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Malagò: "Più sbagliato simulare in area di un buu razzista". Poi corregge

Malagò: "Simulare è sbagliato, ma non peggiore dei buu razzisti". Poi corregge: "Simulare sbagliato, ma non peggio dei buu razzisti"

Il presidente del CONI Giovanni Malagò ha risposto così a una domanda di Radio24 a proposito del razzismo negli stadi italiani: "Il tifoso che fa buu a un giocatore di colore sbaglia, ma è ancora più sbagliato quando uno che guadagna 3 milioni di euro si lascia cadere in area e magari è anche contento di prendere un calcio di rigore". Poi ha corretto a margine della presentazione del progetto "Safeguarding Policy" della Federscherma, al Foro Italico. "Nel mondo dello sport e, nel caso specifico del calcio, ognuno deve fare la propria parte. Se un giocatore si butta in area e fa finta di niente sbaglia: non dico che questo comportamento sia peggiore di chi fa cori razzisti, ma ogni attore protagonista deve fare la sua parte nel modo eticamente migliore".  "Uno degli elementi che porta alcuni tifosi a esprimersi in modo sbagliato, becero, volgare, villano e con atteggiamenti razzisti e' la mancanza di credibilita' del sistema - ha spiegato il numero uno dello sport italiano a margine della presentazione del progetto "Safeguarding Policy" della Federscherma, al Foro Italico - La credibilita' e' fatta da tutti gli attori protagonisti: i dirigenti, gli allenatori, i giocatori, gli atleti e anche i media. Se un dirigente si vende una partita fa danni incalcolabili perche' toglie credibilita' al sistema. Se un giornalista da' voce a una cosa palesemente falsa alimenta un certo tipo di ragionamenti che creano problemi. Se un allenatore non si comporta bene sbaglia, cosi' come sbaglia un giocatore che simula. Non dico che c'e' una cosa peggiore dei buu razzisti, ma solo che ognuno deve fare la sua parte nel modo eticamente migliore".

"Nessuna polemica, ho solo detto che quando i tifosi fanno cose sbagliate tipo ululati e buu razzisti fanno un danno enorme al calcio, così come le altre componenti a tutti i livelli", aggiunge Malagò lasciando la sede del Miur dopo l'incontro con il ministro Lorenzo Fioramonti. "Il comportamento etico arriva anche al calciatore. Questo perché tutti i protagonisti, nessuno escluso, più sono credibili e più mettiamo il tifoso in condizione di non avere alibi, non ci sono altre interpretazioni".

MALAGO', 'SPADAFORA HA SUBITO AGGREDITO ARGOMENTO RAZZISMO'

"Razzismo negli stadi italiani? Ho molto apprezzato il ministro Spadafora perché ha subito aggredito l'argomento. Speriamo ci siano anche i fatti". Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malago', a 24Mattino su Radio 24, parlando di razzismo. "Parole pesanti come le pietre quelle di Infantino ai Fifa Awards e c'è una strepitosa intervista all'ex giocatore del Messina, Zoro", ha aggiunto Malago che sottolinea come "molte nazioni stavano messe peggio di noi anche sul tema anche della violenza negli stadi e invece sono intervenute in modo concreto". "Io ho partecipato a tantissimi incontri nel corso degli anni, tavoli tecnici presieduti dagli incaricati alla pubblica sicurezza, e ho sempre sostenuto una tesi: non può che esserci una certezza delle pena, con tolleranza zero, perché qualsiasi ragionamento fatto all'acqua di rose non è servito a debellare questo problema", ha aggiunto il numero uno dello sport italiano. "Ma in Italia in qualche modo c'è una forma permissiva di tolleranza verso chi fa ululati o buu o lancia una banana. In Inghilterra viene quasi premiato chi segnala questo fatto. Si è aggredito l'argomento. Antonio Conte ha detto tante cose importanti e se tornato dall'esperienza in Inghilterra, ha trovato le cose peggiorate, fa moto riflettere". Malagò ha poi parlato della responsabilità oggettiva: "E' un tema cruciale. E' pilastro della giustizia sportiva e non solo del nostro Paese. Qualcuno deve essere responsabile, garante, altrimenti nessuno paga perché non c'è il colpevole. Ho sempre avuto il coraggio di sostenere che questa cosa non è giusta, questo assioma va rivisto, ma al tempo stesso ho sempre sostenuto che, se i club non vengono messi nelle condizioni di individuare i responsabili con strutture all'avanguardia, della tecnologia, del controllo e di sorveglianza, è tutto molto più complicato".

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