Café Philo

di Angelo Maria Perrino e Virginia Perini

A- A+
Café Philo
Filosofia sui Navigli riparte da Kafka

IL PROGRAMMA

Dopo il grande successo della scorsa stagione torna Filosofia sui Navigli, la colazione con dibattito della domenica mattina milanese,  allo storico locale OFFICINA 12 (Alzaia Naviglio Grande 12). Le conferenze del ciclo autunnale riprendono l’11 ottobre e continueranno fino al 20 dicembre.

In data 11 ottobre si parlerà de “Il Processo: rapporto tra il romanzo di Franz Kafka e il film di Orson Wells” con Gabriele Scaramuzza, docente di Estetica all’Università degli Studi di Milano.

 

 

DI CHE COSA SI TRATTA - Proprio come avviene nei Café Literaire parigini, tuttora in voga nella capitale francese, un gruppo di filosofi, cultori, letterati o semplici appassionati si ritrovano nel noto caffé ristorante milanese per discutere di attualità, storia del pensiero, scienza e problemi esistenziali. L'appuntamento è ogni domenica alle 10.15: una relazione di un'ora circa e poi il dibattito. Tra gli organizzatori un avvocato, Pietro Tamburrini, un professore dell'università cattolica Sandro Ghisalberti e il direttore di Affari Italiani, Angelo Maria Perrino che, di seguito, racconta come è nata l'esperienza di "Filosofia sui Navigli".  

 

La filosofia sui Navigli raccontata da Angelo Maria Perrino

Che cos’è la verità? Ed esiste un criterio per distinguerla dal falso? E il bene? Che cos’è il bene? E il male? Il bello? L’essere? E il divenire? L’apparire? E che cosa è logico? Cosa illogico? Come conosciamo? La realtà è reale o è solo una costruzione sociale?

Quesiti profondissimi, domande mozzafiato.  Nodi eterni. Perlopiù  irrisolti. Albergano da sempre nella mente di ogni uomo. E attorno a loro sono sedimentati, nel corso dei secoli, molti tormenti esistenziali e tanta ricerca filosofica. I più, specie le menti più superficiali, assorbite dal peso della vita pratica e dall’idea che si tratti sostanzialmente di quesiti senza risposte che non conducono da nessuna parte, se non all’angoscia o addirittura al suicidio, le rimuovono. Ma quelle domande, che ci assillano fino ad annichilirci, ineludibili nelle persone più sensibili e responsabili,  trovano nella filosofia la sede naturale per esplicarsi e cercare le giuste risposte.

Da qualche anno noi di Filosofia sui Navigli quelle domande ce le poniamo ad alta voce e tutti insieme. Alla domenica, tra amici, in una saletta di un vecchio ristorante sui Navigli di Milano, il Brellin,nella cornice antica di quel vicolo delle lavandaie dove c’è ancora il corso d’acqua e i gradoni sui quali si chinavano le donne per lavare i panni.

Siamo una cinquantina di persone, guidate da un gruppo ristretto di fondatori-animatori: un avvocato, Piero Tamburini, un professore della cattolica Sandro Ghisalberti, una psicologa Paola Santagostino e il sottoscritto direttore di Affari Italiani, cultore della materia sin da quando, tanti anni fa, ingrato figlio unico di titolare di farmacia, scelsi di buttarmi e laurearmi nella scienza di Aristotele e Kant, Marx, Gentile e Maritain...

Attraverso riunioni periodiche in pizzeria prepariamo il programma dei mesi successivi, scegliamo i temi, individuiamo gli ospiti- tutti professori di filosofia- li contattiamo e li invitiamo a parlare. L’appuntamento è al mattino alle 10,15 sui Navigli, quando la città ancora poltrisce e in quella zona turistica di Milano si stanno recuperando la bellezza e il decoro urbano compromessi dalle orde festose dei locali e delle discoteche di zona, aperte fino all’alba della notte precedente.

Ci parlano per un’oretta, i prof…  Lezioni magistrali, che hanno il pregio di essere proposte con un linguaggio sì filosofico, ma adattato alla circostanza e all’ambiente da caffè. Poi il botta e risposta. E a mezzogiorno tutti fuori, inderogabilmente: la nostra saletta va liberata per l’incombente brunch domenicale, che si preannuncia attraverso i profumi di cose cucinate che si effondono per la sala e dagli schiamazzi dei milanesi affamati, in fila, fuori, pronti ad entrare e a lanciarsi su tanto ben di dio.

Nessuno di noi, amici della filosofia e di filosofia sui Navigli, si conosceva prima. Ci siamo scoperti e legati così, in una sorta di comunità spontanea, intorno all’idea del Cafè Philo, importata cinque o sei anni fa da Parigi. La formula l’abbiamo leggermente variata: sotto la Tour Eiffel si parla a braccio, su temi improvvisati, in una dinamica circolare e interattiva. Da molti a molti, per usare una terminologia recente. Qui da noi, sotto la Madonnina, la formula è più classica: c’è un esperto che parla a un uditorio- dall’alto verso il basso, top-down direbbe il bocconiano- e poi risponde alle domande della sala.

Si va a casa con gli appunti, come i ragazzini e le matricole universitarie. E si continua a dibattere per strada, anche se si ha fretta di tornare in famiglia, dove si è attesi per il ragù della festa domenicale. Per chi vuole approfondire ci sono le indicazioni bibliografiche del docente, la vicina libreria 'Il Libraccio', ben fornita di opere filosofiche anche di seconda mano e il nastro con la registrazione della lezione, che uno di noi, l’ex manager marchese Barbavara si incarica di duplicare, per la domenica successiva. Per soli due euro, il semplice costo della cassetta.

E’ un’esperienza unica, un piacere indicibile, un grande appagamento dello spirito, un formidabile stimolo allo studio e all'approfondimento. Talmente bella e coinvolgente che noi di domenica, l’unico giorno in cui i milanesi rallentano, ci mettiamo la sveglia per essere al Brellin di buon ora e prendere posto in prima fila; per sentire meglio e non perdere neanche una parola, come vuole il rigore logico dell’argomentazione filosofica.Se lo racconto agli amici, non credono al sacrificio.Se levataccia ha da essere, osservano, meglio le brioche e i budini dolci di riso da Sissi.De gustibus.

Abbiamo avuto con noi e tutti per noi, in questi anni, i filosofi maggiori, da Giulio Giorello a Carlo Sini, da Salvatore Veca a Massimo Bonfantini e ancora Fulvio Papi e Salvatore Natoli. E molti emergenti, come Elio Franzini, Laura Boella, Maria Bettetini, Telmo Pievani e Roberto Radice o esordienti del tutto sconosciuti, ma eccellenti nelle loro innumerevoli specializzazioni (ultima, la geofilosofia, un approccio inedito e molto fecondo ai problemi dell’ambiente). Uno di questi, Roberto Prandoni, specializzato sul romanzo filosofico, ha fondato a Seveso, in provincia di Milano, una piccola scuola di filosofia. Lezioni a 'classi' di 6-7 persone, del tutto gratuite, per avvicinarsi ai temi e al linguaggio della filosofia.

Non c’è alcun interesse recondito in questi incontri. Solo un' insana,insaziabile, incontenibile passione per il pensiero. Non girano soldi, né i famigerati sponsor, ormai ritenuti il prezzemolo indispensabile di qualsiasi evento culturale, anche il più piccolo e remoto. E i relatori non ricevono neanche il rimborso del taxi. Solo un bicchiere d'acqua. Vengono perché gli piace disquisire, in quel nostro ambiente sereno e disinteressato, ma anche molto competente ed esigente (più o meno tutti ce ne intendiamo).

Puro piacere di sapere e  interrogarsi, insieme e individualmente, sui grandi temi di fondo dell'esistenza. Di cogliere la complessità e immergervisi, affrontando senza rete i nodi più complessi di quel mistero che è l’uomo e il suo destino sulla terra e oltre.

E’ la nostra messa laica. Il gusto controcorrente e involontariamente snob di fare una cosa che non serve assolutamente a niente. La gioia di dibattere riportando d’attualità questa antica sorgente di sapere, questo giacimento millenario di ragionamenti, questa madre generosa di tutte le scienze, umane e non solo. Dal suo grembo nel corso dei secoli sono nate, per successive specializzazioni, la psicologia, la sociologia, l’antropologia, l’estetica, la logica, la pedagogia, l’epistemologia, la semiotica e via dicendo. Una madre prolifica, al punto  che alla fine qualcuno ha teorizzato la sua stessa morte. Ma  non è così, la filosofia non può morire. E’ sempre più chiaro che l’umanità non può farne a meno e, se vuol salvarsi, deve restituirle il suo primato e la sua centralità culturale, recuperandola dai ghetti accademici nei quali si è rinchiusa negli ultimi decenni.

Filosofia intesa come disciplina che studia i fondamenti, la natura, i limiti e le condizioni del sapere. E individua i criteri generali che permettono di distinguere i giudizi scientifici ed oggettivi da quelli di opinione, soggettivi, appartenenti alle costruzioni metafisiche e religiose o alle valutazioni etiche. Filosofia  come scienza della ricerca ed elaborazione del senso, del significato delle cose, che insegna a pensare, a usare la logica, a riconoscere le false credenze, a distinguere tra verità di fede e verità tout court. Un'antica grammatica e ginnastica del pensiero, di cui ha profondamente bisogno l’uomo d’oggi, giunto al terzo millennio senza grandi certezze e  grandi narrazioni, sprofondato nella falsa emancipazione del cinismo, dello scetticismo, della amoralità. E nei guai del fanatismo, dell'intolleranza, dell'arbitrio.

Bisogna cercarla, invece, la verità. Ostinatamente. O quanto meno cercare le condizioni della medesima. Inseguire la verità oggettiva, o quantomeno intersoggettiva. Falsificabile, come ci ha insegnato Popper.  Non bisogna cedere al relativismo più sterile e rassegnato. Perché sono proprio le verità condivise che creano le basi certe della convivenza. Sia dal punto di vista gnoseologico, che etico e politico.Nasce così la relazione fertile e virtuosa tra gli uomini, dal riconoscimento reciproco e dall’anelito a superare la chiusura individualista. Da lì scaturiscono i valori della scoperta scientifica e del progresso, del dialogo e della relazione, della convivenza pacifica, del rispetto tra i singoli e tra le comunità, della tolleranza, della democrazia.

Senza verità, ha scritto Karol Woityla, non c’è libertà.

Cerchiamo, insieme, la verità. dunque. Prima di ogni cosa.E cercare la verita significa appunto, fare filosofia. Magari sui Navigli, con nuovi amici cari e disinteressati.

Iscriviti alla newsletter
Tags:
filosofianaviglistagione

in evidenza
Affari va in rete

MediaTech

Affari va in rete


in vetrina
AXA IM, prosegue la riqualificazione artistica del Vetra Building

AXA IM, prosegue la riqualificazione artistica del Vetra Building



motori
Lamborghini e 3T presentano le nuove biciclette luxury

Lamborghini e 3T presentano le nuove biciclette luxury

Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

© 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

Contatti

Cookie Policy Privacy Policy

Cambia il consenso

Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.