Dunque Matteo Renzi è arrivato al capolinea: ha cercato una rivincita, o almeno un recupero, e gli è andata male. Si può dargli atto di aver combattuto senza risparmiarsi. Adesso toccherà a qualcun altro cercar di salvare dal disastro quello che quattro anni fa, col 40 per cento dei voti, era il più forte partito di sinistra in Europa, erede del PCI e insieme della sinistra DC. Compito impegnativo.
Il successore dovrebbe tener d’occhio un po’ anche la cabala. Per esempio, invece di insistere tanto con le cifre del PIL o quelle – terribili – del debito pubblico, dovrebbe tenersi lontano dal 4 di ogni mese. La débacle del referendum costituzionale è stata il 4 dicembre; quella delle elezioni politiche il 4 marzo. Visto poi che il PD non sa più a che santo votarsi, cerchi almeno di fare voti a due santi che ultimamente gli sono stati sfavorevoli: Santa Barbara in calendario proprio il 4 dicembre, e San Casimiro che la chiesa festeggia il 4 marzo: morì martire in giovane età, stremato da digiuni e penitenze (pratiche poco in voga in quest’epoca).