A- A+
Sport
Ivano Bonetti: dalla Scozia a Skudowave, passando per Platini

Cosa succede a un calciatore, una volta che le scarpe sono state appese al chiodo e le luci della notorietà si sono spente? Siamo ormai abituati a vedere molti vecchi idoli degli stadi diventare severi commentatori televisivi, ma nei canali sportivi ovviamente non c'è posto per tutti. 

In alcuni casi, la fine della carriera è anche l'inizio di un tunnel che porta a vere e proprie sciagure, o per problemi personali come nel caso – ad esempio – di Paul Gascoigne o per tracolli finanziari come quello che ha riguardato Andreas Brehme.

Il luogo comune che descrive la maggioranza dei calciatori come persone poco avvedute e capaci di destreggiarsi nella vita per fortuna è stato più volte smentito dai fatti. Tra le storie più edificanti c'è quella di Ivano Bonetti, che forse oggi non tutti ricordano, ma che ha alle spalle una carriera decisamente importante.

Ha vinto lo Scudetto e la Coppa Intercontinentale con la Juventus. Ha fatto il bis del tricolore con la maglia della Sampdoria. Ha segnato l’ultimo gol dell’ultima partita della carriera di Michel Platini, esattamente trent’anni fa. È stato il primo calciatore italiano ad emigrare in Inghilterra negli anni ’90, inaugurando la “Italian Invasion” che ha segnato un’era. Eppure, oggi il suo lavoro è decisamente molto lontano dal dorato mondo del pallone.

L’ex centrocampista è nato a Brescia il primo agosto 1964, in una vera e propria “football family”. Suo padre Aldo ha giocato con la maglia delle Rondinelle prima della Seconda Guerra mondiale. Il fratello Mario ha militato nell’Atalanta e l’altro fratello Dario, decisamente più noto, ha giocato con Roma e Juventus, incrociando la carriera con quella dello stesso Ivano.

Quest’ultimo, cresciuto nelle giovanili del Brescia, ha debuttato in prima squadra a soli 17 anni, per poi emergere con la maglia del Genoa in Serie B. Nel 1985 è stato acquistato dalla Juventus, con la quale ha fatto il suo debutto in A proprio contro la Roma del fratello Dario, battuta 3-1: “È stato magnifico esordire e vincere così. Alla fine dell’incontro, Dario, non sapeva se essere triste per la sconfitta o felice per me. Io ero soltanto felice”. Pur giocando poco, ha fatto parte della squadra che si è laureata campione del mondo a Tokyo, grazie al rigore decisivo di Platini.

Nella seconda stagione torinese ha trovato un po’ più spazio e ha anche segnato il suo primo gol, all’ultima giornata. Si giocava contro il “suo” Brescia e Bonetti è entrato al 62°, al posto di Massimo Mauro. Quindici minuti dopo ha firmato una rete dolceamara, perché ha comportato la retrocessione della sua ex squadra: “Per almeno dieci giorni non potrò tornare a casa – disse all’epoca Ivano – perché non mi perdoneranno mai questo sgarbo. Ma, capitemi, dovevo fare qualcosa di grande prima di chiudere il campionato. Quando ho battuto Aliboni ho sentito dentro una grande gioia, ma anche una grande tristezza”. Sebbene parzialmente oscurato dallo sciopero dei giornalisti, quel 17 maggio del 1987 è passato alla storia per l’uscita di scena di Platini che, appena 32enne, ha appeso le scarpe al chiodo. 

Bonetti, che non ne aveva ancora compiuti 23, sperava che quella prodezza rappresentasse una garanzia per il suo futuro in bianconero: “Ora aspetto che la società decida qualcosa. Alla Juve ho imparato molto, ma dalla Juve vorrei avere la possibilità di dimostrare il mio valore. Senza garanzie non voglio restare. Leggo che l’Avellino si interessa a me. Ci andrei di corsa, per sfogare tutta la rabbia che ho accumulato dentro”. Invece è stato ceduto al Bologna, dove è restato fino al 1990. 

Passato alla Sampdoria, nel suo primo anno blucerchiato ha contribuito allo storico Scudetto di Vialli e Mancini. Ha giocato titolare nella sfortunata finale di Champions League contro il Barcellona: uscito al 72° sullo 0-0, ha visto i suoi compagni cedere ai supplementari alla bomba su punizione di Koeman. 

Dopo un’altra stagione al Bologna e una al Torino, nel 1995 si è trasferito al Grimsby Town, primo giocatore straniero nella storia del club. È il primo passo di un trend che porterà anche i vari Vialli, Zola e Ravanelli ad attraversare la Manica, per diventare stelle della Premier League. 

Nel Regno Unito, Bonetti ha indossato anche le maglie di Tranmere e Crystal Palace, per poi tornare in Italia e giocare ancora col Genoa e quindi con la piccola Sestrese. L’ultima tappa della sua carriera è stata in Scozia, dove nella stagione 2000/02 ha svolto il ruolo di player/manager del Dundee, con suo fratello Dario come vice. 

Curiosamente, dei “Bonetti Brothers” sarà proprio Dario a fare la migliore carriera da allenatore: dopo aver vinto Coppa e Supercoppa di Romania con la Dinamo Bucarest, la sua ultima esperienza è stata con il Targu Mures, finita dopo tre sconfitte.

Per Ivano, invece, l’esperienza in panchina è cominciata bene con il sesto posto in classifica del Dundee, qualificatosi all’Intertoto anche grazie alle prestazioni dell’argentino Claudio Caniggia. Nella stagione successiva, l’eliminazione al primo turno della competizione europea per mano dei serbi del Sartid e un deludente nono posto nella Scottish Premier League hanno comportato la conclusione anticipata del rapporto.

Dopo un lustro lontano dal mondo del calcio, è riapparso come d.s. del Pescina, dal quale ha fatto ingaggiare suo fratello Dario come allenatore, ma entrambi sono stati esonerati. Poi ha lavorato come d.g. del Sulmona, ma dopo sei mesi anche quell’esperienza è finita.

Oggi fa un lavoro completamente diverso. LA SUA STORIA CONTINUA QUI

Tags:
ivano bonetti skudowave scozia platini




in evidenza
Rumore sospetto a L'aria che tira Un peto? Parenzo indiziato

"Avea del cul fatto trombetta"

Rumore sospetto a L'aria che tira
Un peto? Parenzo indiziato


in vetrina
Premier League, nuova bufera su Tonali: accusato di scommesse anche in Regno Unito

Premier League, nuova bufera su Tonali: accusato di scommesse anche in Regno Unito


motori
BMW lancia la ricarica bidirezionale per la Neue Klasse 2025

BMW lancia la ricarica bidirezionale per la Neue Klasse 2025

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.