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Obesità danneggia le funzioni cerebrali e può causare l’Alzheimer

OBESITÀ E ALZHEIMER: L’ECCESSO DI PESO PUÒ PORTARE ALL’ALZHEIMER

L'obesità danneggia il cervello: uno studio di Princeton rileva che l'eccesso di peso porta all'Alzheimer innescando le cellule che consumano sinapsi cruciali
Dei due miliardi di adulti in sovrappeso nel mondo, oltre 600 milioni sono obesi e le malattie del cervello sono in aumento. Questo studio di Princeton, pubblicato sul Journal of Neuroscience, è uno dei primi a mostrare perché.
 

OBESITÀ E MALATTIE CORRELATE: L’OBESITÀ CAUSA L’ALZHEIMER

Gli scienziati hanno dimostrato per la prima volta come l'obesità innesca le basi per lo sviluppo dell' Alzheimer.

L'aumento di peso in tutto il mondo ha portato a più diagnosi di diabete, malattie cardiache e demenza, ma è stato indagato meno il rapporto tra obesità e degenerazione cerebrale. Ecco una  nuova ricerca che potrebbe aprire la strada al trattamento preventivo.

I ricercatori della Princeton University hanno identificato come l'obesità sia alimenta da determinate cellule che consumano la sinapsi, danneggiando la funzione cerebrale.

I ricercatori dicono che questa scoperta è la prova che la salute del cervello dovrebbe essere una seria preoccupazione per le persone con obesità e per i loro medici e vi è un'urgente necessità di terapie mirate per proteggerli dalle malattie neurodegenerative.

OBESITÀ DANNEGGIA IL CERVELLO: LO STUDIO

La salute del cervello è direttamente influenzata dall’eccesso di peso, ma ancora questa connessione è poco studiata.

Per chiarire questo collegamento e stimolare ulteriori azioni a favore della salute del cervello nelle persone obese, la ricercatrice dell’Istituto di Neuroscienze di Princeton, Elise Cope, ha condotto una serie di esperimenti sui topi.

L'obiettivo era replicare studi precedenti che dimostrassero la connessione tra obesità e cervello, al fine di  dimostrare come l’eccesso di peso alimenti l'Alzheimer.

Un gruppo di topi è stato condotto ad una stato di obesità alimentandoli eccessivamente con diete ricche di grassi e zuccheri e, come previsto, quei topi hanno sviluppato problemi cognitivi. In particolare, i topi hanno lottato con compiti che richiedevano un uso intenso dell'ippocampo, che controlla la memoria e la consapevolezza spaziale. 

I ricercatori hanno notato che questi topi avevano sviluppato un'attività febbrile delle cellule immunitarie primarie nel cervello chiamate cellule della microglia. Inoltre i ricercatori hanno notato anche una diminuzione della quantità di "spine dendritiche", fibre che fuoriescono dalle cellule cerebrali e aiutano a trasmettere segnali elettrici. La ricerca ha dimostrato che abbiamo ricordi migliori e funzioni cerebrali più acute se abbiamo più di queste "spine" e se queste "spine" sono spesse e dense.

Il team di Cope ha provato a manomettere questi diversi elementi per vedere cosa ha avuto un impatto, e alla fine ha trovato il fattore chiave: una volta bloccata l'attività microgliale, i topi non hanno faticato così tanto con i loro compiti.

In sintesi lo studio ha suggerito come l'obesità sembri "guidare la microglia in una frenesia di sinapsi", come dice Cope, aspirando le spine dendritiche necessarie per guidare le informazioni attraverso il nostro cervello.

La dottoressa Cope afferma che la ricerca mostra che potrebbero essere sviluppati metodi di trattamento per indirizzare l'attività della microglia.


 

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