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Sport
Francesco Totti, messaggio a Ilary Blasi e la confessione su Spalletti
Francesco Totti - Ilary Blasi (Lapresse - Instagram ilaryblasi)

Totti, 'mi rimprovero solo lo sputo a Poulsen ma non è successo'

"Gli errori servono. Ti fanno crescere, ti aiutano a non farli più. Io mi rimprovero lo sputo a Poulsen che, nonostante le immagini televisive, per me non è successo", dice Francesco Totti nell'intervista a Walter Veltroni sul "Corriere della Sera". "Non posso immaginare di avere sputato a una persona, è la cosa più assurda e più lontana dal mio modo di intendere il calcio e la vita".

Totti, 'dispiaciuto per come è finita ma alla Roma tornerei per Mourinho e un ruolo definito'

"Ho passato trent’anni nella Roma. Ho portato rispetto a tutti, rinunciato ad altri ingaggi senza farlo pesare. Ho detto no al Real e altri perché volevo quella maglia, solo quella maglia giallorossa che è stampata dentro di me. Il modo in cui è finita la mia storia con la Roma, sì, mi è dispiaciuto. La verità è che quando nel calcio non servi più non c’è più rispetto. Se Maldini, Del Piero, Baggio, io siamo fuori dal calcio significherà qualcosa, no?", sottolina Francesco Totti nell'intervista al "Corriere della Sera". Mourinho ha detto che ti avrebbe voluto nella Roma. Ti piacerebbe? "Certo che, con un ruolo definito, mi piacerebbe, per le ragioni che ho detto prima. E mi piacerebbe con Mourinho, è il numero uno, lo stimo molto. Mi dispiace non essere stato allenato da lui, nella mia carriera. Ma non voglio tornarci su. Non voglio chiedere. Alla Roma sanno che se hanno bisogno di me, per cose serie, mi fa piacere dare una mano. Altrimenti, amici come prima".

Totti, 'con Lippi sull'attenti, mi ha portato per mano ai Mondiali'

"Quando arrivava Lippi stavi sull’attenti. Con lui ho avuto un rapporto speciale. Lui mi ha portato per mano ai Mondiali", racconta Francesco Totti nell'intervista al "Corriere della Sera". "Quando venne in clinica, dopo l’incidente che poteva compromettere la mia partecipazione, io non ci credevo, mi prese un colpo. E poi mi ha seguito, veniva a Trigoria, telefonava. È lui che mi ha dato la forza e la possibilità di vivere uno dei due giorni più importanti della mia vita da calciatore: il Mondiale del 2006". Mentre l'altro momento importante è stato "lo scudetto del 2001. Eravamo una squadra fantastica e la città impazzì. Dei giorni indimenticabili".

Totti, 'mi farebbe piacere incontrare Spalletti, rapporto condizionato dai dirigenti'

Francesco Totti e Luciano Spalletti, un rapporto conflittuale ai tempi del tecnico alla Roma: ma "se lo incontrassi lo saluterei con affetto, mi farebbe piacere. Credo che tra noi ci sia un profondo legame", le parole dell'ex capitano dei giallorossi intervistato da Walter Veltroni per il "Corriere della Sera". "Anche perché quello che abbiamo passato insieme, quando arrivò da Udine, è per me, nella mia vita, qualcosa di irripetibile. Sia in campo che nel quotidiano. Io uscivo una o due volte a settimana con lui a cena. Luciano era una persona piacevole, divertente, sincera. Nella fase finale il nostro rapporto è stato condizionato dall’esterno, specie dai dirigenti o consulenti della società, e non ci siamo più capiti. Anche io ho fatto degli errori, ci mancherebbe. Credo che tutti e due, se tornassimo indietro, non entreremmo più in conflitto".

Totti, 'con Spalletti la Nazionale sa come stare in campo e si diverte'

Conoscendo Luciano Spalletti, "che è uno degli allenatori più bravi, se non il più bravo in Italia, sapevo che avrebbe impresso una svolta" alla Nazionale dice Francesco Totti, intervistato dal "Corriere della Sera". "La squadra sa come stare in campo, si vede che giocano più liberi, che si divertono. Irisultati verranno, è comunque una fase difficile per il calcio italiano. Spero solo che riusciremo a qualificarci per Europei e Mondiali. Otto anni senza partecipare ai campionati del mondo sono stati duri, per chi ama il calcio".

Totti e Ilary Blasi, 'vorrei trovare un equilibrio con lei per i ragazzi'

Con Ilary Blasi "abbiamo passato venti anni insieme, con tanti momenti molto belli. Ora vorrei solo che trovassimo un equilibrio tra noi capace di proteggere i ragazzi che sono la più grande ragione, per ambedue, di amore. So che non è facile, ma quello che c’è stato tra noi, per tanti anni, è stato importante. Se troviamo questo equilibrio noi due, i ragazzi staranno bene e si sentiranno protetti", le parole di Francesco Totti nell'intervista al "Corriere della Sera".

Totti, 'Mancini ha sbagliato tempi e modi, la decisione è sua e va rispettata'

Roberto Mancini, andando in Arabia saudita, "ha sbagliato tempi e modi. È una sua decisione e va rispettata. Poi vai a capire le dinamiche interne tra lui e la Federazione". Lo dice Francesco totti, intervistato dal "Corriere della Sera". "La differenza tra i nostri venti anni e questi sta tutta nei soldi. Ma in fondo se tu non sei tifoso della squadra di cui indossi la maglietta cosa ti dovrebbe impedire di accettare la migliore offerta? È un calcio senza sentimenti, con giocatori sempre con la valigia in mano. È tutto freddo, portano le cuffiette invece di parlarsi, nello spogliatoio". "Noi quando arrivavamo al derby da quindici giorni prima pensavamo a quello che dovevamo fare: le magliette da mostrare se vincevi, il modo più elegante per incassare una sconfitta. E lo stesso facevano i laziali. Per me e per Nesta, che eravamo amici, era un’occasione per gli stessi sfottò che circolavano in città. Questo clima ti creava un’adrenalina dentro... Quando scendevi in campo, avevi voglia di spaccare il mondo. Ora cosa vuoi che gliene freghi del derby".

Totti su caso scommesse, 'no a giudizi moralistici, ma regole si rispettano'

Sul caso dei giocatori che scommettono "non voglio dare giudizi moralistici. Ma ci sono regole, come quella di non giocare sulle partite di calcio, e quelle vanno sempre rispettate. Aggiungo che i ragazzi più giovani vanno tutelati e bisogna stargli vicino perché non si rovinino", spiega Francesco Totti nell'intervista al "Corriere della Sera".

Totti, 'i numeri 10 sono spariti, il ruolo è estinto'

I numeri 10 "sono spariti perché ora è un altro calcio. È un’altra visione, un altro modo di giocare. Ora prevale il fisico sulla tecnica. Nel tempo in cui giocavo io c’erano sempre, in ogni squadra in Italia o all’estero, uno o due giocatori di altissimo livello. C’erano uno o due numeri dieci potenziali. Insieme facevano il numero venti. Saremo stati fortunati, ma il calcio era più bello" Lo dice Francesco Totti, intervistato da Walter Veltroni per il "Corriere della Sera".

Tutto è cambiato con Sacchi? "Vedi, il dieci era un giocatore diverso dagli altri dieci. Era uno che doveva correre meno ma sfruttare ogni occasione di talento: un assist, un tiro al volo, un dribbling difficile. Doveva essere lucido, sempre fresco. Per questo il dieci tornava di meno. Sacchi portò tutti a rientrare in difesa. E questo fece sparire lo spazio tecnico per il dieci considerato come il fulcro della squadra, l’elemento di sorpresa. Il calcio si è fatto più organizzato, ma meno sorprendente".

A te chiedevano di tornare? "No. L’unico era Zeman, che faceva un gioco alla Sacchi. Con il suo 4-3-3 era previsto che io tornassi. Per fortuna su quella fascia c’erano Candela e Di Francesco che correvano anche per me". Quanto contano i gregari dei numeri dieci? "Per me sono più importanti i gregari dei numeri dieci. Nei novanta minuti sono loro decisivi. Senza gli uni non ci sarebbero gli altri. Pensa a Platini senza Bonini, a Rivera senza Lodetti. Gregario è una bellissima parola, non solo nel ciclismo o nel calcio. Tutti siamo gregari di qualcosa o di qualcuno, nella vita".

Oggi vedi un numero dieci nel calcio mondiale? "No, non esiste più. Si è estinto, quel ruolo. E infatti non trovo una squadra che mi entusiasmi. Ma ti ricordi il Real Madrid, il Barcellona, il Liverpool, l’Inter del triplete". Quali sono le doti che deve avere? "Tecnica, ovviamente. Ma soprattutto la velocità di testa. Se tu capisci le cose prima degli altri, se vedi i movimenti dei compagni di squadra, se tocchi la palla una volta meno del necessario, tu hai già fatto il tuo, da numero dieci. Direi che questa è la caratteristica: vedere prima e fare prima. Io ero fortunato perché avevo Perrotta, Delvecchio, Di Francesco che sapevano e capivano come giocavo io e, a loro volta, sapevano dove avrei messo la palla. Lo sapevano prima, anche loro. Se uno ha talento, cioè anticipa il normale, tutta la squadra gira più veloce".

Totti, 'ho realizzato un sogno e ne vorrei un altro, vorrei vivere serenamente'

"Il mio sogno è di realizzare un altro sogno. Prima ne avevo uno, e sono riuscito a trasformarlo in realtà. Vorrei averne un altro, lo sto cercando", spiega Francesco Totti nell'intervista al "Corriere della Sera". "Ora vorrei solo vivere la vita con più serenità e tranquillità, dopo tutti i problemi che ci sono stati".

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