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Decreto Crescita, siluro sulla serie A. Milan, Inter, Juventus, cambiano mercato e rinnovi
Giroud e Maignan - Rabiot (foto Lapresse)

Decreto Crescita, siluro sulla serie A. Milan, Inter, Juventus, cambiano calciomercato di gennaio e rinnovi di alcuni campioni di serie A

Decreto Crescita, Lega Serie A: "Minore competitività delle squadre, riduzione ricavi, minore gettito all'erario"

Decreto Crescita, siluro sulla serie A. Milan, Inter, Juventus, cambia il mercato di gennaio

La mini proroga al Decreto Crescita è saltata. Una mazzata che colpisce duramente la serie A dopo che nelle scorse ore sembrava che si sarebbe andati sino a fine febbraio con l'attuale regolamentazione prima di toglierla. Un cambio di scenario che arriva a poche ore dall'apertura del calciomercato di gennaio e che rischia di cambiare le strategia impostate da diversi club di serie A. O comunque di rendere molto più cari certi colpi di mercato.

Il Milan in primis viene toccato. I rossoneri puntavano a due new entry in difesa: se una è legata al ritorno low cost di Matteo Gabbia (conclusione anticipata del prestito al Villarreal), sul secondo si guardava al mercato straniero e tra i nomi caldi figuravano Clement Lenglet (in prestito dal Barcellona all’Aston Villa), Thilo Kehrer (West Ham) o Nordi Mukiele (le quotazioni del centrale del Psg erano comunque già in calo). Senza dimenticare le voci su Serhou Guirassy in attacco: il 27enne centravanti guineiano dello Stoccarda (clausola da 18 milioni) chiede infatti 5 milioni netti d'ingaggio. Stipendio che col Decreto Crescita sarebbe stato molto più semplice da raggiungere. E, dopo il 31 dicembre, diventerà più complessa la strada che porta ai rinnovi di Olivier Giroud (in scadenza a fine stagione) e Maignan: il club rossonero cerca di blindare Magic Mike (contratto al 2026 si lavora per arrivare al 2028) su cui ci sono le sirene di diversi top club (Bayern Monaco in primis).

A proposito di rinnovi, l'Inter in quest'ottica dovrebbe mettere al sicuro entro fine anno quelli di Mkhitaryan e Darmian. Mentre sul fronte acquisti non dovrebbe saltare Tajon Buchanan, ma il terzino destro canadese del Bruges ovviamente costerà di più sul fronte ingaggio (per lui dovrebbe essere pronto un contratto da circa 1,5 milioni a stagione).

La Juventus e il Napoli stanno seguendo il centrocampista del Tottenham, Pierre Emile Hojbjerg: giocatore che piace ad Allegri, sarebbe graditissimo a Mazzarri ma su cui c'era lo scoglio del cartellino (valutazione 30 milioni) e ora anche quello dell'ingaggio visto che in Premier League guadagna 6 milioni di sterline. Juve che nelle trattive per il rinnovo di Adrien Rabiot perde i vantaggi del Decreto Crescita: la volontà del club bianconero è proseguire il matrimonio, ma va ricordato che l'attuale ingaggio del centrocampista francese è tra parte fissa e bonus sui 7 milioni netti. E che l'ingresso in scena di club stranieri (molti in Premier League guardano a lui) diventa ancora più pericoloso in questo nuovo scenario. E non dimentichiamo anche Moise Kean (il cui contratto scade nel 2025)

Napoli che invece nelle scorse ore ha chiuso il prolungamento di Viktor Osimhen appena in tempo: dal primo gennaio al lordo sarebbe costato 20 milioni anziché una dozzina.

Vogliamo guardare a Roma? Da tempo si parla del futuro di José Mourinho: lo Special One ha fatto sapere di voler restare nella capitale, certo però gli attuali 7 milioni netti di ingaggio avrebbero un peso maggiore con un rinnovo oltre il 31 dicembre. Ad ogni modo, al di laà dei soldi, sul futuro della panchina giallorossa se ne riparlerà nelle prossime settimane quando si capirà la volontà dei Friedkin.

Decreto Crescita, senza la "distruzione del calcio italiano": quelle parole di Giorgio Furlani (Milan)

E qui tornano alla mente le parole pronunciare qualche settimana fa dall'ad del Milan, Giorgio Furlani. "Senza il decreto sarebbe la distruzione del calcio italiano". Sicuramente la serie A con l'annullamento degli sgravi fiscali per i calciatori in arrivo dall'estero (residenti da due anni fuori confine, quindi anche italiani che avevano lasciato il nostro Paese) la serie A rischia di essere meno competitiva. Che questo giovi ai calciatori italiani (e alla Nazionale) sarà da vedere. "I risultati sportivi portano ricavi, ma salta tutto se venisse tolto il Decreto Crescita; senza il decreto sarebbe la distruzione del calcio italiano - aveva spiegato Furlani - Da quando c'è il Decreto Crescita ci siamo trovati a fare grandi risultati in Europa come calcio italiano, perché noi siamo business di talento: siamo sotto altri mercati a livello economico, siamo in un contesto difficile... Ma guardiamo: è impossibile fare un progetto stadio, ci sono limiti su extra-comunitari, contratti più corti... L'unica leva che ci rende competitivi con gli altri campionati europei è il Decreto Crescita".

Decreto Crescita, Lega Serie A: "Minore competitività delle squadre, riduzione ricavi, minore gettito all'erario"

Lega Serie A in una nota "prende atto con stupore e preoccupazione delle indiscrezioni di stampa circolate in serata relativamente alla decisione che il Consiglio dei Ministri avrebbe preso di non approvare alcuna proroga del regime fiscale speciale per gli impatriati lavoratori sportivi. Tale decisione, se confermata, avrà quale unico risultato un esito diametralmente opposto a quello perseguito. La mancata proroga, come anche illustrato in maniera puntuale e dettagliata in una nota inviata al Governo nei giorni scorsi, produrrà infatti minore competitività delle squadre, con conseguente riduzione dei ricavi, minori risorse da destinare ai vivai, minore indotto e dunque anche minor gettito per l’erario. Dal momento che la proposta di proroga aveva ottenuto il via libera tecnico per essere presentata in Consiglio dei Ministri, il fatto che alla fine sarebbe stata esclusa lascia supporre che sia prevalsa per l’ennesima volta una visione del calcio professionistico distorta e viziata da luoghi comuni fallaci: una visione che purtroppo non tiene conto dello straordinario ruolo economico, oltre che sociale e culturale, che ricopre questo comparto industriale in Italia. Qualora l’esito del Consoglio dei Ministri venisse confermato, la Serie A auspica che il Parlamento possa correggere questo errore che danneggia non solo il calcio italiano, ma tutto lo sport e il suo considerevole indotto».

 

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