Bruno Pizzul contro il calcio: “Oggi mi lascia perplesso”
La sua voce è inconfondibile. Bruno Pizzul ha raccontato centinaia di partite di calcio descrivendo l’adrenalina dei mondiali. “All’inizio la mia voce sembrava nasale e non adatta a fare il telecronsita”, dice Pizzul da Pierluigi Diaco (che con il programma “Io e te - di notte”, ieri ha sfiorato il 9% di share superando il milione di telespettatori).
Il calcio di oggi, però, sembra convincere poco il famoso telecronista. “Si è trasformato in qualcosa di piuttosto mercantile, attento al marketing… ci lascia un pochino perplessi”, racconta Pizzul su Rai1. Poi - al fischio d’inizio dell’intervista - riavvolge il nastro dei ricordi. Partendo dall’inizio della sua carriera.
“Ho avuto la fortuna di fare il telecronista di calcio, quindi di assumere un ruolo che mi ha dato tanta visibilità e via dicendo, però al tempo stesso un qualcosa del quale bisogna sì essere contenti ma al tempo stesso senza entrare troppo in superbia”, racconta il telecronista. I suoi esordi con il microfono in mano, dopo una parentesi da calciatore, sono stati scanditi da un corso con altri 31 colleghi.
“Con me c’era Bruno Vespa, Mariangela Buttiglione, Paolo Frajese, tantissimi altri bravi colleghi che ricordo con estremo piacere. Non avrei pensato di fare questo lavoro. Anzi, quando da giovane giocavo a calcio avevo calcio avevo maturato una certa antipatia per la categoria dei giornalisti sportivi. Poi il destino ha voluto che diventassi raccontatore del calcio anziché giocatore e lì è stata una soddisfazione ma anche un dovere raccontare il calcio rispettando al massimo quello che i giocatori riuscivano a fare”. Parola di Bruno Pizzul.
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