Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

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Pillole d'Europa
Istruzione e religione, le sfide europee
Suor Anna Monia Alfieri, Marcelline, Consiglio Scuole CEI

Pillole d'Europa
di Cinzia Boschiero

ISTRUZIONE E RELIGIONE : LE SFIDE EUROPEE

 

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTE E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI - In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni scrivete a cinziaboschiero@gmail.com

 

Programmi comunitari come ErasmusPlus (14,7 miliardi di euro per il periodo 2014-2020), i fondi strutturali destinati alla formazione e all’aggiornamento professionale, i crediti formativi e strumenti come Europass puntano a rendere più agevolati progetti di cooperazione nel settore dell’istruzione e la mobilità sia di studenti che di docenti e personale non docente a favore di una condivisione di obiettivi eppure in questa Europa molte sono ancora le disparità. Ad esempio aumentano i dati relativi alle scuole cristiane e paritarie che sono costrette a chiudere in Italia e in Europa. A cosa è dovuto? Lo chiediamo a suor Anna Monia Alfieri, Presidente Regione Lombardia di FIDAE, federazione di Scuole Cattoliche primarie e secondarie, dipendenti o riconosciute che ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti da alte autorità ecclesiastiche e civili, tra questi una medaglia d’oro (1985) da parte del Presidente della Repubblica Italiana; collabora con ad esempio il Comitato Europeo per l’educazione cattolica (CEEC) che raggruppa 26 Stati europei.

Domanda: Lei ritiene che sia importante mantenere diversificata l’offerta formativa in Italia e in Europa?

Risposta: Sì. Aiuta a mantenere alto il livello di qualità dell’istruzione con una sana competitività. Il contributo di Stato alle scuole paritarie in Italia non risponde ai principi anche europei di pluralismo dell’offerta, diritto di scelta delle famiglie, sussidiarietà tra iniziativa statale e privata e non rispetta la natura pubblica del servizio educativo affermati in Italia dalla legge 62/00 sulla parità. Si riveda il finanziamento di tutto il sistema scolastico italiano come richiede l'Europa che invita gli Stati membri (Italia compresa) e proseguiamo in questa direzione come con la legge 107/15. Il welfare italiano non può più sostenere e giustificare un sistema scolastico così classista regionalista e discriminatorio. Il buono scuola in Italia non potrà non smuovere i cittadini ad investire nella formazione a patto che sia una buona formazione e senza spreco di risorse. Il comparto scuola è ritornato alla ribalta in Europa e senza mezze misure. Si spera che le buone idee prevalgano alle disquisizioni sterili. E’ una sfida lanciata a tutti. 

Domanda: il Ministro Giannini vi ha mandato una lettera di apprezzamento per il vostro impegno e per il libro che avete redatto ?

Risposta: Sì. Bene la misura dei 100 milioni di euro del Patto di Stabilità interno per Province e Città Metropolitane, per opere di edilizia scolastica. Grazie al Ministro per la Sua attenzione alle scuole paritarie, tuttavia i 471,9 milioni di euro come contributo per le scuole paritarie per il 2015 significano meno di 400 euro a studente. Di fatto si tratta di 22 milioni in meno rispetto ai 493.898.626 milioni stanziati nel 2014 e di 27 milioni in meno in confronto ai 498.928.558 messi a disposizione nel 2013.

Domanda: secondo Lei il dato che stanno chiudendo molte scuole cristiane e cattoliche e paritarie in Europa (- solo in Italia ne sono state chiuse di recente 230)-, è dovuto ad una carenza di fede?

Risposta: di sicuro questa Europa che non riconosce la radice culturale cristiana e cattolica della maggior parte degli Stati che ne fanno parte non aiuta a comprendere la forza dei Valori che stanno alla base della convivenza, del rispetto reciproco, della tolleranza, dell’accoglienza e inoltre molti Stati , tra cui l’Italia penalizzano con pochi sgravi e tasse elevate chi vuole, per libera scelta, iscriversi a scuole ed università paritarie cristiane e cattoliche. In Francia i genitori pagano solo i servizi extra  e gli insegnanti sono pagati invece dallo Stato, come nella scuola pubblica, mentre gli enti locali coprono una parte degli altri costi, permettendo così ai singoli di proporre rette opportune per i genitori. In Spagna gli aiuti alla «concertada» azzerano il costo delle rette. La scuola "concertada" in Spagna concentra il 30% degli alunni delle primarie e secondarie (fino a 15 anni). In Italia ad esempio l'introduzione dell'imposta sugli immobili (Imu) anche per gli edifici che ospitano istituti scolastici paritari mette a rischio l'esistenza stessa stessa di queste scuole. I costi del personale docente e non docente rappresentano il 70 per cento dei costi delle scuole pubbliche ma serve un sistema meritocratico in merito; in oltre due terzi dei paesi dell’Unione europea le autorità regionali o locali contribuiscono al finanziamento dell'istruzione scolastica con entrate proprie. Circa due terzi dei paesi prendono in considerazione le disparità fra le scuole o le regioni per stabilire il livello delle risorse per il personale. Nel Regno Unito (Inghilterra) e nei Paesi Bassi vengono utilizzati criteri standard basati sulla performance per determinare l'ammontare delle risorse per il personale e poi sono definiti dei criteri nella maggior parte dei Paesi europei utilizzati per definire l'ammontare destinato ai beni e ai servizi operativi. Ci sono poi risorse solitamente stanziate attraverso sovvenzioni previste nell'ambito di un programma di discriminazione positiva destinato a ridurre gli svantaggi in materia di istruzione che derivano da differenze geografiche, sociali, linguistiche o di altra natura. Tali programmi possono includere, per esempio, zone di istruzione prioritaria, insegnamento di lingue minoritarie e programmi speciali a supporto di bambini portatori di handicap. Basterebbe quindi prendere spunto dalle best practices e dare rilievo alla qualità dell’istruzione italiana invece di scimmiottare trend “modernistici” con test poco adeguati alle modalità di sviluppo educativo e mentale dei nostri giovani.

Domanda: Lei ha scritto un libro in particolare che è stato presentato di recente presso l’Università Cattolica alla Alta Scuola Impresa e Società (ALTIS) a Milano alla presenza di presidenti di associazioni di genitori, docenti, giovani studenti e rappresentanti della società civile ed avete evidenziato la necessità di mantenere la qualità educativa, proponendo ad esempio l’introduzione di un costo standard di sostenibilità per allievo, di cosa si tratta?

Risposta: Lo proponiamo unico sia per la scuola statale che per quella paritaria, diverso in funzione del grado di scuola e del tipo di studente, costruito su una logica di personalizzazione efficiente dei processi educativi. E’ costruito tenendo in considerazione le potenzialità delle scuole (managerialità, nuove competenze etc.). Si risparmierebbero 7,7 miliardi di euro. Si consentirebbe alle famiglie la libertà di scelta che oggigiorno è negata, si farebbe un’operazione di equità per le famiglie meno abbienti che oggi non possono permettersi di scegliere una paritaria ad esempio in Italia. Si punterebbe sulla modernizzazione della scuola con una armonizzazione del sistema educativo puntando alla qualità e all’elevazione degli standard di sostenibilità e qualità al rialzo per contenuti e offerta di servizi ai giovani e alle famiglie. In Italia le famiglie di circa 874 mila alunni, di cui 622 mila nella scuola dell’infanzia, 186 mila della primaria e 66 mila della media e superiore possono beneficiare della detraibilità del 19% per le spese sostenute per un importo annuo non superiore a 400 euro ad alunno, il Miur stima un risparmio di circa 76 euro a figlio, all’anno, per undici anni di scuola. Certo che 76 euro rispetto ai costi annuali delle rette per le scuole paritarie sono ben poca cosa.

 

 

Tags:
istruzione religione europa





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