Fondazione Cariplo: riparte l’attività 2018 con "Storie di persone. Dal 1816"
Fondazione Cariplo entra nel 2018 con l'evento "Storie di persone. Dal 1816". Il racconto dell’attività filantropica 2018 e di una lunga storia alle spalle
Fondazione Cariplo: riparte l’attività 2018 con l'evento "Storie di persone. Dal 1816"
Fondazione Cariplo: riparte l’attività 2018 con "Storie di persone. Dal 1816". Un evento che ha presentato le attività che la vedranno impegnata nel 2018 e il rinnovato racconto di una storia che affonda le sue radici nel 1816. Dagli archivi storici infatti emerge la notizia che nel 1816, più di 2 secoli fa, esisteva già un organismo filantropico, che nel 1818, cioè, esattamente 200 anni fa, prese il nome di Commissione Centrale di Beneficenza, lo stesso appellativo con cui oggi viene chiamato l’organo di indirizzo della Fondazione. I Bandi 2018 per la cultura, il sociale, l’ambiente e la ricerca scientifica sono già on line, per un’attività filantropica complessiva che per l’anno in corso mette a budget 184 milioni di euro a sostegno dei progetti.
Fondazione Cariplo: riparte l’attività 2018 con l'evento "Storie di persone. Dal 1816". Un lungo percorso
Non solo numeri, ma storie di persone, quelle che ogni anno sono protagoniste e beneficiano di oltre 1000 progetti - che la Fondazione nel 2018 sosterrà con un budget di oltre 184 milioni di euro - sono state al centro dell’evento al Centro Congressi Cariplo di Via Romagnosi, organizzato in collaborazione con il Piccolo di Milano, al quale hanno preso parte il Presidente Giuseppe Guzzetti, il Direttore Generale Sergio Urbani, il professor Francesco Zurlo del Politecnico di Milano, e Barbara Costa, direttrice dell’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo. Il racconto dell’attività filantropica 2018 si è fuso con la presentazione del lungo percorso che ha portato ad un nuovo brand della Fondazione e alla scoperta di una storia che parte da lontanissimo.
Fondazione Cariplo: riparte l’attività 2018 con l'evento "Storie di persone. Dal 1816". Le parole di Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo
“Si apre un anno importante, di fatto l’ultimo anno completo di gestione da parte degli attuali organi in carica, – spiega Giuseppe Guzzetti presidente di Fondazione Cariplo - un anno con numerose attività ed impegni. Apriamo quest’anno in un modo nuovo, recuperando in modo significativo la nostra tradizione, anche con la presentazione di un nuovo logo, ricordando, dopo un percorso durato più di un anno, che quello che facciamo oggi è la trasposizione professionale e moderna di valori che affondando le proprie radici oltre 200 anni fa. Non possiamo e non dobbiamo dimenticarci chi siamo e da dove veniamo. Io guardo, ancora e sempre, avanti. Guardo a quelle migliaia di bambini che non hanno un'alimentazione sufficiente, sono addirittura milioni in tutta Italia quelli che vivono in un contesto di povertà educativa e culturale. Penso ai giovani senza lavoro, a quelli che si sono persi, sfiduciati, che non studiano e non cercano più un'occupazione. Penso a coloro che invece hanno una grande voglia di mettere la loro intraprendenza e competenza al servizio dell'innovazione e della ricerca scientifica. Penso alle famiglie che cercano casa, alle periferie e al loro grande potenziale di rigenerazione, delle relazioni oltre che delle infrastrutture”.
Fondazione Cariplo: riparte l’attività 2018 con l'evento "Storie di persone. Dal 1816". Guzzetti: la cultura nell'anno del Patrimonio Culturale Europeo
Ancora Guzzetti: “La cultura: questo è l'anno del Patrimonio Culturale Europeo, quanto abbiamo fatto per valorizzare il nostro patrimonio e quanto ancora abbiamo da fare; non sarà mai finita, perché il nostro patrimonio non è fatto solo di monumenti ed opere d'arte, ma di individui, donne, uomini, ragazzi, bambini e anziani che come patrimonio più importante hanno quello di sentirsi parte e partecipi di un processo di cittadinanza che ormai va oltre i confini nazionali. Educazione e cittadinanza: due parole chiave anche per la salvaguardia del nostro patrimonio ambientale. Penso alle persone che vivono ai margini, e che solo le comunità vive possono tenere ancorate alla vita. Penso agli anziani. Saranno, anzi dico saremo, sempre di più; ma anche in questo caso non dobbiamo avere paura: le comunità e la ricerca scientifica, oltre che la programmazione nelle politiche sociali, sono in grado di far trascorrere la vecchiaia in modo dignitoso, perfino utile. Gli anziani, ma più in generale tutte le persone, vanno viste come risorse. Se le vediamo come un problema non possiamo guardare avanti, ma nemmeno indietro. Guardare costantemente al quotidiano, vivendo alla giornata, e non avere prospettive, in ogni campo, è la cosa peggiore. Situazioni molto simili a quel contesto di oltre 200 anni fa, in cui muoveva i primi passi la Commissione centrale di beneficenza, che raccoglieva fondi per aiutare la popolazione bisognosa. Ricordare la storia da un lato significa che i problemi sono ricorrenti, dall’altro che c’è sempre stato chi se n’è fatto carico, c’è ancora e sempre ci sarà”.