Berlusconi al servizio di Salvini. Matteo ora è un uomo di Stato
Il vecchio leone ha perso tempo e forza per rientrare in gioco
La destra s’è desta.
Tutti aspettavano l’assist del Caimano che puntualmente è arrivato, ma tardivo e generico, rispetto all’azione della Magistratura sul Ministro dell’Interno.
In effetti il vecchio leone ha perso tempo e forza per rientrare in gioco, dimostrando che la sua attività politica residuale, può essere ormai messa solo al servizio del Grande Leader.
E’ inutile che i vice istantanei, creati sotto l’ombrellone, cerchino di recuperare le praterie perdute, già troppo colonizzate dalle enormi truppe di Matteo.
Non è la nuova destra, o la nuova coalizione popul-sovranista, e la Nuova Nuova, la Nuova.
E’ una cosa che non s’è mai vista in questo sgangherato paese, dove un giovane leader di lungo corso ,il Capitano, può permettersi di scommettere su un consenso pari a quasi il 40% degli aventi diritto, che equivarrebbe al risultato più eclatante mai raggiunto da un partito nel dopoguerra.
Renzi e gli altri alleati d’antan se ne facciano una ragione, Matteo ha vinto su tutti i fronti, e sono sicuro che è solo l’inizio ,le altre forze dovranno diluirsi nella sua grande Cosa Nuova, diventare satelliti, comprimari.
Gli stesi avversari imbolsiti dal caldo agostano non riescono a prendere palla, in una partita che non ha storia ,e usano i falli di sempre, gli avvisi di garanzia, la denigrazione sempre meno condivisibile a mezzo stampa, l’odio ,il rancore e altri trucchi da vecchi prestigiatori spompati di provincia.
I migranti che muoiono, l’assenza di pietà e tante altre amenità ormai senza la forza dirompente di un tempo, e la “ggente” ha cominciato a capire, anche questi poveracci, la vecchia destra stracciona ha smesso di pensare in piccolo perchè deve decidere come organizzare questo stato del futuro.
Caimano si, caimano no, tutti guardano al Capitano, alcuni in maniera scomposta, memori delle scorribande adolescenziali della Padania Felix, altri per convenienza, ma il Matteo ormai sa di non essere solo un leader,h a capito di essere diventato un uomo di Stato.
Perchè chi ha il coraggio di decidere,anche contro il consenso,e di fare da argine alle vecchie e solide congreghe di potere, deve essere riconosciuto come uomo di stato, con le sue lacune e le sue intransigenze, perché a differenza di tutti, ha un merito: decide.
Questo è il vero progetto oltre la destra e la sinistra, questo è un meccanismo nuovo di consenso, e con questa scalata bisognerà fare i conti, con questo piccolo grande uomo lombardo bisognerà stabilire accordi, e lo sanno i trepidanti sinistri,quei pochi che sono rimasti imbambolati nell’ultima festa (deserta) dell’Unità.
Loro stanno cercando il leader che non hanno, questi non ne hanno bisogno, perché il Matteo c’è, oltre il post-berlusconismo, il federalismo, il revisionismo e tutti gli altri “ismi” che vi piacciono, e siamo prossimi alla catarsi del popolo italiano che potrà finalmente riprendersi il linguaggio scorretto della realtà, e dire che le cose non accadono in tivvu, ma fuori in quelle strade che la sinistra attraversava con ribrezzo.
Non è un’area politica ad aver trovato un leader,è il paese che ha individuato una possibile alternativa, legale, politica, elettorale e programmatica.
Chi non ha capito questo, si pone e si porrà fuori dalla cronaca e anche dalla storia.