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Sindacati in piazza: "Il governo passi ai fatti"

Basta con le parole, il Paese ha bisogno di fatti. I sindacati scendono in piazza a Roma per richiamare il governo e la politica alle proprie responsabilità. Un richiesta che viene anche da Milano dal
presidente di Assolombarda Carlo Bonomi: bene le priorità espresse dal premier Conte ma è importante che sia serio nell'applicarle. "Vorrei che quello che si dichiara fosse poi fatto realmente", afferma Bonomi indicando priorità segnalate anche da Cgil, Cisl e Uil: giovani, donne, lavoro e crescita.
I sindacati hanno avviato la mobilitazione, in concomitanza con lo sciopero dei lavoratori di ArcelorMittal in Italia. E l'ex Ilva, insieme ad Alitalia e ai 160 tavoli di crisi al Mise, sono stati i temi centrali di oggi; le altre due manifestazioni che si terranno a Roma giovedì 12 e martedì 17, saranno rispettivamente sul rinnovo dei contratti pubblici e privati e sulla stabilizzazione dei precari, e su pensioni, stato sociale, riforma fiscale, non autosufficienza. Ma i leader confederali avvertono il governo che senza risposte la lotta non si fermerà qui.
La più dura sul palco di piazza Santi Apostoli è la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan: "Proseguiremo negli scioperi e nelle manifestazioni senza escludere nulla". E non risparmia critiche al governo e alla politica, che non devono più mettere le imprese al centro delle liti interne: "Ci vuole serietà in queste cose, quella che finora è sempre mancata. Non ci bastano - ha insistito Furlan - cambiamenti di modi: non abbiamo bisogno di gentilezza ma di risposte. In un anno non è cambiato nulla". Il popolo rappresentato dai sindacati - fa notare - non vive di "sondaggi elettorali e di tweet ma di lavoro" e "invece di vedere quanto sale un partito e quanti sono i follower, i politici dovrebbero guardare quanti disoccupati ci sono e quante vertenze non sono ancora chiuse".
Richiama alla concretezza anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: "Basta parole, non c'è più tempo da perdere. Ora si facciano le cose, è il momento dei fatti". "Un patto sociale - ha spiegato - significa chiedere a imprese e al governo di mettere al centro il lavoro, la persona, i diritti dei lavoratori" e per questo occorre "un'idea di sistema, una collaborazione di tutti". Aggiunge Barbagallo: bene un patto per il lavoro "ma prima dovremmo fare un patto per la pace produttiva di questo Paese perché litigano su tutto". Il governo - ha osservato - ha avuto un atteggiamento di confronto, ha aperto molti tavoli e noi siamo sempre pronti ad andare ma oltre alle chiacchiere vorremmo le soluzioni ai problemi posti".
Ieri Cgil, Cisl e Uil hanno bocciato come insufficienti i 100 milioni aggiuntivi messi sul tavolo dall'esecutivo per il rinnovo del contratto degli statali. Oggi torneranno a Palazzo Chigi per discutere di investimenti e Mezzogiorno, ma hanno già criticato la scarsità di risorse messa nella manovra e il mancato avvio dei cantieri. Giovedì sarà la volta del tavolo su ArcelorMittal, occasione per ribadire che l'accordo di un anno fa va rispettato e non possono esserci esuberi. Stop liti e balletti sulla ex Ilva - hanno detto difronte al migliaio di lavoratori giunti da Taranto - l'azienda ha sbagliato ad andare in tribunale e i licenziamenti non passeranno. Bene la partecipazione pubblica, ma occorre un piano industriale serio. Nessun esubero sarà consentito anche in Alitalia, che ha bisogno di un piano industriale di rilancio e deve evitare qualsiasi spacchettamento.