Amore saffico nato nello spogliatoio. E la più giovane fugge dall'amante
Un amore nato nello spogliatoio di una squadra di calcio femminile. E questa volta non c’è di mezzo l’allenatore maschio interessato alla carne giovane ma una player ventottenne che tiene in casa per un pomeriggio intero una compagna di squadra quattordicenne, con cui ci sarebbe stata una relazione saffica. E i genitori della ragazzina la denunciano per sottrazione consensuale di minorenne.
È la storia di una «fuga d’amore» senza lieto fine. La ventottenne ha ricevuto da qualche settimana la notifica della chiusura delle indagini preliminari e si ritrova indagata per un reato che prevede una pena fino ai due anni di reclusione.
La vicenda è accaduta alcuni mesi fa in Cadore. Le due giocatrici di calcio si erano conosciute durante gli allenamenti di una squadra dilettantistica e il loro rapporto era diventato più intimo. Secondo quanto contestato dai genitori della più giovane, le attenzioni della più grande avevano suscitato nella figlia qualcosa di più che semplice amicizia: una vera e propria relazione saffica.
Lo testimonierebbe - sempre secondo le accuse - una lunga corrispondenza fra le due nella quale si leggono parole intrise d’affetto, ma anche confidenze che rimandano a un sentimento reciproco fra due amanti. Un giorno i genitori della ragazzina scoprono l’affettuosa corrispondenza e rimangono senza fiato. Ne parlano con la figlia adolescente che però non sente ragione e fugge da casa.
Padre e madre si accorgono quasi subito della scomparsa, allertando le compagne di scuola e di squadra, ventottenne compresa. Le coetanee della figlia, conoscendo la «liaison» amorosa, le trovano rifugio proprio nell’abitazione della compagna (che ha un bambino piccolo e vive da sola). Poi, tutte complici, contribuiscono alla «farsa» delle ricerche. Dopo cinque ore la calciatrice matura rivela il nascondiglio della ragazzina. Per il pubblico ministero Simone Marcon si configurerebbe il reato di sottrazione consensuale di minorenne. Di diverso avviso la difesa dell’indagata. «Le due ragazze sono solo amiche – spiegano i legali - La mia assistita volava solo offrire alla giovane una sorta di aiuto in una situazione difficile