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Tumore prostata, con nuove cure 5 anni di vita in più. TUMORI NEWS

Tumore prostata, con nuove cure 5 anni di vita in più. TUMORI NEWS

TUMORI, news sul cancro alla prostata. Aumentano fino a 5 anni la speranza di vita di chi è colpito da tumore alla prostata, anche nei casi più gravi: con le innovative terapie ormonali 'chemio-free', le prospettive dei malati sono infatti radicalmente cambiate, con risultati non comuni in oncologia, dove gli avanzamenti delle cure si misurano solitamente in settimane o pochi mesi di vita. Oggi invece i pazienti più complessi, con diagnosi contemporanea di tumore alla prostata e metastasi, non solo hanno un'alternativa terapeutica alla chemioterapia, ma hanno guadagnato anni di vita di qualità: da 36 mesi di sopravvivenza, con la tradizionale terapia ormonale, a una speranza di vita di poco meno di 5 anni. Lo sottolineano gli esperti in occasione del 34° Congresso dell'European Association of Urology, in corso a Barcellona fino al 19 marzo.

TUMORI, cancro alla prostata: aumentano le speranze di vita con le nuove cure. Tumore alla prostata news - terapia ormonale con abiraterone

E' nello specifico grazie alla terapia ormonale con abiraterone che i pazienti metastatici già alla diagnosi hanno guadagnato circa 2 anni di vita in più. Mentre apalutamide, farmaco sviluppato da Janssen come il primo, nei malati senza metastasi ma con un alto rischio di svilupparle può ritardarne la comparsa di circa 2 anni, permettendo ai pazienti di mantenere più a lungo una buona qualità di vita.

Tumore prostata, con nuove cure 5 anni di vita in più. TUMORI NEWS - Parlano gli esperti

"Oggi l'obiettivo della ricerca è avere più armi terapeutiche diverse, in modo da anticipare sempre più i trattamenti nelle fasi più precoci della malattia - spiega Walter Artibani, urologo e segretario della Società italiana di urologia - Riuscirci è cruciale, perché può migliorare in maniera netta la prognosi del paziente". "Per i pazienti con carcinoma prostatico metastatico - osserva Sergio Bracarda, direttore della S.C. di Oncologia Medica dell'Azienda Ospedaliera S. Maria di Terni - lo scenario è oggi del tutto diverso rispetto a pochissimo tempo fa ed è tuttora in rapida evoluzione. Abbiamo infatti assistito a un decisivo incremento della speranza di vita: la sopravvivenza dei pazienti con metastasi all'esordio è passata in poco tempo da 36 mesi a quasi 5 anni e le novità sono continue, tanto da poter definire oggi il tumore prostatico come un'area in cui la dinamica di crescita delle conoscenze biologiche e degli approcci terapeutici innovativi supera quella del tumore al seno. Ora è possibile iniziare a pensare di poter personalizzare le scelte terapeutiche in modo estremamente preciso, consentendo una prognosi migliore anche ai pazienti più complessi".

TUMORI, cancro alla prostata: aumentano le speranze di vita con le nuove cure. Tumore alla prostata news - rivoluzionato le prospettive dei pazienti con carcinoma prostatico metastatico

Una delle innovazioni che ha consentito questo cambio di passo è l'arrivo in clinica della terapia ormonale con abiraterone, che ha rivoluzionato le prospettive dei pazienti con carcinoma prostatico metastatico già alla diagnosi: nel nostro Paese si tratta di circa il 10% dei casi, ma in Asia per esempio si sfiora il 60%. Fino a poco tempo fa in questi casi la speranza di vita era molto bassa; oggi abiraterone, associato alla terapia ormonale di deprivazione degli androgeni, ha dimostrato di aumentare di ben 17 mesi la sopravvivenza rispetto all'uso dei soli farmaci per il blocco degli androgeni.

"Un risultato di rilievo, perché significa allungare la speranza di vita da 3 a poco meno di 5 anni - interviene Cosimo De Nunzio, urologo dell'azienda ospedaliera Sant'Andrea di Roma - Inoltre, il farmaco ha aumentato da 16 a 474 mesi il periodo senza un peggioramento della sintomatologia dolorosa legata alla malattia: questo significa che i pazienti hanno potuto trascorrere circa 2 anni e mezzo in più senza che il tumore comportasse un incremento del dolore e garantire, oltre a un aumento della vita media, anche un miglioramento consistente della qualità di vita".

"La terapia con abiraterone - aggiunge De Nunzio - oltre a essere meglio accettata dai malati rispetto a un trattamento chemioterapico, comporta un minor carico di effetti collaterali, anche nel lungo periodo: gli ultimi dati dello studio Latitude, che ha seguito 1.200 pazienti per quasi 5 anni, mostrano infatti che nel tempo non c'è un incremento sostanziale del rischio di eventi avversi". Inoltre, l'impiego di abiraterone non preclude il ricorso ai chemioterapici nelle fasi successive della malattia: tutto questo consente perciò un nuovo paradigma di trattamento, per dare a ciascun paziente la terapia più opportuna per la condizione clinica in cui si trova. Ciò è possibile anche grazie ad apalutamide, terapia ormonale innovativa già approvata in Europa, in una fase ancora più precoce della malattia, ossia nei pazienti senza metastasi, ma con un elevato rischio di svilupparle: il farmaco ha dimostrato di allungare di circa 2 anni il tempo libero da metastasi e con una buona qualità di vita, senza dolore, e può consentire una terapia 'in sequenza' più efficiente. "La possibilità di avere terapie differenti a seconda della fase della malattia permette al curante di modulare il trattamento e al paziente di godere dei benefici di più opzioni terapeutiche - conclude Artibani - L'introduzione di apalutamide va sicuramente in questa direzione, lasciando aperta la via all'utilizzo di più opzioni terapeutiche nelle fasi successive della malattia. Così, grazie alla ricerca, la cronicizzazione della neoplasia prostatica in progressione sta diventando un obiettivo sempre più vicino e solido".

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