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Agnelli in tribunale: "No pressioni mafiose da parte dell'ultrà Dominello"

ALTO PIEMONTE, LEGALI DOMINELLO, AGNELLI CONFERMA INCONTRI MA ESCLUDE PRESSIONI


Il presidente della Juventus, Andrea AGNELLI, è stato ascoltato per una 40ina di minuti in qualità di testimone nell'ambito del processo 'Alto Piemonte' su presunti tentativi di infiltrazione dell'ndrangheta nella curva bianconera. Sullo fondo la questione legata alla vendita dei biglietti. A chiedere di sentire il presidente bianconero erano stati i legali di uno degli indagati, Rocco Dominello, ultrà juventino. "Il presidente AGNELLI - ha spiegato Ivano Chiesa che insieme a Domenico Putrino difende Dominello, al termine dell'udienza preliminare- ha confermato i colloqui e gli incontri con il mio assistito, ha detto di averlo incontrato insieme ad altri capi ultrà più di una volta, quattro o cinque, durante le quali si è parlato di questioni riguardanti l'organizzazione del tifo ed ha escluso nella maniera più categorica che ci siano state mai pressioni di qualunque tipo non solo su di lui ma nemmeno riferite dai sui collaboratori più stretti né dai suoi dipendenti che sono 700 persone.

"Il presidente AGNELLI ha ammesso di aver visto più volte Rocco Dominello unitamente sempre a D'Angelo (security manager della Juve, ndr) e due volte con Germani (ultrà, ndr) -ha aggiunto Putrino- ma ha detto di non aver avuto mai pressioni e che anzi era tranquillo perché nessuno dei suoi collaboratori e delle 700 persone dell'organizzazione Juventus gli aveva mai manifestato che Rocco Dominello in qualità di rappresentante dei 'Drughi' potesse essere vicino ad ambienti mafiosi". "Per altro -ha riferito ancora Putrino- il presidente AGNELLI ha ammesso che Rocco Dominello veniva tenuto in una certa considerazione perché aveva degli ottimi rapporti con l'allora allenatore Antonio Conte e siccome, ha detto AGNELLI, il tifo per noi era il 12esimo elemento in campo e Conte era uno che voleva il 12esimo elemento in campo, veniva tenuto in considerazione per questo motivo".

 "Rocco Dominello, lo ribadiamo -ha proseguito Putrino- sino ad oggi è incensurato, non è mai stato condannato per mafia, non ha mai avuto rapporti con mafiosi, non è stato mai indagato in nessuna procura d'Italia per 416 bis e da nessun atto della procura distrettuale antimafia di Torino è emerso un solo contatto di Rocco Dominello con qualsiasi soggetto mafioso. Quindi, allo stato, possiamo dire che Rocco Dominello non ha fatto mai pressioni su alcuno perché ottenesse dei biglietti". "Abbiamo chiamato AGNELLI e Grancini (capo ultrà ascoltato come testimone prima del presidente bianconero, ndr) facendo un abbreviato condizionato perché diamo per scontato che la mafia non c'è dietro, la non partecipazione di Rocco Dominello a qualunque associazione mafiosa è pacifica perché agli atti non c'è niente -ha detto ancora Chiesa- l'unica cosa che rimaneva da chiarire erano i rapporti di Dominello all'interno della Juventus e del tifo organizzato. Adesso sono chiariti: non ci sono comportamenti criminogeni, i rapporti con la dirigenza della Juventus rientrano nella normalità".

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