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Fisco e Dintorni
Diritti dei contribuenti e la professione oggi: parola all'Avv. Sances

Negli ultimi tempi abbiamo assistito a un riaccendersi del dibattito sull’operato del Fisco, soprattutto in riferimento ai rapporti con i contribuenti e con i professionisti del settore. Si parla tanto di riforme  nell’ambito della riscossione oltre che del processo tributario e per questo motivo abbiamo deciso di rivolgerci all’Avv. Matteo Sances, esperto in diritto tributario e responsabile della sezione “FISCO E DINTORNI” di Affaritaliani, per avere un suo parere in merito agli ultimi interventi normativi.

Caro Avvocato, cosa ne pensa della recente riforma del processo tributario? È un passo avanti per la tutela dei diritti dei contribuenti?

Con il recente Decreto Legislativo n.156/2015 il Legislatore ha apportato diverse novità alle disposizioni concernenti il processo tributario. È evidente come l’obiettivo sia quello di giungere ad un’effettiva tax compliance tra Fisco e contribuente, infatti quasi tutte le novità introdotte puntano da un lato a prevenire il contenzioso, aumentando così l’applicazione dell’istituto della mediazione, mentre dall’altro tentano di porre sullo stesso piano processuale le parti in causa (per l’appunto il contribuente e il Fisco). Sicuramente tra le novità più importanti troviamo:

  • la possibilità di conciliazione della lite anche in secondo grado, seppur con profili sanzionatori diversi rispetto alla conciliazione avvenuta in primo grado;
  • l’estensione della procedura di mediazione agli atti emessi da qualsiasi ente impositore (quindi non più solo per quelli emessi dall’Agenzia delle Entrate) e dall’agente della riscossione, purché si rientri nel limite di valore della causa di 20.000,00 euro;
  • una più chiara esposizione del principio di soccombenza per quanto riguarda la condanna alle spese processuali;
  • l’immediata esecutività delle sentenze (anche se ad alcune condizioni).
  • l’estensione della tutela cautelare in tutti i gradi di giudizio grazie alla quale il contribuente, in presenza di un danno grave ed irreparabile, può chiedere la sospensione dell’atto impugnato.

In definitiva, si tratta di novità che tutelano maggiormente il contribuente, per cui vanno di certo accolte di buon grado, fermo restando che ci sarebbe ancora molto da fare per giungere ad una condizione di parità oltre che di piena e leale collaborazione tra Fisco e contribuente.

Da questo punto di vista noi difensori tributari siamo chiamati a svolgere un importante ruolo sociale consistente, a mio avviso, non solo nella mera difesa dei contribuenti ma anche nella valutazione critica di tutte le norme che riguardano il rapporto tra Fisco e cittadino perché sono fermamente convinto che solo puntando a una maggiore trasparenza e a una maggiore equità nel rapporto contribuente/Fisco si possa raggiungere una vera e propria giustizia sociale.

Contemporaneamente ritengo che noi professionisti abbiamo il dovere di far comprendere a tutti i contribuenti i loro diritti nei confronti del Fisco. Troppo spesso, infatti, vedo cittadini completamente spaesati di fronte a una moltitudine di regole che cambiano velocemente e, consentitemi, con troppa leggerezza creando di fatto una gran confusione.

Per questo motivo, anche grazie al supporto di Affaritaliani, abbiamo realizzato nei mesi scorsi un ebook gratuito intitolato “I DIRITTI DEI CONTRIBUENTI” (si veda  http://www.studiolegalesances.it/ebook-i-diritti-dei-contribuenti/ ).

Tra l’altro, visto il grande interesse riscontrato, abbiamo intenzione di realizzare un altro ebook intitolato “QUANDO SI PUO’ CHIEDERE IL RISARCIMENTO DANNI AL FISCO” perché è giusto che il contribuente conosca i suoi diritti.

 

A proposito di voi professionisti, cosa pensa del futuro della professione?

Ritengo che una delle sfide più importanti che il professionista deve affrontare in questo momento storico riguardi sicuramente la necessità di operare su un mercato che va ben oltre i confini nazionali. Un mercato che continua a chiedere organizzazione e flessibilità e soprattutto una maggiore propensione verso la condivisione di conoscenze.

Credo fortemente che oggi per poter essere competitivi sia necessario aprirsi verso l’esterno, abbandonando dunque l’anacronistica concezione dell’avvocato e del professionista in generale ancorato al suo studio e alla sua scrivania.

Dobbiamo viaggiare, confrontarci, collaborare, insomma dobbiamo condividere le nostre esperienze e fare “networking”.

A quanto pare, proprio in questi giorni dovrebbe essere all’esame del Senato un disegno di legge molto interessante, il quale mira a favorire l’aggregazione tra liberi professionisti anche solo temporaneamente. Mi fa piacere che si inizi ad andare in questa direzione ma sono fermamente convinto che prima di tutto occorre un cambiamento radicale della mentalità di noi professionisti, abituati da sempre a lavorare in “solitario”.

Proprio per questo motivo insieme ad altri colleghi abbiamo realizzato ShareProossia un portale web che promuove la mobilità dei professionisti in Italia e nel mondo attraverso lo sharing di uffici tra professionisti (www.sharepronetwork.com ).

In pratica, abbiamo l’obiettivo di portare il settore della sharing economy anche tra i professionisti grazie alla condivisione del loro studio o una parte di esso per alcune ore o qualche giorno.

Questo perché riteniamo che solo attraverso concetti come la condivisione degli spazi e delle competenze il professionista moderno possa emergere.    

Le nuove tecnologie permettono a noi professionisti di spostarci e svolgere il nostro lavoro ovunque ma per poter far ciò è importante che i concetti della sharing economy possano entrare a far parte della nostra mentalità in modo che, ad esempio, un avvocato di Milano specializzato in un determinato ramo (ma il discorso vale per tutti i professionisti) possa trovare un appoggio presso un suo collega di Londra e viceversa. Ciò permette a tutti di allargare il proprio business in un’altra città e di creare anche nuovi rapporti professionali.

Mi auguro un’evoluzione della professione in questi termini.  

 

a cura di Nicola Cicchelli 

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Tags:
#dirittideicontribuenti #professioneforense #equitalia





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