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Welfare salute e comunicazione
Il peso dei ricordi

Ma i nostri  ricordi hanno un peso?                                 

"... A volte il gravame dei pensieri rende la vita un peso insostenibile ..." scriveva anni fa un anonimo, ed aveva perfettamente ragione.  

Chissà quante innumerevoli volte vi è capitato di ascoltare frasi come : "... Ho una responsabilità che mi pesa come un macigno..!", oppure : "... sono oberato dal peso dei ricordi..", ".. Questo ricordo mi pesa tantissimo !.." , ".. Ho un peso sul cuore dal quale voglio liberarmi..! "
 Tutte frasi che abbiamo sempre avuto occasione di ascoltare, o abbiamo noi stessi  pronunciato in certe circostanze.
Ma sono davvero frasi fatte o modi di dire ? No, non lo sono. Sono bensì modi di " sentire". 
Gli ultimi studi di epigenetica e di psiconeuromodulazione hanno messo in luce una realtà nuova e per molti versi affascinante sulla rilevanza empirica di quell'universo che, normalmente, si pensava fosse il regno della metafisica, della pura trascendenza, cosa si poteva immaginare di più inconsistente di un pensiero ? In fondo è qualcosa da sempre considerato invisibile, non rilevabile se non corrispondente ad azioni ad esso collegate. 
Le nuove frontiere della ricerca pura, oggi hanno spostato questo confine, sino ad ieri non conosciuto, e lo hanno riposto all'interno della realtà misurabile e quantificabile. In un futuro molto prossimo potremmo anche "misurare" un processo cognitivo (quindi un pensiero, perchè tale è) nel senso della sua durata, della sua massa e del suo peso.
"Ad oggi, studi ed esperimenti condotti in modo separato da più gruppi di ricercatori, hanno dimostrato che il comportamento umano è un processo con eziologia energetica-ambientale che induce lo scatenamento nel nostro organismo di complesse reazioni bio-elettro-chimiche, veicolate dalla rete neuronale, che funge così sia da circuito elettrico che da alimentatore per il "computer generale" che è il nostro cervello- afferma il Dr. Giovanni Cozzolino, ricercatore epigenetista- Le sensazioni che si producono attraverso la nostra connessione con il mondo esterno, ci mettono in condizione di ricevere, continuamente da quest'ultimo, quella che Einstein già definiva "energia di campo". Cioè la sommatoria, praticamente infinita, di frequenze energetiche di carattere elettro-magnetico che vengono, poi, convertite in processi sensazionali i quali producono l'attivazione di ormoni, che si trovano naturalmente nel nostro corpo, come gli estrogeni, e che possono svolgere un ruolo importante nel determinare quale tipo di proteine una cellula produce in risposta a un messaggio epigenetico."
Quindi, con queste affermazioni possiamo arrivare a capire che la radice prima dei nostri pensieri, dei nostri processi cognitivi, abbia una radice ed una base puramente materica, così come le nostre emozioni ed i conseguenti comportamenti.
Tutto ciò indubbiamente getta una luce nuova, densa di affascinanti possibilità e di scoperte ulteriori.
Le ultime tecnologie potrebbero già essere in grado, quindi, nel breve periodo, di poter misurare la qualità e la quantità di ormoni reagenti ad un " imput " ambientale di qualsiasi natura. 
"In base a tutto questo, si rende possibile il quantificare del numero di proteine attivate e prodotte, ed il loro peso /massa, utilizzando parametro di misurazione U.M.A.-Dalton (Unità di Massa Atomica)- prosegue Cozzolino- e si può arrivare, quindi, a definire, diciamo in senso materiale, la massa ed il peso di un prodotto cognitivo di una qualsiasi tipologia, a partire da un "problem solving" fino ad un "complesso di colpa", nel momento del suo agire, in quanto sarebbero conteggiate le quantità ormonali e le unità proteiche coinvolte nel processo, individuandone la regione organica dove questo processo sta di fatto avvenendo.
L'ipotesi, ad oggi, è che si tratti di pesi e masse ultra-piccole, dell'ordine di 1 u ? 1,660 538 921 × 10?27 kg, pari ad un miliardesimo, di un miliardesimo, di un miliardesimo di grammo per ogni unità proteica considerata per unità di tempo, definendo quest'ultima come un secondo"
Quindi, con queste ipotesi, possiamo arrivare a pensare che un nostro pensiero, come quelli di cui si faceva cenno precedentemente, ha una massa ed un peso di alcuni miliardesimi di grammo al secondo. Una massa decisamente infinitesimale, ma in grado di esprimere una energia altissima inversamente proporzionale alla sua massa, similmente alla reazione atomica.
"L'utilizzo che si può fare di questa scoperta, e del raggiungimento di questa conoscenza è tutta, ovviamente, da sviscerare, da comprendere pienamente- chiarisce la D.ssa Sabrina Ulivi, psicoterapeuta e master in psiconeuroimmunologia , interpellata sull'argomento - Sicuramente possiamo affermare che cambierà il modo in cui ci si approccerà al nostro mondo psicologico e psichico, avendo come paradigma di riferimento una realtà che attinge dall'energia ambientale (diremo cosmica ) in una dimensione materica ed empirica ancora largamente sconosciuta ma tangibile. L'uomo, quindi, nel suo intero, avvolto dalla realtà circostante che sono il suo vissuto, le sue origini, il suo spazio nel mondo, e che hanno, di fatto, un " peso" determinante nella sua vita. Un approccio nuovo e diverso che già la Psiconeuroimmunologia contempla e che vede esattamente la risultanza di quanto espresso da Cozzolino, nel processo di cura e riabilitazione delle patologie da stress cronico, ad esempio, dove davvero il " peso" di situazioni subite e sopportate, determinano nell'individuo ripercussioni obbiettivabili, misurabili, e quindi più identificabili e con più alto tasso di invertibilità  "afferma Ulivi. 
Nel breve volgere di qualche anno la tecnologia sarà sicuramente in grado di produrre e porre allo stato operativo, software all'avanguardia, in grado di poter definire lo stato, la massa, il peso di impatto, la capacità energetica scatenata da un qualsivoglia processo cognitivo, il suo aspetto negativo e in quello positivo. Già esistono tecnologie avanzate in grado di misurare lo stato di salute dal punto di vista energetico, fisico ed immunologico, che offrono una piattaforma certa da cui partire per riabilitare l'organismo sottoposto a stress cronico, la speranza è che la ricerca e la scienza vadano avanti sempre più, per poter dare riposte concrete a chi ne ha necessità. 
Tutto questo nulla toglierà al fascino misconosciuto dei nostri sogni, delle nostre elucubrazioni, ancora meno nel gioco delle nostre emozioni. La cosa che si potrà aggiungere sarà solo la conoscenza dell'effetto che tutto ciò avrà, nella nostra quotidianità. Probabilmente ne migliorerà alcuni aspetti, sicuramente una maggiore consapevolezza scientifica, quindi attendibile, che il " peso" che noi davvero sentiamo, localizzato al centro del plesso solare che è il punto più vitale, nel chakra del cuore, potrà incidere sul nostro cambiamento, mettendo a tacere anche alcuni nostri demoni, e certamente potrà aprire la porta a nuovi interrogativi.
Sarà comunque un passo avanti importante della scienza, sempre più alla ricerca dei grandi perchè, dimostrare l'esattezza di queste teorie, l'importanza delle quali,  solo il futuro potrà svelarne la portanza e l'efficacia.  

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