Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

I blog riportano opinioni degli autori e non necessariamente notizie, in ossequio al pluralismo che caratterizza la nostra Testata.
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Pillole d'Europa
Crisi poligrafici, aiuti alla ricerca, risparmi per pagamenti transfrontalieri

Pillole d'Europa di Cinzia Boschiero

Crisi Poligrafici, aiuti alla ricerca, risparmi per pagamenti transfrontalieri e la verità sul mes

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITÀ UTILI - In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani.

Per richieste di informazioni scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

Domanda: È vero che la Bei supporta investimenti in terapie avanzate per il trattamento del cancro e delle malattie rare? Nuccia Muresci

Risposta: sì. Ad esempio di recente la Banca Europea per gli Investimenti - BEI e la società biotech MolMed S.p.A. hanno firmato un accordo di finanziamento che consentirà a MolMed di disporre per i prossimi anni di una linea di credito fino a 15 milioni di Euro, soggetta al raggiungimento di una serie di criteri di prestazione condivisi, che sosterranno il piano di sviluppo finalizzato alla crescita sostenibile della società biotecnologica. MolMed è un'azienda biotech basata a Milano focalizzata su ricerca, sviluppo, produzione e validazione clinica di terapie geniche e cellulari per la cura di cancro e malattie rare.

Il finanziamento ha la garanzia del Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (EFSI), pilastro centrale del piano Juncker. Paolo Gentiloni, Commissario Europeo per l'Economia, ha commentato: “Assicurare finanziamenti per ricerca, sviluppo e studi clinici è fondamentale per le aziende biotecnologiche come MolMed. Il Piano di investimenti per l'Europa ha già una solida esperienza nel sostenere la ricerca sul cancro, ma questo è uno dei primi progetti realizzati in Italia.

La Commissione europea continuerà a sostenere la ricerca medica innovativa che potrebbe rivelarsi vitale per tanti cittadini europei”. MolMed è inoltre la prima società in Europa ad aver ottenuto l'autorizzazione alla produzione GMP per il mercato di terapie geniche e cellulari sia per prodotti propri che per conto terzi e/o in partnership (Strimvelis, terapia genica di Orchard per la cura dell'ADA-SCID). Il Piano di investimenti per l'Europa, il cosiddetto Piano Juncker, è stato lanciato nel novembre 2014 al fine di invertire il calo tendenziale degli investimenti già bassi e rilanciare l'economia dell'Europa.

Con il suo approccio innovativo agli investimenti, l'uso di limitate quantità di risorse pubbliche con una garanzia fornita dal bilancio dell'UE al gruppo della Banca europea per gli investimenti, consistenti fondi pubblici e privati sono stati e continuano a essere mobilitati per investimenti in settori strategici dell'economia dell'UE. Il piano Juncker ha già dato vita ad oltre 450 miliardi di Euro di investimenti, inclusi 68,8 miliardi di Euro in Italia, e supportato oltre un milione di start up e piccole medie imprese in tutta Europa.  

Domanda: Ma il MES cos’è? Mario Bresciali

Risposta: Il MES è il Meccanismo Europeo di Stabilità, detto anche “Fondo Salva Stati”, prende le proprie decisioni con una maggioranza dei voti degli Stati membri dell’Unione europea ed opera in stretto coordinamento con la Commissione europea cui spetta ad esempio la negoziazione sul MoU con lo Stato coinvolto e con la BCE e il FMI, nel caso in cui anche quest’ultimo venga coinvolto nel salvataggio finanziario.

Ad oggi il MES ha concesso prestiti a Cipro (€6,3 miliardi), Grecia (€61,9 miliardi) e Spagna (€41,3 miliardi). In precedenza nel 2010 c’era ad esempio un primo fondo temporaneo ovvero il Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF). Si trattava in realtà di una società di diritto lussemburghese che poteva sostenere finanziariamente gli stati in difficoltà , con prestiti e acquisti di titoli dello Stato, e loro banche finanziandosi a sua volta emettendo titoli garantiti dai singoli paesi europei in proporzione al capitale da questi versati nella BCE. A Irlanda, Portogallo e Grecia lo EFSF aveva assegnato complessivamente quasi 175 miliardi di euro.

Difronte al perdurare della crisi all’interno dell’Eurozona e a crescenti pressioni da parte dei Paesi maggiormente esposti, inclusa l’Italia, a partire dal luglio del 2012 l’EFSF (insieme al Fondo EFSM che faceva capo alla Commissione europea) è stato sostituito da un fondo permanente il Meccanismo europeo di stabilità (MES), cosiddetto ‘Fondo salva-stati’. Come l’ISPI ricorda il MES diversamente dall’EFSF non è una semplice società lussemburghese ma una organizzazione internazionale costituita con un Trattato affiancato ma non incluso in quelli Ue. Il capitale su cui può contare il MES è di 700 miliardi di euro di cui gli Stati membri iniziano a versare pro quota 80 miliardi di euro (con quasi il 27% del capitale la Germania è il primo contributore; L’Italia partecipa con il 18%). I prestiti concessi dal MES, dietro esplicita richiesta da parte dello stato in difficoltà, sono soggetti a una rigida condizionalità, ovvero all’approvazione di un memorandum d’intesa (MoU) con il paese in difficoltà che definisce le condizioni (in termini in generale di tagli al deficit e al debito e di riforme strutturali) alle quali il prestito viene concesso.

Domanda: È vero che la professione del poligrafico è in crisi in Europa? Luigi Buonamici

Risposta: come tutte le professioni risente dell’impatto delle nuove tecnologie. In Europa e nel mondo sta cambiando il mondo del lavoro e la figura dei poligrafici ne è un esempio. “Noi siamo fantasmi già fuori filiera, ma veniamo, nostro malgrado, accanitamente ancora ‘rappresentati’ dai sindacati di categoria, ‘parti sociali’ del Cda del Fondo Casella”, dice Maria Clara Caratelli, ex poligrafica, ”In occasione del nuovo piano di governo editoria 5.0 abbiamo presentato il gravissimo scandalo del default del Fondo Casella già costato una vita e fatto presente la soppressione della categoria. Hanno tolto la libertà di informare, e di essere informati, proprio a noi che siamo la stampa e l’informazione.  E’ inammissibile che i Italia la previdenza non sia gestita in modo adeguato e non siano tutelate le categorie quando vengono chiusi Fondi gestiti male come il nostro”. Negli ultimi anni il settore dell’editoria è passato da 16/17 mila dipendenti a 2.300,  si sta discutendo su un contratto di filiera per rafforzare quello che è l’alveo complessivo del segmento
produttivo del settore editoriale.

La Commissione europea investe 9,2 miliardi di euro per il programma Europa digitale con interventi a favore di formazione, occupazione e nuovi progetti su intelligenza artificiale. Se ne è parlato anche ad un recente corso realizzato per giornalisti a Bruxelles e organizzato dalla Rappresentanza a Milano della Commissione europea. Serve una più corretta informazione su quanto viene realizzato dalle istituzioni comunitarie.  Sulla formazione e l’aggiornamento professionale ci sono diversi programmi quali anche ErasmusPlus e per il settore editoriale ci sono i fondi di Europa Creativa che ha diversi bandi aperti. In particolare è aperto un bando (rif.EACEA/17/2019) che offre sostegno allo sviluppo di singoli progetti di produzione e ne possono beneficiare società di produzione audiovisiva indipendenti legalmente costituite da minimo dodici mesi. Ha un importo totale di cinque milioni e 400mila eur ed una prossima scadenza al 12 maggio 2020.

Domanda: Ci sono nuove norme europee sui pagamenti transfrontalieri che fanno risparmiare
consumatori e imprese? Ludovica Mastrefano

Risposta: sì. Consumatori e imprese negli Stati membri non appartenenti alla zona euro potranno
effettuare pagamenti transfrontalieri in euro a costi inferiori. Con le nuove norme europee tutti i
pagamenti transfrontalieri in euro in Stati membri non appartenenti alla zona euro (Bulgaria,
Croazia, Cechia, Danimarca, Ungheria, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Polonia, Romania e
Svezia) avranno il medesimo costo di quelli nazionali. Ad esempio, d'ora in poi per inviare euro
all'estero un consumatore bulgaro pagherà le stesse commissioni applicate a un bonifico in lev
all'interno della Bulgaria. In altre parole, le commissioni per i pagamenti transfrontalieri in euro saranno molto basse o addirittura nulle. Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo per
un'Economia al servizio delle persone, ha dichiarato: "Queste norme consentiranno a tutti i cittadini
e a tutte le imprese in egual misura di effettuare pagamenti transfrontalieri in euro a basso costo. Si
tratta di un esempio positivo e concreto di come il mercato unico può creare benefici tangibili per i
consumatori europei. Ad esempio, una famiglia romena che desideri inviare denaro in euro al figlio
in scambio Erasmus a Parigi non dovrà più sostenere costi aggiuntivi, perché ora si applicherà la
medesima commissione applicata a un'operazione nazionale in Romania".

 

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