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Gli Europei? Li ha già vinti l'Atalanta: è una fabbrica di campioni e di soldi
Matteo Pessina (Lapresse)

Il miracolo-Atalanta si manifesta sul campo, ma nasce negli uffici della società della famiglia Percassi. Da quando Gian Piero Gasperini siede sulla panchina nerazzurra, la “Dea” ha rinverdito i fasti della mitica partecipazione alla Coppa delle Coppe 1987/88, allorché la squadra che militava in Serie B arrivò a giocarsi un'epica semifinale persa col Malines. Roba da letteratura sportiva.

Gasp e il ritorno in Europa

Giunta ai quarti di finale di Coppa Uefa nel 1990/91, l'Atalanta è poi rimasta fuori dall'Europa per 26 anni. Nel 2016/17, la prima stagione di Gasperini a Bergamo, ha ottenuto il quarto posto in campionato, qualificandosi per l'Europa League. Nel 2019 e nel 2020 ha migliorato il suo piazzamento arrivando terza ed entrando per la prima volta nella sua storia in Champions League. Al cospetto con le grandi potenze del calcio, nella stagione 2019/20 è stata eliminata nei quarti di finale dai multimilionari del Paris Saint Germain, vincitori nei minuti di recupero della partita secca disputata a Lisbona alla vigilia di ferragosto, per via dei forti condizionamenti imposti dal Covid-19. Terza per il terzo anno consecutivo nell'ultima stagione di Serie A, l'Atalanta si appresta a una nuova avventura in Champions League, ma intanto si gode un record storico realizzato dai suoi giocatori impegnati negli Europei.

Atalanta da record a Euro 2020

Dei 9 nerazzurri schierati dalle rispettive nazionali nella fase finale, già cinque sono andati in gol: oltre all'azzurro Matteo Pessina, hanno gonfiato la rete Robin Gosens (Germania), Aleksej Mirančuk (Ucraina), Mario Pasalic (Croazia) e Joakim Mæhle (Danimarca). In questo modo, la “Dea” ha già eguagliato il record storico detenuto da Anderlecht (Euro '84), Barcellona (2000) e Real Madrid (2012), unici altri club che hanno vantato cinque marcatori diversi in un'edizione del campionato europeo per nazioni! Fa un certo effetto vedere l'Atalanta accostata a club che per blasone appartengono al Gotha del calcio continentale e anche per questo il modello gestionale dei nerazzurri è diventato un caso di studio.

Per approfondire: Percassi, tra sport e impresa: una case-history di successo

La competenza sfida la potenza economica

La sfida alle grandi potenze del pallone non è “solo” sul campo. O, meglio: la si può condurre sul campo proprio grazie alla capacità manageriale, che serve a colmare un gap di risorse davvero schiacciante. Eppure, in netta controtendenza rispetto alla sempre più evidente crisi del calcio, negli ultimi cinque anni l'Atalanta ha aumentato di due volte e mezzo i ricavi, passando da 60 a 154 milioni nell'ultimo anno fiscale. Ovviamente, essere diventati habituèe della Champions League incide eccome, generando circa il 40% dei suddetti ricavi, ma anche operazioni come lo stadio di proprietà – ancora un miraggio per ingombranti vicine di casa come Milan e Inter – l'hanno aiutata a crescere dell'80% nelle entrate commerciali. Il tutto tenendo il monte-ingaggi sotto i 75 milioni di euro e comunque piazzandosi davanti alla Juventus di Andrea Pirlo, che invece in stipendi ha speso ben 286 milioni.

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