Si affloscia la "boba" di Andres D'Alessandro. Il cabezon torna in Argentina

Il ritratto della settimana: Affari ripropone la storia di Andres D'Alessandro e della sua Boba afflosciata

Fine della corsa: il sogno europeo di Andres D'Alessandro è tramontato. Il 26enne fantasista argentino ha preparato le valige, si è imbarcato sul primo volo ed è tornato a Buenos Aires. Sarà il nuovo rinforzo del San Lorenzo. Un acquisto di lusso per una squadra che naviga a metà del guado nel Torneo di Apertura lontana anni luce dal Lanus capoclassifica. Una meta di ripiego se pensiamo alle ambizioni che "El Cabezon" (il testone) nutriva a inizio carriera, quando i rumors di mercato lo accostavano ai top club europei (Milan compreso) e osservatori di tutto il mondo si accomodavano sugli spalti del Monumental per seguire le partite del suo River Plate. Il sogno di sfondare nel Vecchio Continente probabilmente ha iniziato a infrangersi con la prima scelta sbagliata: il Wolsburg. Il club tedesco, grazie all'aiuto della Volswagen, sborsò la cifra record di 7,5 milioni per strappare il 22enne D'Alessandro alla concorrenza.

VIDEO: LA BOBA E LE MAGIE DI ANDRES D'ALESSANDRO

Un colpo d'immagine (fine a se stesso) per i dirigenti teutonici, una sventura per un giocatore non ancora pienamente formato: iniziare la nuova vita calcistica in un club di medio-basso calibro del 'freddo' campionato tedesco non fu proprio il massimo per permettergli di esprimere il suo talento. Talvolta però ai soldi non si comanda e l'unica soddisfazione raccolta da Andres fu quella, puramente statistica, di aver siglato il gol numero 4mila dalla creazione della Bundesliga. Robetta. Da lì in poi è stato un pellegrinaggio sfortunato, a cavallo tra Inghilterra (Portsmouth) e Spagna (Real Saragozza): altro che Real, Milan o Juve. Senza mai un vero colpo d'orgoglio, un rendimento da grande giocatore, all'altezza delle attese. Con lui, si è afflosciata anche la sua famosa 'boba', la specialità della casa. Per quei due o tre che se ne fossero dimenticati (ci fu un diluvio mediatico tra il 2002 e il 2003 attorno a questa giocata), si tratta di quella finta che gli permetteva di saltare l'uomo, ai bei tempi, in Argentina e che mai è riuscita a ipnotizzare i duri marcatori europei. Ora D'Alessandro prova a rilanciarsi in patria, agli ordini di Ramon Diaz, attuale tecnico del San Lorenzo. E' l'uomo che lo lanciò ai tempi del River Plate e se non riesce lui a recuperarlo non ce la può fare davvero più nessuno. Il treno è partito e sta transistando velocemente all'ultima fermata: non ci sarà un'altra occasione di raggiungere l'empireo calcistico per 'Andres il testone'...

Giordano Brega


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