Generali, Giulio Terzariol nuovo direttore generale. Da Allianz al Leone di Trieste: chi è l'uomo di Donnet

Manager milanese, formazione Bocconi e venticinque anni di carriera internazionale tra Vienna e Monaco di Baviera. Il profilo

di Elisa Mancini

Terzariol Generali 

Economia

Generali, Giulio Terzariol nuovo direttore generale: Donnet rafforza la squadra. Il ritratto

Generali cambia passo. Giulio Terzariol, già CEO Insurance, è il nuovo direttore generale e Group Deputy CEO del Leone di Trieste. A dargli le chiavi del business assicurativo e la supervisione di Banca Generali è stato il Consiglio d’amministrazione, con il pieno sostegno dell’amministratore delegato Philippe Donnet, che parla di "una squadra tra le migliori al mondo nel settore assicurativo e dell’asset management".

Milanese, laureato alla Bocconi, Giulio Terzariol è un assicuratore puro sangue. Ha cominciato proprio in Generali, tra Monaco e Vienna, prima di entrare nel 1998 in Allianz, dove ha iniziato la sua scalata. Prima CFO regionale per Asia e Nord America, poi responsabile della pianificazione del gruppo e infine, dal 2018, Chief Financial Officer e membro del Board of Management della capogruppo tedesca. Vent’anni di esperienza internazionale, di numeri e di governance ad altissimo livello.

Quando Donnet lo ha riportato in Generali nel 2023, affidandogli la guida del business assicurativo globale, molti lo hanno letto come un ritorno alle origini, ma anche come una scommessa sul futuro. Ora la promozione a numero due operativo del gruppo lo porta di fatto al centro. E, inevitabilmente, apre anche qualche riflessione sulla possibile successione a Donnet, tema che a Trieste aleggia già da tempo.

La nomina di un direttore generale è la prima mossa importante dopo il cambio di controllo in Mediobanca, azionista di Generali con il 13,2%. Un passaggio non da poco, considerando che Piazzetta Cuccia è ora sotto l’orbita di Mps.  Ma forse Terzariol, per competenza e profilo, è una figura che mette d’accordo quasi tutti. È tecnico, internazionale, poco incline alle lotte di potere. Ed è proprio questo che serve a Donnet in un momento in cui il gruppo deve mostrarsi solido, unito e focalizzato sul piano industriale fino al 2027.

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