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L'avvocato del cuore
Dieta vegetariana a mia figlia di 5 anni: posso impedirlo alla mia ex moglie?

“Caro Avvocato, mi chiamo Marco: un anno fa mi sono separato da mia moglie con la quale ho una figlia di 5 anni, Martina. Mia moglie è vegetariana e ora ha imposto questa scelta alimentare anche alla bambina. Io non sono d’accordo perché vedo che la piccola è sempre stanca e secondo me non è una dieta salutare. Mi aiuti, cosa posso fare?”

Ormai da anni, e in modo particolare nell’ultimo decennio, si è diffusa in Italia la convinzione che la dieta vegetariana, anche nell’espressione più rigida della dieta vegana, apporti cospicui benefìci alla salute dell’individuo.

Molti decidono di seguire questo tipo di alimentazione, priva di carne, di pesce e di alimenti di origine animale e loro derivati, per le motivazioni più disparate: religiose, etiche, ambientali o per rispetto della vita degli animali. Molti altri lo fanno soltanto per adeguarsi a una moda.

Se queste scelte vanno rispettate quando ci si trova in presenza di un adulto consapevole e capace di autodeterminarsi, il problema sorge quando a essere coinvolti sono i minori ai quali, da genitori che seguono diete vegane o vegetariane, viene imposta un’alimentazione che esclude categoricamente e imprudentemente alimenti utili, se non indispensabili, per la loro crescita.

Un comportamento che si contrappone alle indicazioni dei medici nutrizionisti, i quali unanimemente sconsigliano da sempre di far seguire queste diete ai bambini e agli adolescenti.

Qualche anno fa era stata fatta una proposta di legge, assegnata alla Commissione Giustizia della Camera, sulla scia dei drammatici fatti di cronaca che avevano coinvolto diversi bambini sottoposti ad alimentazioni restrittive. 

La proposta mirava, in sostanza, a scongiurare e sanzionare "le condotte alimentari incaute e pericolose imposte dai genitori, o da chi ne eserciti le funzioni, a danno dei minori di età".

La proposta mirava a introdurre nel codice penale il nuovo art. 572-bis rubricato "Imposizione di una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita di un minore". Questa fattispecie delittuosa avrebbe punito chiunque avesse imposto a un minore di anni 16, una dieta alimentare priva di elementi essenziali per una crescita sana ed equilibrata, prevedendo la reclusione fino a un anno. Purtroppo la proposta non è passata al vaglio della Camera. Tornando a noi, quello che è certo è che la scelta relativa al regime alimentare dei figli sia da considerarsi una decisione “di maggiore interesse per i figli”, dal momento che coinvolge la loro salute; pertanto, in regime di affidamento condiviso, ai sensi dell’art. 337 ter del codice civile, deve essere concordata dai genitori. Se così non fosse, la decisione dovrà essere rimessa al Giudice.

In conclusione, caro Marco, il mio consiglio è quello di trovare un accordo con Sua moglie affinché la piccola Martina possa seguire un regime alimentare che le garantisca una crescita sana ed equilibrata. Nel caso non vi fosse un punto d’incontro, potrà sempre rivolgersi al Giudice il quale senza dubbio adotterà i provvedimenti opportuni a tutela della Vostra bambina. In bocca al lupo!

* Studio Legale Bernardini de Pace

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