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Il buono, il brutto e il cattivo
Coronavirus e la Pasqua in quarantena. Ma risorgere sarà meraviglioso

Tornerà la pioggia dopo settimane di sole inutile in cattività, e l’ombra leggera avvolgerà la città vuota, e le ore che ne scandiscono tutte le limitazioni fisiche e spaziali.

Vedremo le facce, quelle poche che sono rimaste, amichevoli, amorevoli, il resto tornerà nell’oblio dei ricordi minori,e colleghi dimenticati e non ci sembrerà illecito camminare, correre, prendere una moto per girare senza una meta.

Rivedremo i quartieri e le piazze che da settimane evitiamo, suoneremo campanelli per nuove cene, e incontri e leggeremo i libri appena acquistati nelle librerie poco affollate.

Finita la reclusione andremo altrove, in un altro paese,in un borgo o in qualche altra città come per ritrovare il territorio comune che ci è stato negato per poco o troppo tempo,e potremo rivedere il mare o le Dolomiti senza rischiare l’arresto, sarà meraviglioso poter entrare in qualsiasi Museo del paese, uno qualunque, senza un vero progetto culturale, ma finalmente con un interesse concreto.

Potremo tornare a parlarci “dal vivo” e anche alla distanza che vorremo, vicini, vicinissimi oppure lontani, lontanissimi, avremo tempo per guardare davvero quelli che abbiamo riscoperto e gli altri che non ci sono stati mai veramente accanto.

Lavoreremo, certo lavoreremo come stiamo facendo ognuno per le proprie ambizioni e possibilità, ma l’ufficio diventerà meno importante,uno spazio da utilizzare in funzione di esigenze reali privo di simbologie sociali,perché è meglio incontrare chiunque, in casa.

E la casa sarà altro, sarà l’espressione compiuta di tutte le nostre esigenze e il momento funzionale di tutte le nostre attività, da cui usciremo per divertirci o incontrare o fare la spesa quando ci pare e dove ci pare.

Un negozio, una farmacia, un ospedale, una casa di riposo non saranno campi di battaglia,ma avranno un pensiero logico, progettuale alla loro origine per permetterne l’utilizzo migliore, sicuro, perché da qui nascerà il nuovo concetto di benessere, dopo averlo scambiato per troppo tempo con l’estetica posticcia delle palestre.

Risorgerà il principio di una Società che pone questo “ben-essere” dei cittadini al centro della sua evoluzione, il suo scopo primario, un destino politico,antropologico imprescindibile,sarà la Resurrezione delle Idee,della Bellezza e del Talento,perché ce lo meritiamo,o almeno se lo meritano quanti ci hanno creduto.

Dopo le risse belluine dei politici abbaianti,qualcuno rinsavirà e potrà esprimersi attraverso ragionamenti sensati,rispettando le dialettiche opposte,il contrappunto ideale,e ritirandosi quando la forza originaria diventa routine, gestione arrogante del potere e delle rendite di posizione.

Avremo tempo per distribuire le colpe e i meriti,applaudiremo alla scoperta del vaccino,e disprezzeremo quanti hanno cercato di fare affari illeciti anche in questo caso,ma niente potrà essere o sembrarci come prima,perché una pausa silenziosa e certe volte oziosa,ci costringe a pensare,senza limiti di tempo e senza imposizioni esterne.

Ed è un’attività che avevamo messo ai margini della nostra stressante giornata precedente al Male, e che ora ci sospinge a guardare con occhi diversi e a cercare spiegazioni, a dare senso a quello che facciamo,e che abbiamo fatto e ci rende più intransigenti con noi stessi e con gli altri.

E anche il modo di condividere tempo, idee e spazi cambierà, rendendo tutto questo più intenso, ambizioso, cerebrale,secondo necessità e possibilità, dal filosofo alla cassiera, dal muratore al virologo,riscopriremo il valore assoluto della condivisione,del “sentire insieme”, dopo “l’isolazionismo individualistico”, e “l’auto-reclusione digitale”.

Non è utopia ma buon senso, credo che la Resurrezione di una civiltà sia molto più spirituale che religiosa.

Una laicità rispettosa e capace di leggere le profonde differenze del sistema polifonico sociale che molti chiamano Italia, ma troppi non ne conoscono il significato.

Nella bellezza e nell’orrore siamo stati grandi e potremo tornare ad esserlo, spostando concettualmente quella parte della nostra abilità criminale verso l’immenso territorio delle capacità creatrici, dell’intuizione e dell’invenzione, che da millenni ci fanno compagnia.

Torneremo a costruire un’idea di Futuro da condividere,sorprenderemo i nostri variegati detrattori,ragionieri di economie traballanti e fasulle,col sorriso dell’intelligenza e con la forza della nostra antica tenerezza.

Nessuno a quel punto potrà resistere dall’ammirare la meraviglia immortale di questo bellissimo e terribile Paese.

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