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Roma, disfatta Champions. Ma Pallotta è venuto solo per fare lo Stadio?

Di Giuseppe Vatinno

La partita di ieri sera ha visto una Roma incredibile che dopo il pareggio dell’andata per 1–1 in Portogallo contro il Porto ha sprecato l’ennesima occasione nel preliminare di Champions League retrocedendo in Europe League (una sorta di serie B europea) e perdendo 40 milioni di € che si dividono equamente Juventus e Napoli.

Alla Roma bastava anche un pareggio per 0 – 0 ma neppure questo è stato possibile. Inizia subito il Porto con un goal di Felipe (quello dell’autogoal all’andata) all’8’, che fa fuori incuneandosi di testa tra i due imbambolati difensori romanisti: Strootman (che ha la responsabilità maggiore) e Jesus che rimane fermo sul cross facendosi anticipare dal giocatore portoghese.

La Roma comunque tenta di ripartire quando il solito De Rossi al 39’ riesce a farsi espellere con un inutile fallo vicino alla bandierina del corner in area portoghese (e la quattordicesima espulsione collezionata dal rissoso giocatore giallorosso nella sua carriera).

La Roma torna in campo per il secondo tempo demoralizzata ma non doma; ci pensa tuttavia un inguardabile Emerson a porre fine ai giochi facendosi subito espellere, al 6’ con un altro fallo inutile. A questo punto il Porto ha una prateria davanti; al 28’ segna Layun in contropiede, complice una ridicola uscita fuori area con relativo inseguimento del portiere polacco Szczesny.

La Roma completa l’opera subendo un goal bellissimo da parte di Corona al 30’ che con una tripla finta d’autore fa fuori il povero Manolas che sente solo il fruscio del vento che gli passa tra le gambe. Si salva solo Nainggolan che lotta contro tutti ma completamente isolato.

La partita della Roma è tutta qui. Sbaglia tutto l’allenatore Spalletti anche con dichiarazioni roboanti alla vigilia che non hanno –come sempre accade in questi casi- corrisposto ad alcun risultato. Inevitabili alcune considerazioni. Come si fa a vendere un giocatore come Pjanic che era il fulcro della Roma a centrocampo nella passata stagione e proprio alla più pericolosa rivale, cioè la Juventus (di qualche anno prima l’incredibile vendita di un giocatore prodigio come Lamela al Tottenham).

Il Presidente Pallotta e il d.s. Sabatini ormai sono anni che calcano la piazza di Roma e non hanno vinto niente. In compenso il presidente Pallotta è super – attivo a proporre e (ri)proporre in continuazione il ritornello dello Stadio (con annesso super progetto immobiliare) da costruire a Tor di Valle (Roma Sud), in una zona ad alto rischio esondazione del Tevere, su un terreno privato e in un tessuto urbanistico fatto di micro – stradine impercorribili.

Un dubbio viene dunque spontaneo: ma non è che Pallotta è venuto a Roma solo per fare lo Stadio e lucrare sulle vendite delle “stelle”? Il dramma del terremoto salva poi mediaticamente la Roma in una giornata, in tutti i sensi, da incubo.

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