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Roma
Zingaretti assenteista Pd: da marzo "latita" al Consiglio regionale del Lazio
Foto: LaPresse

di Federico Bosi

Nicola Zingaretti: “Assente”. Il presidente della Regione e segretario del Pd, in Consiglio regionale del Lazio è “latitante” dal mese di marzo. Le sue assenze giustificate per “motivi istituzionali”, cosa spesso contraddetta dal governatore stesso via social. E il centrodestra prepara una nuova mozione di sfiducia.

Chi l'ha visto Zingaretti? Questo è quello che si chiedono i consiglieri regionali da oramai oltre quattro mesi. Quattro mesi in cui il presidente della Regione Lazio, impegnato h24 alla presidenza nazionale del Partito Democratico, non si è mai visto in Consiglio regionale. A tirare avanti la “baracca” ci sta pensando Daniele Leodori, il vicepresidente ed ex presidente proprim5s, lega, angelo tripodi, o del Consiglio della Regione Lazio.

Per le opposizioni però è giunto il momento di togliere le ragnatele dalla poltrona di Zingaretti nell'aula del Consiglio alla Pisana e chiedono a gran voce un suo ritorno in aula. “Zingaretti pensa solo al Pd, ma con i soldi della Regione Lazio – tuona il consigliere regionale M5S Davide Barillari –. Anche il Pd lo sa ed ha smesso di nasconderlo in aula. Zingaretti infatti è sempre annunciato come 'assente giustificato per motivi istituzionali' ma è lui stesso a contraddirsi sui social postando foto il giorno della seduta ad assemblee del Pd giro per l'Italia. Il presidente è sempre assente per motivi legati alla politica nazionale, altro che per motivi istituzionali. Zingaretti si può permettere questo comportamento perché si è “comprato due voti per avere la maggioranza” e tirare avanti (Cavallari, ex Lega, e Cangemi, ex Forza Italia, ora entrambi al Gruppo Misto; ndr). Unico modo per cacciarlo è che esploda uno scandalo giudiziario”.

“Ci sono alcune votazioni in ballo molto delicate – continua Barillari – su temi come sanità o rifiuti e Zingaretti non si presenta in aula. Non lo fa perché ha paura di metterci la faccia. Però tutti noi cittadini continuiamo a pagarlo oltre 10.000 euro netti al mese. Tutto questo è scandaloso”.

Sulla stessa linea d'onda del Movimento 5 Stelle anche la Lega. “Per Zingaretti la Regione Lazio – spiega il consigliere regionale Orlando Angelo Tripodi – non era un priorità già prima che diventasse segretario del Pd, figuriamoci ora. Prima aveva lo scudiero Smeriglio che gli reggeva tutto, adesso con Leodori non è cambiato nulla. È sempre più assente”.

“Noi della Lega abbiamo richiesto – continua Tripodi – la sua presenza straordinaria mercoledì 31 luglio in Consiglio così che ci possa spiegare in maniera dettagliato questa pseudo uscita dal commissariamento della sanità. Vogliamo la sua presenza in aula”.

Per Tripodi, a Zingaretti “non interessa nulla della Regione Lazio” ma si tiene stretto il posto da governatore in modo tale da “far tenere le poltrone agli amici ed agli amici degli amici. Zingaretti ha messo e continuerà a mettere suoi eletti a capo di società affiliate alla Regione o a capo di aziende ospedaliere, proprio come successo settimana scorsa”.

Nonostante spodestare Zingaretti dal comando della Regione Lazio pare al momento impossibile per via dei due consiglieri che hanno voltato le spalle al centrodestra rifugiandosi nel Gruppo Misto, la Lega non si arrende e sta studiando una terza mozione di sfiducia insieme a Forza Italia e Fratelli d'Italia: “Le prime due non sono andate a buon fine per diversi motivi, ma nei prossimi giorni – conclude Tripodi – ci riproveremo con una nuova mozione di sfiducia pesantissima in cui tratteremo di temi che stanno mandando il Lazio nel baratro come sanità, ciclo dei rifiuti e nomina di bandi senza alcun tipo di trasparenza. Tutto il centrodestra è unito contro Zingaretti, l'M5S è un punto interrogativo. Il gruppo misto sarà l'ago della bilancia”.

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