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Il Sociale
Siria, l'Italia in campo per le popolazioni del Rojava

Una campagna umanitaria per le centinaia di migliaia di profughi fuggiti da Afrin, l’enclave curda nel nord della Siria occupata lo scorso 20 marzo dalle truppe di Erdogan. “SiAmo Afrin” è una mobilitazione su scala nazionale e internazionale nata per raccogliere fondi destinati a beni di prima necessità in soccorso ai disperati in fuga dalla guerra, che stanno cercando rifugio nei campi allestiti ad al-Shahbaa, Nabal, Zahraa e Shirewa nelle vicinanze di Aleppo. Ad organizzarla e animarla è una serie di realtà della società civile: dalla ong Gus – Gruppo Umana solidarietà, ai centri sociali italiani, alla fondazione Hêvî attiva nel territorio siriano del Rojava.

 

La campagna umanitaria è partita il 25 aprile e si concluderà il 2 giugno. Le donazioni verranno versate al Ministero della Sanità di Afrin e quindi saranno devolute in beni di prima necessità. A distribuirle nei campi profughi nell’area di al-Shahbaa ci penserà la Mezzaluna Rossa Curda, unica associazione a poter operare in quelle zona.

Nell’ambito di“SiAmo Afrin”, la ong Gus  il 15 maggio è riuscita a consegnare 28 tonnellate di generi alimentari di prima necessità agli sfollati che si trovano nel campo profughi al-Shahbaa, dove vivono circondati da forze ostili, assediati e impossibilitati a muoversi senza il supporto della comunità internazionale. A rendere possibile la spedizione sotto il profilo logistico è stata la fondazione Hêvî attiva nel territorio siriano del Rojava

Fra gli obiettivi di “SiAmo Afrin” c’è anche quello di tenere vigile l’opinione pubblica su quanto sta succedendo nella regione del Rojava, dove convivono curdi, arabi, yazidi e assiri in un mosaico di etnie. E dove negli ultimi anni è stato dato vita alla Federazione Democratica della Sira Settentrionale, cioè a una forma di convivenza politica basata sul confederalismo democratico e sui principi dell’uguaglianza fra i popoli, la democrazia dal basso, la parità fra generi e l’ecologia. Grazie ad un fitto calendario di incontri, “SiAmo Afrin” sta animando iniziative in tantissime città italiane, per portare solidarietà ai profughi e denunciare il silenzio della comunità internazionale.

Fra i rappresentati della campagna umanitaria c’è Karim Franceschi, il ragazzo di Senigallia che per primo si è unito all’Ypg, l’Unità di protezione popolare durante la liberazione di Kobane e poi di Raqqa. Il logo di “SiAmo Afrin” è stato disegnato da Zerocalcare. Come spiegato da Franceschi, “Negli incontri in giro per l’Italia parleremo anche delcambiamento demografico organizzato e sistematico in corso nella regione di Afrin. Gestito congiuntamente da Russia e Turchia. Centinaia di migliaia di famiglie jihadiste da Ghuta, stanno raggiungendo la zona di Afrin, e occupando le abitazioni degli sfollati. È uno degli aspetti taciuti di questa grave emergenza umanitaria in corso”.

 

Secondo l’ultimo rapporto della Mezzaluna Rossa i profughi sono 177mila, assediati dalla guerra e da fame, epidemie, estrema penuria di acqua potabile. Le tendopoli allestite riescono a contenere solo una piccola parte della popolazione in fuga, tutti gli altri sono costretti a rifugiarsi riparo in scuole, moschee e nelle abitazioni distrutte dai jihadisti che fino all’agosto del 2017 occupavano quella provincia e che hanno affiancato l’esercito turco nella conquista di Afrin.

 

La raccolta fondi è attiva sulla piattaforma web “Rete del dono” (http://l2l.it/siamoafrin). Oppure tramite bonifico bancario al conto corrente di Banca etica N° IT 83 Q 05018 02600 000016709206.

 

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siria siamoafrincampagna umanitaria siamoafrin





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