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Il buono, il brutto e il cattivo
Coronavirus, essere originali al tempo dell'epidemia: la politica? Si sbranerà

Naturalmente in cima alla lista rimangono i politici che digiuni delle solite risse belluine, improvvisano, rilanciando le usuali imbecillità e il Capitano li batte tutti perché oltre al voler riaprire i “confini delle Chiese”per Pasqua, chiede aiuto direttamente al Buon Dio, per trovare il vaccino. Il Papa non smetteva più di ridere quando glielo hanno detto, e Fiorello, il vero intellettuale bipartisan, ha preso per la prima volta una posizione intelligente contro il Capitan Fracassa di Milano

Gli scienziati,veri o presunti tali giustamente sono diventati i “nuovi influencer”, anche perché la politica sui drammi preferisce delegare, e dunque col loro classico linguaggio colto e corto, analizzano dati, mascherine, terapie più o meno intensive, lasciandoci integralmente i nostri dubbi. I complottisti a tempo pieno, sono relativamente calmi, tra l’individuazione del laboratorio che ha prodotto e lanciato nel mondo il virus(era in Cina,no a Mosca,macché era in un sottoscala sottoprotezione CIA a Washington DC), quindi non riescono a dare materiale ai gazzettieri semi-disoccupati di giornaloni&Tivvù.

Hanno intervistato i Cacciari e gli Strada di prammatica che non potevano che raccontarci ovvietà come hanno sempre fatto sul prima, sul durante e soprattutto sul dopo, perfettamente allineati alle ballerine di fila dei programmi ansiogeni a reti unificate,preoccupati più per gli ascolti e il crollo delle vendite che per l’epidemia. I sindaci sgomenti e mascherati, brancolano nelle tenebre della burocrazia cercando di riscoprire i valori essenziali della sopravvivenza, ed evitano, tranne a Messina,di usare le parole come un fucile caricato a pallettoni.

Ora monta la ricerca del colpevole n°1, dell’indifferente, di chi ha sottovalutato la Peste scambiandola per un raffreddore ma anche l’inverso è di gran moda, perché di poche cose siamo sicuri in questo paese come nel non essere d’accordo su nulla, ma basta un video su Instagram o Tik Tak, ed ecco la lacrimuccia italica che ci accomuna e che compare puntuale. Poche settimane di apparente stato di quiete, di “non belligeranza”, e poi partiranno i “te l’avevo detto”,”bisogna aprire gli altoforni e le edicole”, al ristorante si potrà cenare solo se single e sotto i cinquanta anni,”i tamponi vanno fatti solo agli ultra-novantenni”,”la regione ha sempre ragione, ma lo stato sono io”.

Non fatevi illusioni sui visi giallastri da costrizione dei leader, è pronta una guerra senza precedenti, dove quello che è successo negli ultimi due anni sembrerà il Liceo di Aristotele, se alla politica manca il sangue dello scontro, non rimane nulla tranne i programmi, e oggi questo non sembra essere necessario. Il buon senso degli appelli, il silenzio forzato delle città, le code ordinate, saranno squassate dalle solite urla, e oltre al ritrovato rumore ci toccherà ascoltare quello superfluo dei tanti che, cercheranno di giustificare la loro inutile azione, senza alcuna originalità.

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