Sesso, amore, fruste e pistole. Nymphomaniac, l'antiporno è d'autore
di Lorenzo Lamperti
@LorenzoLamperti
Buio assoluto. In sottofondo si sente il rumore della pioggia. Ancora più lontato forse quello di un treno che passa sui binari. Luce. Una mano insanguinata e un buco nero in un muro di mattoni. Di nuovo buio e il metal tedesco dei Rammstein. L'incipit di Nymphomaniac è di quelli che lasciano il segno. Arriva nelle sale l'atteso, e soprattutto chiacchierato, ultimo film dell'ancor più chiacchierato regista danese Lars von Trier. Un'opera ciclopica, più di cinque ore nella versione incensurata e quattro ore in quella in arrivo nelle sale, divisa in due volumi. Dopo le sue arcinote frasi a Cannes su ebrei e nazismo, questa volta Von Trier fa scandalo con quello che gli riesce meglio, le immagini sul grande schermo. Ma davvero Nymphomaniac è un film così scandaloso?
"CHIUNQUE CEDE ALLA GIUSTA PROVOCAZIONE" - Mettiamolo subito in chiaro: Nymphomaniac non è un film porno, certamente non lo è nella sua accezione comune. Von Trier gioca con lo spettatore, lo provoca, così come Charlotte Gainsbourg provoca gli uomini per scoprirne anche il peggior istinto sessuale. "Chiunque cede alla giusta provocazione", dice Seligman, il letterato asessuale che ritrova la protagonista Joe sanguinante e priva di sensi in un vicolo. Von Trier provoca ma il suo scopo principale non è eccitare, bensì mettere alla prova. Nelle vicende raccontate si copre un'ampia gamma di comportamenti e desideri sessuali, anche quelli più estremi come il sadomasochismo, il feticismo e la pedofilia. "Sono una persona cattiva e il mio sarà un racconto lungo", avverte Joe all'inizio del film. Un racconto diviso, in tipico stile Von Trier, in diversi capitoli: 8 per l'esattezza. Le avventure erotiche della protagonista, prima giovane e con il corpo di Stacy Martin e poi adulta con quello della Gainsbourg, hanno il proprio contrappunto nelle associazioni culturali di Steligman. L'uomo, che non conosce il sesso, lo commenta attraverso le sue conoscenze letterarie e psicologiche, senza però mai giudicare. Via via che procede il racconto di Joe anche Steligman però sarà tentato di giudicare, per esempio sull'episodio del pedofilo oppure sul modo politicamente scorretto in cui Joe definisce due uomini di colore. Sembra quasi un gioco tra i due. Joe, anche con Steligman, sta cercando la chiave giusta per provocarlo. L'abisso nel quale lo porta è sempre più profondo e Joe sembra voler capire se, colui che più per lei è mai assomigliato a un amico, può riuscire a sopportarlo.
UN RACCONTO DI (DE)FORMAZIONE - Joe scopre presto il suo costante desiderio di sesso. "Per me era un imperativo liberarmi della verginità". Lo fa a 15 anni con Jerome, quello che diventerà l'unico amore della sua vita. Ma di romanticismo di certo non c'è spazio nel racconto di iniziazione della piccola Joe che occupa interamente il priomo volume. "Io volevo l'erotismo, non l'amore. L'erotismo è dire di sì, l'amore è dire di no", spiega lei. La giovane Joe è una macchina da sesso che non pensa alle conseguenze che le proprie azioni hanno sulle persone che la incontrano. Sarà Mrs. H. (interpretata da Uma Thurman), moglie tradita, a farle capire che ogni azione ha una conseguenza. Ma il fatto che lo capisca non significa che cambi il suo modo di agire. "Come ha influenzato la tua vita questo episodio?", le chiede Steligman. "Non l'ha cambiata per nulla", risponde lei. Poi c'è Jerome e il sesso per amore. Dal sesso pieno di gioia si passa al sesso pieno di sofferenza. Dalla Chiesa d'Oriente a quella d'Occidente, spiega Steligman. Si arriva al masochismo, alla punizione, alla rinuncia, all'umiliazione. Non c'è gruppo di sostegno che tenga, Joe non vuole essere normale. "Non sono come voi, sono una ninfomane e mi piace esserlo. Mi piace la mia voglia di sesso". E poi la distruzione: della società, delle cose, degli altri, persino di se stessi.
POLIFONIA AL FEMMINILE - Lo schermo è diviso in tre. Joe è dappertutto e fa sesso con tre uomini diversi in tre maniere diverse. E' la polifonia del sesso, la polifonia di Joe, la polifonia femminile. Joe è la polifonia. Racchiude in sé la bontà della Bess de Le onde del destino, la spietatezza della Grace di Dogville, il sadismo della protagonista di Antichrist, il rapporto compulsivo con il sesso della Justine di Melancholia. E' tutto e il contrario di tutto. E' madonna e messalina. E' lei umiliata, è lei che umilia. E' vita e morte. E' mente e corpo, entrambi nudi. E' lei che gode, è lei che dicendo ancora una volta "riempi tutti i miei buchi" diventa uno strumento che non suona più.
Iscriviti alla newsletter