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Sempre troppo poche le donne nei board delle maggiori imprese europee

’Solo un 33% dei Consigli di Amministrazione delle maggiori imprese europee sono in regola con le regole della Commissione Europea che richiede una presenza femminile almeno del 40%’ è il risultato, un po’ impietoso, che emerge dallo studio di EWoB, European Women on Boards, associazione indipendente sostenuta dall’EU. Un’associazione, nata nel 2013 e presieduta dalla finlandese Päivi Jokinen, con lo scopo di promuovere il progresso delle donne nei massimi livelli delle realtà imprenditoriali.

 

Lo studio ha preso in considerazione le compagnie presenti, in 17 Paesi, nell’Euro Stoxx 600.

Sempre troppo poche le donne nei board delle grandi imprese europee

Su questo tema di uguaglianza tra presenza femminile e maschile ben 53 grandi gruppi hanno i Board dominati dagli uomini, mentre soltanto 30, che rappresentano il 5% del totale, sono appena in equilibrio.

 

Guidate da donne sono soltanto 28 grandi imprese su un totale di 600. 99 hanno invece una presenza femminile in uno dei primi livelli gestionali tra cui le posizioni di direttore finanziario, direttore strategico e consigliere delegato.

 

Di che nazionalità sono le imprese più virtuose sono l’aspetto della uguaglianza tra i sessi nei posti di comando?

 

Dallo studio emergono al primo posto le realtà francesi, quelle svedesi e del Regno Unito. Ben sette, tra le prime venti, appartengono infatti alla Francia.

Ovviamente le situazioni migliori si vedono in Paesi che hanno una legge sulla parità di genere; come ad esempio in Italia, Belgio e Germania in cui le aziende considerate, non eccellono, ma stanno allineate alla media.

Sempre troppo poche le donne nei board delle grandi imprese europee

Quali sono le imprese più virtuose sotto questo profilo?

 

Tra le prime venti compagnie le svedesi Castellum, Fabege, Expol, H&M20 e Investor.

Poi le francesi Kering, Sodexo, Iliad, Accor, Gecina,L’Oreal, Suez Environnement.

Le inglesi Easy Jet,BHP Group, Diageo, Auto Trade Group e Moneysupermarket, e le norvegesi Telenor e DNB. E un’unica azienda del Belgio, Cofinimmo.

 

Nell’analisi di EWoB emergono anche quelle realtà imprenditoriali meno ‘virtuose’ sotto il profilo della parità di genere nei posti di comando.

Tra queste: la danese Ambu, l’italiana Glanbia, le tedesche Nemetschek, Porsche, Deutsche Wohnen e United Internet.

Molte compagnie svizzere: Swiss Life , Kuehne + Nagel, Sika, Baloise , Barry Callebaut, Galenica Sante, PSP Swiss Property, Lindtdnd Spruengli y Schindler.

 

In Europa, per quanto riguarda la parità di genere nei board di grandi aziende, negli ultimi cinque anni sono stati fatti passi positivi.

La direzione è quella giusta ma è necessario lavorare ancora molto per raggiungere la tanto auspicata parità di genere, soprattutto nelle posizioni di responsabilità e in quelle decisionali.

 

 

 

 

        

        

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