Cronache

Sfatare i tabù: la stomia opportunità di rinascita e supporto

 


Roma, 7 mag. (askanews) - Più di 75mila persone vivono con una stomia, una procedura chirurgica che crea un'apertura artificiale nel tratto digerente o urinario per il passaggio di feci o urine - spesso necessaria a causa di neoplasie o malattie croniche. Grazie agli sforzi delle persone stomizzate, degli operatori sanitari che si prendono cura di loro e delle aziende che le supportano con prodotti e servizi per aiutarle a condurre una vita normale - non è più un tabù. Si è parlato di questo oggi a Roma, nel corso della conferenza stampa "La stomia, tra cura e sostegno alla persona - Sinergie tra professionisti e pazienti", promossa da Convatec e organizzata da Motore Sanità, che ha visto la partecipazione dei maggiori esperti in ambito sanitario e dell'industria di settore."Noi di Comvatec - sottolinea Claudia Chinelli, Commercial Director Ostomy Care Convatec Italia - offriamo soluzioni per il paziente stomizzato, che significa offrire non soltanto prodotti innovativi. Oggi siamo qui per presentare Esteem Body, ma anche il servizio al paziente. In Italia siamo i primi ad aver lanciato un programma di supporto per i pazienti con il servizio Me+ che nasce addirittura nel 1991 e oggi abbiamo 18 consulenti esperte che contattano i pazienti e vengono a loro volta contattate. Pensate che gestiscono più di cinquecento telefonate ogni giorno. A me piace dire che ci sono almeno cinque buoni motivi per chiamare il nostro servizio: da un lato avere campioni prova dei prodotti; ricordiamo che il paziente stomizzato deve trovare il prodotto più adatto per sé, perché quella è una condizione permanente con cui deve vivere, una condizione cronica, e quindi è fondamentale che provi e conosca questi prodotti. Le nostre consulenze forniscono inoltre altri supporti per la nutrizione, per l'attività fisica e anche del supporto emotivo. Ultimo, ma non meno importante, supportiamo il paziente in tutte le pratiche burocratiche per accedere alla fornitura".Decisiva la figura del terapista specifico. "Lo stomoterapista - prosegue Assunta Scrocca, vicepresidente AIOSS - è all'interno del percorso diagnostico terapeutico e assistenziale di cura nella chirurgia colon rettale. Quindi c'è un ulteriore percorso che è il PIC, il percorso integrato di cura dove lo stomoterapista ha assolutamente un ruolo fondamentale. Peccato che purtroppo ce ne siano pochi e non tutte le strutture sentano l'esigenza di avere questa figura professionale".Con il sacchetto si può convivere, insomma, e lo raccontano due pazienti stomizzati: "La stomia - dice Francesco Murano - non deve essere un qualcosa che ci limiti, ma dev'essere vista come qualcosa che ci può dare una seconda chance, anche perché noi arriviamo da una situazione in cui la malattia ci ha messo a dura prova, e quindi avere una seconda possibilità di tornare a mettersi in gioco non deve essere assolutamente sottovalutata". "Il sacchetto - prosegue Maurizio Grandi - è il risultato di un intervento che ci ha salvato la vita. Quindi non può essere un sacchetto a privarci della nostra libertà o a condizionarci. Dico sempre una frase che col sacchetto tutto si può fare. Nulla è impossibile. Ci vuole solo la volontà. I limiti sono quelli che ci mettiamo solo nella nostra testa. Nessuno ci giudica".




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