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Il Sociale
Crescono gli italiani che non possono permettersi farmaci o visite mediche
Visita medica


Secondo il rapporto annuale del Banco Farmaceutico, quest'anno almeno 580mila persone hanno chiesto farmaci agli enti caritativi, il 4% in più rispetto al 2016. "Tra i poveri assistiti, oltre all’aumento degli stranieri (+6,3%), va rilevato quello dei minorenni (+3.2%)"

La salute prima di tutto, si suol dire. Ma se non si hanno i soldi per comprare le medicine, che succede? È un problema che assilla sempre più persone in Italia. Come rivela il nuovo rapporto del Banco Farmaceutico, onlus che raccoglie farmaci donati da aziende, farmacie e dai singoli cittadini e li ridistribuisce agli enti caritativi. Ebbene, nel 2017 c'è stato un incremento del 9,7% di richiesta di farmaci e sono circa 580 mila le persone che li hanno ricevuti grazie ai 1.722 enti caritativi convenzionati con il Banco Farmaceutico. Si tratta di un dato, riferito soprattutto alle richieste arrivate al Banco Farmaceutico in occasione della Giornata nazionale di raccolta dei medicinali (che si svolge in febbraio), che scatta una fotografia preoccupante sulla cosiddetta "povertà sanitaria" in Italia. Complessivamente, la richiesta di farmaci è cresciuta del 27,4% nel quinquennio 2013-2017. "Tra i poveri assistiti, oltre all’aumento degli stranieri (+6,3%), va rilevato quello dei minorenni (+3.2%) - si legge nel Rapporto-. Gli under 18, in particolare, rappresentano il 21,6% degli utenti. La crescita maggiore si evidenzia tra i minorenni italiani (+4,5% in un anno, contro il +1,5% dei minori stranieri)".

Il rapporto è stato redatto in collaborazione con BFResearch, IBSA, Osservatorio Donazione Farmaci (organo di ricerca di Banco Farmaceutico) ed è stato presentato questa mattina. Contiene anche i risultati di un’indagine commissionata da Banco Farmaceutico a Doxa Pharma (condotta su un campione rappresentativo di utenti) che ha rilevato che un individuo su tre è stato costretto a rinunciare almeno una volta ad acquistare farmaci o ad accedere a visite, terapie o esami. Il 16% ha cumulato tutte le tipologie di rinuncia. Il 23% degli intervistati ha rinunciato almeno qualche volta ad acquistare farmaci. Rinuncia soprattutto chi ha un titolo di studio basso (40,85%), chi ha più figli (42,1%) e chi vive al Sud (50,6%). Rinunciano casalinghe (40,2%), pensionati (39,8%) e – più di tutti - i lavoratori atipici (51,2%). Chi ha rinunciato a farmaci in 4 casi su 10 ha dovuto ridurre in modo molto consistente anche visite, terapie ed esami. Più ampia (26%) la platea di chi ha rinunciato alme­no una volta a visite, esami o terapie. Poco meno della metà di questo sot­togruppo ha dovuto rinunciare tre o più volte alla cura nel corso dell’anno. Anche dentro il perimetro degli utenti coperti dal Servizio Sanitario Nazionale ci sono problemi: più del 10% degli intervistati ha rinunciato a visite ospedaliere o a esami del sangue, non potendosi permettere il ticket.

Da un’elaborazione di Banco Farmaceutico sui dati Istat, emerge che in Italia, nel 2015, le persone indigenti hanno potuto spendere per curarsi 29 centesimi al giorno, ovvero 106 euro all’anno (14 euro in meno rispetto all’anno precedente), contro i 695 euro (+13 euro) del resto della popolazione. Contestualmente, le famiglie povere hanno potuto spendere solo il 2,4% del proprio budget in salute (22,18 euro su 905.84 euro mensili), contro il 4,5% (111,92 euro su 2.498,58 euro mensili) delle famiglie non povere. Inoltre, nel 2015, oltre 13 milioni di italiani (un milione in più rispetto al 2014) hanno limitato il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per mo­tivazioni di tipo economico. Sono in questa condizione 20 famiglie non povere e 42 povere su 100. Non solo. Secondo l’Osservatorio sui Medicinali (OsMed) di AIFA - le spese farmaceutiche totalmente a carico delle famiglie sono ammontate, nel 2016, a 8 miliardi 165 milioni di euro, ovvero il 37,1% della spesa totale (22 miliardi 58 milioni di euro). Significa che il SSN, nonostante assolva in buona parte alla sua funzione universalistica, copre solamente il 62,9% di tale spesa. (dp)

fonte: www.agenzia.redattoresociale.it

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farmaci visite mediche





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