Braccianti!
È una parola arcaica che rimanda ad altre parole quali latifondo, lotte contadine, sfruttamento degli ultimi eppure l’iconografia del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo (che,ricordiamo fu acquistata da una sottoscrizione popolare,e diventò proprietà del consiglio comunale di Milano),permane vivida nella memoria di pochi sia pur labile dei tempi moderni dei tanti.
I braccianti esistono ancora e se volete in una condizione addirittura peggiore di quella ottocentesca, ma il Gattopardo Italiano ha sempre fatto finta di nulla perché analizzare gli “sporchi, brutti e cattivi”, fa male al paese del sole, del mare e del made in Italy.
Non è soltanto un dovere politico cancellare questa forma compiuta di schiavismo contemporaneo, un pezzo di sfruttamento medievale localizzato in una enclave dell’Europa Post-moderna ma è un concetto antropologico da eliminare, e se il bracciante ha la pelle nera poco dovrebbe importare.
Dico dovrebbe.
Ma c’è chi su quella guerra tra ultimi di casa nostra e di casa altrui, ci ha fatto il suo successo politico, anche perché gli avversari sono sempre stati ondivaghi su questa partita, per timore o altro, ma ora ci voleva la ministra-bracciante Bellanova per cancellare uno dei buchi neri del diritto di questo paese, diritti dell’uomo intendiamo e non soltanto diritto del lavoro.
Non siamo così convinti che questa norma sanerà le gigantesche bidonville nate in prossimità dei nostri campi di pomodoro ma del tutto simili a quelle che tanto ci sgomentano nel cuore dell’Africa.
Come è possibile anche solo culturalmente, prima che politicamente non applaudire a questa nuova norma che lenisce ferite antiche, e che serve, eccome al benessere delle tavole dei nostri cittadini scarsamente dotati di senso etico, mettere in regola l’orrore dovrebbe essere sancito dalla Costituzione.
Capisco che in una fase in cui gli argomenti di scontro sono diventati noiosi si possono aggredire anche le lacrime di una signora ma ormai siamo oltre il confronto tra schieramenti che si rispettano dunque, se perfino Il Cavaliere cerca di fare il pompiere, vuol dire che il fango ha sommerso l’agone rabbioso di questa politica cattiva e violenta.
Dunque il raccolto estivo è salvo, e pensiamo che sarà un bene per tutti ma principalmente per quanti hanno avuto l’ardire di non voltarsi altrove, di pensare alle spiagge e alla distanza regolamentare tra gli ombrelloni, rispetto alla carne da cannone che ci garantisce la nostra dieta mediterranea.
Ci voleva la pandemia per arrivare a creare quel momento di frattura con un brutto passato recente, e una Ministra-Signora, che quell’orrore lo conosce dall’interno e ha fatto molta fatica a renderlo visibile a quanti si erano distratti.
Per cui tanto di cappello ad una politica che rimette al centro le esigenze degli invisibili, che sono tanti e sempre meno ascoltati.
Tra quanti blaterano di socialità, e vivono la politica come aggressione, come costruzione di un nemico da abbattere, la Bellanova ci ha dato una lezione di pacatezza, di forza etica e di responsabilità, ma ho la sensazione che queste parole desuete come “bracciante”, resteranno l’ennesima occasione perduta, da dimenticare alla fine del contagio.
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