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Stati generali del credito, banche e imprese insoddisfatte del Governo
Carlo Bonomi presidente Assolombarda

Nella sede milanese di Assolombarda si è tenuta la seconda giornata degli Stati generali del credito, un momento di confronto tra banche e imprese e occasione per presentare il libro bianco “Credito e Finanza per la crescita delle imprese”.

Ad aprire i lavori della seconda giornata degli Stati generali del credito è stato Vincenzo Boccia, Presidente di Confindustria che ha sfruttato l'occasione per fare il punto sul suo intervento in occasione delle commissioni di bilancio congiunte di Camera e Senato. "Abbiamo fatto alcune proposte per potenziare il pilastro della crescita nella manovra - dice Boccia a margine degli Stati generali del credito - ripartendo dalla questione del credito. Serve un piano organico sul credito, a partire dai pagamenti della Pubblica amministrazione verso le imprese, fino a elevare il fondo di garanzia per le imprese, per aumentare il flusso di crediti. Inoltre, è importante usare i PIR, i piani sui risparmi, anche sulle imprese non quotate". 

Il Presidente di Confindustia ha poi sottolineato l'importanza di non sottovalutare strumenti come il Piano nazionale per l'Inudustria 4.0 "perché orienta gli investimenti ad alto valore agginto" e di non depotenziare il fondo per la Ricerca e Sviluppo: "Se si vuole crescere è necessario costruire le infrastrutture in tempi brevi e invece abbiamo problemi sulle grandi opere. Abbiamo quindi criticato il Governo, ma abbiamo fatto anche delle proposte". 

Fa da eco a Boccia, l'intervento di Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda, critico nei confronti delle azioni di Governo in ambito finanziario: "Ci aspettiamo un 2019 molto complesso e la legge di Bilancio non va nella direzione della crescita. Siamo preoccupati soprattutto per l'assenza di investimenti in infrastrutture che sono molto importanti per le imprese. La sensazione è che si voglia affossare il Nord Italia. Anche sulla flat tax il Governo non è intervenuto come detto perché c'è stato un'estensione del regime semplificato fino al 65mila euro, quindi non tocca le aziende". 

Antonio Petuelli, Presidente di Abi, è tra i rappresentanti del mondo bancario invitato a intervenire agli Stati generali del credito: "Per avere uno sviluppo più pospicuo serve avere rispetto per gli onesti e occorre distinguerli da chi non lo è. Aspettiamo per questo le sentenze dei processi relativi alle 11 crisi bancarie, perché a fronte di queste crisi ci sono state tante tante banche cha hanno speso 12 miliardi di euro, a fondo perduto, in applicazione di normative sui salvataggi. Siamo l'unico comparato in cui se un concorrente va male, deve essere salvato dagli avversari. Le leggi dicono questo e lo abbiamo fatto. Ma ora vogliamo le sentenze". Petuelli commenta anche il caso Carige: "Auguro il miglior successo all'aumento di capitale di Banca Carige, così come è avventuo in altre occasioni". 

A seguire, la Tavola rotonda dedicata alla normativa bancaria e al Capital Markets Union. Ne hanno discusso Matteo Del Fante, Amministratore Delegato di Poste Italiane, Luca Erzegovesi dell'Università di Trento, Marcello Messori della LUISS, Fabrizio Saccomanni, Presidente di Unicredit e Raffaele Jerusalmi, Amministratore Delegato di Borsa Italiana a cui Affaritaliani.it ha chiesto un commento sul segmento Elite che Vincenzo Boccia ha definito "una rivoluzione culturale": "Elite è una soluzione per le imprese per crescere senza debito. L'incontro di oggi è stato interessante perché pone sul tavolo un problema importante che è quello dell'accesso al credito da parte delle PMI, motore dell'economia in Europa, non solo in Italia". 

A chiudere i lavori due interventi politici: il primo di Ugo Bassi, della Commissione Europea, il secondo di Stefano Buffagni, Sottosegretatrio di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. 

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