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Sport
Team Aston Martin Red Bull Racing, pit stop a gravità zero
Zero gravità, zero problemi! La crew del Team Aston Martin Red Bull Racing ha effeBuato un pit stop
in assenza di gravità, in un aereo a 33.000 piedi da terra
 

 
21 novembre - Il Team Aston Martin Red Bull Racing, dopo aver infranto per ben tre volte
il record di velocità nel pit-stop, in questa stagione, cercava una nuova sfida, e l’ha trovata
ad un’altezza di quasi 33.000 piedi, a bordo di un aereo da addestramento per astronauti,
l’Ilyushin II-76 MDK.
Grazie all’aiuto dell’agenzia spaziale Russa Roscosmos, la squadra ha portato la monoposto
RB1 del 2005 al centro addestramento per astronau/ Yuri Gagarin a Star City: obieSvo dimostrare
che il cielo è veramente l’unico limite.
Nel corso di una seSmana, 16 membri della squadra hanno seguito un corso intensivo nel centro
addestramento astronauti in preparazione ai diversi voli in assenza di gravità nella fusoliera dell’aereo,
insieme alla macchina di F1 e ad una troupe cinematografica di 10 persone.
In ogni volo venivano effeXuate una serie di parabole, con l’aeroplano che saliva ad un angolo di
45° per poi cadere in un arco balis/co che generava un periodo di assenza di peso di circa 22 secondi
prima della successiva risalita.
La vera difficoltà era il tempo effeSvo a disposizione per effeXuare il pit-stop e le riprese.
Bisognava infaS meXere in sicurezza l’equipaggiamento e la macchina di F1 prima e dopo ogni
periodo di assenza di peso: il rischio era che tornasse la gravità all’improvviso mentre una macchina
di 400kg, gli pneumatici e la squadra pit-stop erano sospesi ad un metro o più di altezza.
Solo 15 secondi per fare tutto: l’aSvità tecnica e fisica più faticosa che la squadra abbia mai affrontato.
Un’impresa che ha proietato in una nuova dimensione un team che aveva già portato le proprie
auto nei luoghi più impervi e affascinanti della terra: dall’Himalaya alle coste del Mar Morto,
guidando tra neve, ghiaccio e dune desertiche. SoXoporre i loro corpi alle tensioni dell’assenza di
gravità ha portato la squadra pit-stop ad entrare in empatia e avere massimo rispetto per i loro
“nuovicolleghi” astronauti, che devono confrontarsi continuamente con lo stress di dover agire
a gravità zero.
“Il mio stomaco stava bene, ma sen4vo come se la mia testa stesse per esplodere” ha detto
il coordinatore della Squadra Mark Willis. “Ci sono volu4 due o tre tenta4vi per capire
cosa stesse succedendo.
Inizialmente non riuscivo a pensare normalmente; il mio cervello non analizzava in maniera
corretta quello che accadeva… Ci sono voluti due o tre voli parabolici per tornare a pensare di
nuovo nella maniera corretta. Sono stato coinvolto in diversi eventi speciali, dallo slalom con
la macchina a Kitzbühel, ai laghi salati dell’Argentina; siamo stati in posti unici e abbiamo
fatto cose speciali, ma questa è decisamente la più assurda, ma anche la più bella perché
semplicemente non c’è niente di paragonabile”.
Il capo meccanico Joe Robinson ha detto che fisicamente è stata la sfida più dura affrontata dal
team, ma anche la più incredibile.
“Ci ha messo alla prova più di quanto immaginassi” ha ammesso  “Realizzi quanto fai affidamento
sulla gravità quando non ne hai affatto! Ti sfida a pensare e agire in modo diverso, ed è grandioso.
È stata un’occasione unica nella vita e onestamente sarei potuto rimanere e farlo per tutto il mese.
È stato fantas4co. Penso che sia la cosa più divertente che la squadra abbia mai fatto con
una show-car”.
Il video “Zero-G Pit stop” e la spiegazione di come è stato girato, incluso il filmato esclusivo del
dietro le quinte, sono disponibili su RedBull.com/zerog.
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Tags:
pit stop a gravità zeroteam aston martin red bull racing




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