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9 maggio 1980/2020: 40 anni di stranieri in Serie A per un Top 11 da sogno!

Il 9 maggio del 1980 la Figc ufficializzava la riapertura delle frontiere. Il tronfo della nazionale azzurra al mondiale del 1966 aveva spinto i vertici del calcio a bloccare i nuovi acquisti all'estero, nel tentativo di valorizzare i talenti nostrani.

Solo gli stranieri già in forza alle nostre squadre prima del blocco hanno potuto continuare a giocare in Serie A, ma dopo il ritiro del brasiliano Sergio Clerici il campionato 1978/79 fu il primo con solo italiani in campo.

Due stagioni di assoluta autarchia, i tempi erano maturi per tornare a setacciare campioni in giro per il mondo.

E l'inizio è stato davvero folgorante, con gli arrivi di Falcao (Roma), Krol (Napoli) e Brady (Juve) a inaugurare la serie. Inzialmente c'era il limite di un solo straniero per squadra, innalzato a due nel 1982 e a tre nel 1988.

Poi è arrivata la sentenza-Bosman, la liberalizzazione dei giocatori comunitari e una vera e propria valanga di campioni, da ogni angolo del pianeta. 

A cavallo tra gli anni '80 e '90 il campionato italiano era una specie di campionato per mondo, dove si esibivano i migliori in assoluto.

Zico e Junior, stelle del mitico Brasile 1982, giocavano rispettivamente nell'Udinese e nel Torino... e nemmeno sono entrati in questa Top 11, che peraltro esclude anche fenomeni come Batistuta e Shevchenko. E la lista potrebbe continuare a lungo.

Questo perché, al di là di numerosi "bidoni" mitologici, arrivati in tutte le epoche, le nostre squadre hanno veramente potuto contare sulla crème del pallone. Per farne una squadra con un equilibrio tattico accettabile c'è voluta qualche alchimia, ma il risultato è davvero da urlo.

Ecco le nostre scelte, ruolo per ruolo:

Portiere: DIDA (Brasile)

Nei primi anni del Millennio è stato il miglior portiere del mondo, nonostante la dura concorrenza di Buffon. La più importante sfida diretta tra i due numeri 1 ha visto il Milan conquistare la Champions League 2003 proprio contro la Juve, grazie anche ai tre rigori parati dal brasiliano, che l'estate precedente aveva vinto il titolo iridato con la Seleçao.

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Terzino destro: CAFU (Brasile)

Dopo lo Scudetto vinto con la Roma nel 2001, "Pendolino" è stato capitano del Brasile campione del mondo 2002, per poi trasferirsi al Milan, dove ha arricchito il suo palmarès con un mondiale per club, una Champions, due Supercoppe europee, uno Scudetto e una Supercoppa italiana.

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Difensore centrale: LOTHAR MATTHAEUS (Germania)

I suoi anni d'oro lo hanno visto troneggiare a centrocampo, vincendo lo Scudetto dei record con l'Inter nel 1989 e il mondiale con la sua nazionale l'estate successiva. Prò piazzarlo in difesa non è solo una alchimia tattica, per lasciare spazio ad altri fenomeni: proprio in questa posizione ha concluso la sua carriera, alla bella età di 40 anni.

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Difensore centrale: RUUD KROL (Olanda)

Con l'Ajax ha vinto tutto, compresa la Coppa Campioni (contro la Juventus) e la Coppa Intercontinentale. Con la nazionale olandese ha preso parte a due mondiali, nel 1974 e nel 1978, perdendo in entrambi i casi la finale contro la squadra di casa. Dopo una breve parentesi negli USA, è arrivato a rilanciare un Napoli che con lui è arrivato al terzo posto nel 1981 e al quarto nel 1982. Se non si fosse infortunato, forse lo Scudetto sarebbe arrivato prima.

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Terzino sinistro: ANDREAS BREHME (Germania)

In quattro anni con l'Inter, dal 1988 al 1992, ha vinto lo Scudetto di record, una Coppa Uefa e una Supercoppa italiana. E' però rimasto nella storia per un'altra impresa: il calcio di rigore che ha consentito alla "Mannschaft" di battere l'Argentina di Maradona e conquistare il mondiale di Italia '90. Un rigore decisamente discutibile, concesso a cinque minuti dalla fine e sorprendentemente calciato col piede "sbagliato", il destro.

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Centrocampista: PAULO ROBERTO FALCAO (Brasile)

Grande colpo del primo calciomercato dopo la riapertura delle frontiere, ha trascinato la Roma alla vittoria dello storico Scudetto del 1983, oltre a due Coppe Italia. Gli è mancato il sigillo più ambito: la Coppa dei Campioni che i giallorossi di Liedholm hanno perso ai rigori, proprio all'Olimpico, contro il Liverpool. Nonostante le critiche per non essersi presentato sul dischetto nel momento cruciale, Falcao è stato "l'ottavo Re di Roma"... almeno fino a quando lo scettro non è passato a Totti.

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Centrocampista: ZINEDINE ZIDANE (Francia)

Dal 1996 al 2001 ha incantato i tifosi della Juventus, vincendo due Scudetti, una Supercoppa italiana, una Supercoppa europea, l'Intercontinentale e anche il meno prestigioso Trofeo Intertoto. Campione del mondo e d'Europa con la Francia nel biennio 1998/2000 (dopo due vittorie rocambolesche sull'Italia), nel 2006 ha chiuso la carriera dopo la finale del mondiale persa contro gli azzurri di Lippi. E dopo la folle espulsione per la testata a Materazzi. Ma anche dopo un pazzesco cucchiaio a Buffon dagli 11 metri.

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Centrocampista offensivo: MICHEL PLATINI (Francia)

Con tre Palloni d'Oro vinti di seguito dal 1982 al 1984 è stato il protagonista di un'era favolosa della Serie A, nella quale sfidava fenomeni come Maradona, Zico, Falcao e Rummenigge. Due Scudetti, una Coppa Italia, la Coppa delle Coppe, la Coppa dei Campioni prima persa ad Atene e poi vinta nella notte maledetta dell'Heysel, con un suo rigore del quale non è mai andato fiero. L'Europeo vinto nel 1984 con la Francia e la Coppa Intercontinentale del 1985 con la Juve sono stati il picco di una carriera alla quale è mancato il mondiale.

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Trequartista: DIEGO ARMANDO MARADONA (Argentina)

Semplicemente il più grande di tutti i tempi, con buona pace di Pelè. Protagonista assoluto del mondiale vinto dall'Argentina nel 1986, quattro anni dopo in Italia avrebbe meritato il bis, ma è stato beffato in finale dalla Germania. Nel mezzo, è riuscito a portare il Napoli dove mai nessun altro era arrivato, conquistando due Scudetti (1987 e 1990), una Coppa Italia, una Supercoppa e una Coppa Uefa. Ancora oggi, i ricordi di quelle imprese commuovono chiunque ami il calcio.

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Attaccante: RONALDO (Brasile)

Pallone d'Oro 1997, l'anno seguente ha vinto la Coppa Uefa con la maglia dell'Inter e ha perso la finale del mondiale contro la Francia, dopo un misterioso malore che lo ha colto nella mattina della partita. Nel 2002 si è rifatto conquistando il titolo iridato in Corea/Giappone, consolandosi anche della tremenda delusione del 5 maggio, quando l'Inter è stata superata in extremis dalla Juve, che le ha strappato lo Scudetto. Per i tifosi nerazzurri è stato ancora peggio quando il Fenomeno, pochi giorni dopo, ha deciso di trasferirsi al Real Madrid. E cinque anni dopo ha ulteriormente ferito i suoi ex tifosi, scegliendo il Milan. Ma nei suoi anni migliori era davvero il numero uno al mondo. Nonostante una serie impressionante di gravi infortuni.

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Attaccante: MARCO VAN BASTEN (Olanda)

Anche lui ha pagato un prezzo altissimo agli infortuni, chiudendo la carriera in anticipo per via dei continui problemi al ginocchio. Ha comunque fatto in tempo a conquistare tra Palloni d'Oro, vincendo l'Europeo 1988 con l'Olanda (leggendario il suo gol in finale contro l'Unione Sovietica) e contribuendo a portare il Milan nella storia con tre Champions League, due Intercontinentali, due Supercoppe europee, quattro Scudetti e quattro Supercoppe nazionali.

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