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Venezuela, Roma non si allinea con UE su riconoscimento Guaidò

Ieri nel summit di Bucarest fra i 28 stati membri, l'Italia è stato l'unico a non allinearsi con la proposta di compromesso sul Venezuela, suggerita dalla ministra degli Esteri svedese Margot Wallstrom, con cui si accettava il ruolo di Juan Guaidò come presidente ad interim fino a nuove elezioni. La notizia è stata lanciata dall'agenzia spagnola Europapress e confermata all'Ansa da fonti diplomatiche europee. Non si sarebbe trattato di un riconoscimento formale di Guaidò, ma implicito. Oggi Guaidò si è rivolto direttamente al governo italiano: "Ci aspettiamo molto dall'Italia e siamo sicuri che sceglierà di stare dalla parte della gente che chiede il cambiamento. Tutto il nostro rispetto per il dibattito in corso". Guaidó ha rilasciato una lunga intervista al Tg2 lanciando un appello al nostro Paese affinché riconosca il cambiamento. La replica di Luigi Di Maio è subito arrivata: "Il cambiamento lo decidono i venezuelani: noi siamo dalla parte della pace e della democrazia quindi dobbiamo creare i presupposti per favorire nuove elezioni.  Visto che siamo già stati scottati dalle ingerenze in altri Stati, non vogliamo arrivare al punto di riconoscere soggetti che non sono stati votati. Per questo non riconosciamo neppure Maduro."

Nell'intervista rilasciata al Tg2, Guaidò non si tira indietro nel replicare a quanto aveva affermato ieri Manlio Di Stefano a Tg2000: "Consiglio al sottosegretario Di Stefano di informarsi, in Venezuela oggi non c'è il rischio di una seconda Libia,  perchè il 90% dei venezuelani vuole il cambiamento". Il sottosegretario agli affari esteri pentastellato Di Stefano così aveva affermato: "L'Italia non lo riconosce. Siamo totalmente contrari al fatto che un Paese o un insieme di Paesi terzi possano determinare le politiche interne di un'altra nazione", ha detto, rifiutando il riconoscimento di Guaidó come presidente ad interim. "Si chiama principio di non ingerenza ed è riconosciuto dalle Nazioni unite".

L'incrinatura fra le forze di governo  italiane sulla posizione da assumere nei confronti della crisi venezuelana,  arriva ore dopo che il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione a favore del riconoscimento di Guaidó, invitando Bruxelles e gli Stati membri a fare lo stesso. Lo avevano già fatto gli Stati Uniti e diversi paesi dell'America latina, mentre altre nazioni tra cui Francia, Regno Unito, Germania e Spagna hanno dato un ultimatum al presidente Nicolas Maduro, la cui rielezione considerano illegittima: "se entro il fine settimana non avrà indetto nuove elezioni, riconosceranno l'oppositore". All'Eurocamera, malumori sono derivati dalle posizioni assunte nel voto, cui ha dato voce il presidente dell'Europarlamento, Antonio Tajani: "Ho appena annunciato a Juan Guaidó che il Parlamento lo riconosce come presidente ad interim del Venezuela. Spiace che Movimento 5 Stelle Europa, Lega e molti del Pd si siano astenuti, senza schierarsi contro la dittatura di Nicolas Maduro".

Guaidó ha contestato i membri italiani dell'Europarlamento che "non hanno sostenuto la risoluzione del Parlamento. Denota un po' di scarsa conoscenza di quello che succede da noi. L'Italia può fare molto per il mio Paese. La vostra è una comunità ricca in cultura e talento che ha portato molti investimenti e sviluppo in Venezuela e spero che continui a farlo. Maduro ha perso il controllo del Paese e la popolazione sta soffrendo. Ci sono 70 giovani assassinati in una settimana dal Faes, le forze speciali di polizia, e 700 persone in carcere, di cui 80 sono minorenni e ci sono anche alcuni bambini".

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