi romani), destinati dallo studioso agli eredi e a importanti istituzioni museali: Musei Vaticani, Accademia di Francia a Roma, Museo Poldi Pezzoli di Milano, Accademia Carrara di Bergamo.

Negli anni i volumi, inizialmente destinati agli ambienti della biblioteca, finirono per saturare ogni spazio disponibile. Cresceva anche la raccolta di fotografie inserite nei faldoni addossati alle pareti dello studio dove, lavorando al suo tavolo di porfido, Zeri ha condotto attività di ricerca e studio fino ai suoi ultimi giorni sperando che l’Università di Bologna proseguisse il suo lavoro. La sua speranza, per ora, è stata tradita.

 

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