Eziolino Capuano: "Rieti? Stiamo facendo un miracolo sportivo. Sogno la serie A"

Istintivo, verace, grintoso. Eziolino Capuano non ha certamente bisogno di presentazioni. Una carriera vissuta sull'otto volante, tra sogni, passioni, e tanta determinazione di farsi strada nonostante gli ostacoli che si potesse trovare davanti. Si racconta in esclusiva ad Affari Italiani, un primo bilancio sulla nuova avventura e tanto altro ancora. 

Da qualche anno a questa parte idolo incontrastato del web. Il Rieti se lo gode, attendendo un futuro che potrebbe essere piu' roseo che mai:

L'inizio della nuova avventura a Rieti non senza difficoltà, con grandi risultati però. Prime sensazioni?

'Rieti e' stata una scelta fatta più col cuore che con la mente, dopo gli anni che avevo fatto, venire a Rieti non è stato facile. Poi ho trovato delle persone eccezionali, un gruppo di ragazzi giovanissimo ma pieni d'entusiasmo ma con mille difficoltà, tra penalizzazioni, gestione Matera dove tutti guadagnano punti e noi li perdiamo, per queste nefandezze che spero non si ripetano più, nemmeno ci credo, dopo il fallimento del Modena, continuano ad accadere, comunque penso che stiamo facendo un miracolo sportivo. Dovremo avere una penalizzazione, per noi salvarci direttamente sarebbe un capolavoro'.

Un campionato di Serie C falsato o ancora in crescita?

'Sul fatto che sia falsato non c'è ombra di dubbio. Prendiamo ad esempio il nostro percorso, sulla mia gestione io ho perso sette punti sulle concorrenti più difficili per il caso Matera. Non può essere un campionato normale, però bisogna dire che chi lo sta vincendo come la Juve Stabia lo sta strameritando, e' una squadra che ha perso una sola partita a Catania, che sta facendo un campionato di assoluto livello, come il Trapani, e poi ci sono i fallimenti sportivi intendo, quello della Casertana, da noi tutti era accreditata come la squadra che doveva stravincere il campionato, oggi addirittura rischia di uscire dai play-off. A prescindere dagli argomenti che esulano dal terreno di gioco, bisogna dare i complimenti a chi sta facendo veramente bene'.

Il ruolo dell'allenatore, com'è cambiato nel corso degli ultimi anni?

'L'allenatore oggi non ha più quei valori di tanti anni fa. Oggi ci sono tanti ragazzotti che smettono di giocare, escono da Coverciano e magari pur di allenare ascoltano l'influenza del presidente, del direttore, prima non era così. Prima c'era una meritocrazia, altissima, ho avuto il piacere a Rieti di conoscere un giovane direttore che avrebbe meritato una carriera diversa, (Malu Mpasinkatu) ndr, che il suo lavoro lo conosce, poi ne ho trovati tanti altri, magari non con l'umiltà di questo ragazzo. L'allenatore deve essere un uomo vero, autoritario e autorevolezza, deve decidere con la propria testa senza farsi condizionare, anche se pensò che questo mondo sia fatto di tanti condizionamenti'.

Beniamino della rete più che mai da qualche anno a questa parte. Perché secondo lei?

'Perché dico quello che penso, sono andato a Castellammare domenica, ho difeso sempre i popoli, sono stato accolto in maniera incredibile dopo tredici anni, stessa cosa a Potenza qualche settimana prima, penso che quando vado ad allenare penso al popolo, ne solo il garante. Non lo dico come frase di circostanza, sono uno che cerca di inculcare e di difendere una prestazione, un risultato, pensando alla gente che vive il risultato della propria squadra per una settimana intera e probabilmente per questo sono stimato ed amato'.

I sogni alimentano la passione. C'è un sogno che tiene nel cassetto?

'I sogni alimentano la passione e li devi rincorrere, quando smetti di sognare, vuol dire che vai verso il crepuscolo come diceva Giacomo Leopardi, tutto si affloscia e tutto finisce. Il sogno ti rende vivo, ti rende sempre forte, capace di raggiungere l'obiettivo, e il mio obiettivo resta sempre quello di raggiungere la Serie A'