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Milan? Il vero miracolo è dell'Atalanta di Gasperini: un'ascesa simile a quella della Meloni in politica
(foto Lapresse)

A Michele Serra deve essere costato non poco definire, ieri, “miracolo a Milano” le convincenti vittorie del Milan, caro a Berlusconi, Galliani, Maroni, Scaroni e Salvini, personaggi che, a differenza di Enrico Letta, del PD, non sono molto simpatici, eufemismo, all’ editorialista de “La Repubblica” di Molinari.

I trionfi rossoneri post lock-down hanno indotto l’amministratore delegato, Ivan Gazidis, a confermare il serio Stefano Pioli, ex tecnico dell’Inter e della Lazio, rinunciando all’ingaggio di Ralf Rangnick, l’esoso manager tedescone, bocciato da Paolo Maldini.

In realtà, il vero “miracolo”, nel campionato, lo ha compiuto l'Atalanta, che, a San Siro, nella “Scala del calcio”, è attesa alla conferma : un risultato positivo potrebbe rinsaldare il secondo posto dello squadrone bergamasco, dietro alla Juventus, e staccare il biglietto per l’accesso, meritato, alla prossima edizione della Champions League.

Consentitemi, cari lettori, di accostare lo splendido campionato di Gasperini e dei suoi prodi (con la p minuscola...) all’ascesa politica di Giorgia Meloni, 43 anni.

La leader di Fratelli d’Italia, più di ogni altro fattore, è il motore, che ha consentito la crescita del partito. «Il consenso – spiega Guidone Crosetto, un ex deputato di Torino, molto vicino a Giorgia – indica la fiducia e la stima delle persone per Meloni». Quei valori identitari della destra, Dio, Patria, Famiglia, la coerenza, il sovranismo, sono raccolti e rappresentati dall’ex ministra, che si è trovata alla guida di Fratelli d’Italia, quando aveva alle spalle un’esperienza da titolare  delle Politiche giovanili e tra le mani solo un pugno di voti, ereditati da “Gianmenefrego” (D’Agostino dixit) Fini.

Adesso, i sondaggi la danno intorno al 16 per cento, mentre lei chiede, a ogni occasione buona, nuove elezioni per capitalizzare il momento positivo.

Tornando agli accostamenti calcio-politica, la lunga fase del lockdown non ha giovato affatto alla Lazio di Lotito che, prima della pandemia, era ritenuta come la squadra più in grado di contendere lo scudetto al club degli Agnelli. Disastrose le prestazioni dei romani di Inzaghino dopo la ripresa della serie A.

Mentre la brillante Atalanta ha inorgoglito i bergamaschi e ha superato, in classifica, Lazio e Inter, la simpatica deputata romana ha mantenuto, agli occhi dell’opinione pubblica, maggiore coerenza, rimanendo all’opposizione durante il governo gialloverde, a differenza di Salvini, che continua a pagare il brusco addio a Conte dell’agosto scorso.

La differenza la faranno due fattori: la capacità di governo dell’avvocato pugliese, Conte, che non è il nuovo de Gasperi, nel gestire le prossime fasi della crisi, e la abilità di Meloni e Salvini nel convincere gli indecisi e gli astenuti, in campagna elettorale.

La leader di Fratelli d’Italia, dopo il ritorno del premier da Bruxelles, ha interpretato la parte della “poliziotta buona”, lasciando a Salvini il ruolo del cattivo : “fregatura in fondo all’accordo”, che comporterà "il ritorno alla Legge Fornero", oltre a “tasse sulla casa”.

Le prospettive ? In Champions, come Feltri e milioni di connazionali, io tiferò Atalanta, che può giocare, con efficacia, le sue carte. Anche perché, in Europa, gli arbitri non manifestano la sudditanza psicologica, evidente in Italia, nei confronti dei bianconeri.

E in politica? Lo scenario potrebbe cambiare ancora. Magari in autunno, dopo le regionali, che potrebbero disegnare nuovi equilibri, interni alla coalizione dì centrodestra  e in tutto il teatrino italiano.

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