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Sport
Supercoppa, e se fosse una cretinata la storia della gabbie?

di Max Ferrari dall'Arabia Saudita per Affaritaliani.it

Eccomi a Jeddah, Arabia Saudita, per la Supercoppa. Io però non tifo nè Milan nè Juve, quindi cosa ci faccio qui? Ci sono perchè scrivendo da una vita di politica internazionale e avendo la pretesa di essere un giornalista esperto di Medio Oriente (sono uno dei pochi andati per davvero in Iraq, Afganistan, Libano, Siria etc.) non potevo non testimoniare di persona questo evento che ormai è andato ben oltre il calcio. Sono qui per vedere e riportare fedelmente, per sgombrare il campo da ogni equivoco. Sui media e social italiani leggo un po’ dovunque che le donne che entreranno allo stadio saranno chiuse in una gabbia o in un recinto per sole donne. I sauditi negano con forza e dicono che le tifose potranno entrare accompagnate da amici, amiche o anche da sole e sedersi dove vogliono. Onestamente, avendo seguito da vicino il percorso di vere riforme in atto in Arabia da circa un anno non credo affatto alla storia della gabbia, ma sono qui per vedere e trasmettere onestamente quello che vedo, per dare una idea esatta anche a chi non ha certo il tempo di seguire queste cose nel loro dipanarsi.

Io per primo, dopo una intervista fatta a Faisal J.Abbas, direttore dell’importante Arab News e membro del CDA della TV Al Arabyia, che nel dicembre del 2017 mi spiegava il progetto riformatore denominato “Vision 2030” e mi annunciava una imminente serie di riforme, ero parecchio dubbioso. Sono quindi rimasto sbalordito quando dopo poco è stato garantita alle donne la possibilità di guidare, sono stati aperti cinema, teatri, organizzati concerti: tutte cose difficilmente immaginabili fino ad un anno fa e oggi realtà aperte ad entrambe i sessi. Ho poi visto le evoluzioni legali nel diritto di famiglia, il divieto ai matrimoni con minori, le storiche aperture verso Israele con il riconoscimento al suo diritto di esistere, la visita del principe Mohamed Bin Salman al Papa cristiano-copto in Egitto, i meeting con i rappresentanti del Vaticano e degli Evangelici, il ruolo di mediatore giocato insieme agli Emirati Arabi Uniti per la pace tra Eritrea ed Etiopia e molto altro ancora. Purtroppo queste cose vengono  quasi sempre censurate nella Europa della “libera stampa” e tutta la discussione viene dirottata con intento polemico su quali settori possano occupare le donne allo stadio. Stadio dove fino all’anno scorso non avrebbero nemmeno potuto entrare. Comunque vedremo. Giusto essere vigili ma e’ anche bene ricordare che il punto di svolta nelle relazioni tra Cina e USA fu una partita di ping pong. Ricordo bene i commenti contrari alle recenti olimpiadi invernali in Corea che invece si sono trasformate nel trampolino di lancio per la pacificazione tra il Nord e il Sud e ricordo le ironie sul Giro d’Italia di ciclismo che nel 2018 è partito in Israele: secondo i critici sarebbe stata una disastrosa divagazione mediorientale, invece è stato un successo di pubblico lì e in Italia.

E’ chiaro però che una certa stampa di sinistra che non tollera Trump non può tollerare nemmeno i suoi più forti alleati in una regione chiave come il Medioriente: da questo dato di fatto scaturisce una campagna stampa fatta solo di fake news e cattive notizie su paesi tra loro diversi come Israele, Egitto e Arabia Saudita ma accomunati da uno speciale feeling con gli USA di Trump.

Non tutte le critiche però vengono per nuocere, ma quelle costruttive possono portare anche ad una accelerazione delle riforme. E’ fresco di stampa infatti un importante editoriale vergato dal direttore di Arab News e pubblicato in prima pagina e sui social, dove si afferma a chiare lettere che la custodia esercitata dai maschi sulle donne è una pratica obsoleta, incompatibile col programma di riforme in corso e quindi da abolire. Sono convinto che sarà così perchè questo è quello che i giovani sauditi sentono come giusto. Certo le cose non si fanno dal giorno alla notte, ma finora le riforme annunciate sul giornale sono poi arrivate nel giro di poco tempo.

Se sara’ cosi’ questa Supercoppa entrera’ nella storia, non solo sportiva.

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