A- A+
Home
Una recessione mondiale imminente I campanelli d’allarme ci sono tutti

Gli economisti, spesso sono un po’ come i sondaggisti politici, non sempre ci azzeccano.

Troppe volte si è visto che, pur seri professionisti, hanno difficoltà a prevedere le recessioni economiche mentre diventano molto più precisi nel decifrare le situazioni solo dopo che sono accadute.

E’questa un po’ la sintesi di un articolo del FMI che ha analizzato i casi di ben 63 paesi in un periodo di 22 anni , dal 1992 al 2014.

Le previsioni non sono sempre facili ma, adesso, sia gli economisti che gli stessi giornalisti si sono sbilanciati nel prevedere una recessione mondiale. Entrambi sostengono che ci sono indicazioni preoccupanti, sia in Europa che negli Stati Uniti.

Gli economisti prevedono una recessione mondiale

In Europa è chiaro che se la Germania continuerà ad avere un’economia debole la sua debolezza potrebbe davvero ‘infettare’ tutta l’Europa.

 

Ma non solo, quando  alcune potenze economiche europee come il Regno Unito, la stessa Italia o gli Stati Uniti registrano una caduta del Pil in due trimestri consecutivi i mercati diventano nervosi e l’economia mondiale si raffredda.

 

Non è un caso che il FMI ha ribassato al 3,2% le sue previsioni di crescita globale.

 

Esattamente un anno fa quando l’economia mondiale stava mostrando segni di debolezza il direttore del thing-tank belga Daniel Gros negava la possibilità di una nuova crisi.

Ora lo stesso economista non la esclude. Adesso però che i segni di debolezza delle grandi economie sono evidenti.

 

Aldilà dei segni di debolezza che esistono, ma non appaiono così gravi per il momento, vi è qualcosa sullo scenario economico che è ancora peggiore e si chiama incertezza.

Gli economisti prevedono una recessione mondiale

Incertezza dovuta a diversi fattori, tra questi l’annuncio dei dazi tra Stati Uniti e Cina, le debolezze dei mercati emergenti e la Brexit che, nonostante un nuovo premier, sembra non trovare soluzione.

 

E non è un caso se il Presidente della BCE Mario Draghi non si stanca di ripetere che ‘solo la semplice prolungata incertezza produce già di per se stessa la materializzazione dei rischi in questa direzione’.

 

E tre delle più grandi economie europee sono in difficoltà. Nel Regno Unito e in Germania il PIL è sceso nel secondo trimestre dell’anno dello 0,1% e dello 0,2% e le previsioni per il terzo trimestre non sono ottimistiche.

E l’Italia non è da meno in quanto a risultati negativi. Tra economia e politica il Bel Paese sta soffrendo mille incertezze.

 

E non è un caso che siano proprio questi tre paesi in Europa a soffrire molto in quanto più di altri. Vivono di export e a livello mondiale. E le esportazioni sono calate nel primo trimestre dell’anno del 2,7% e le importazioni del 3,1%.

 

Se la Germania cadrà in recessione è facile immaginare che tutta l’Eurozona potrà soffrire del medesimo problema.

 

E dall’altra parte dell’Atlantico? La situazione non è certo migliore. Il rischio che gli Stati Uniti entrino in crisi nel 2020 e 2021 non è affatto remoto.

A Trump sembra che il problema non interessi più di tanto visto quanto è concentrato nella guerra con il suo primo nemico commerciale, la Cina, che si prende, secondo il tycoon, ben 500.000 milioni di dollari all’anno.

 

Dopo 11 anni di crescita continua l’economia degli Stati Uniti comincia a frenare. Gli ultimi dati sono più deboli. In questo anno il Pil potrebbe salire solo del 2,5%.

 

Sta di fatto che la maggioranza dei membri dell’Associazione Nazionale degli Economisti non hanno dubbi sull’arrivo della recessione, solo non sanno se cadrà nel 2020 o nell’anno successivo.

 

BCE e FED stanno correndo ai ripari preparandosi al peggio , la prima annunciando pacchetti di stimoli monetari , la seconda preparandosi ad abbassare i tassi di interesse, per la seconda volta in due anni.

 

La verità che più delle guerre armate le guerre economiche tra divise possono essere ancora più distruttive.

Guerra sulle divise e incertezza, secondo i maggiori esperti economici internazionali, dovrebbero continuare.

Fino a quando?

Almeno fino al 3 novembre 2020, giorno in cui il Presidente americano si presenterà per la rielezione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti
    Tags:
    recessionegermaniaitaliabrexittrump


    in evidenza
    Affari in Rete

    MediaTech

    Affari in Rete

    
    in vetrina
    Svolta meteo: ecco quando termina il freddo e torna il caldo

    Svolta meteo: ecco quando termina il freddo e torna il caldo


    motori
    Ford Pro rinnova l'E-Transit 100% elettrico

    Ford Pro rinnova l'E-Transit 100% elettrico

    Coffee Break

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.